Parco della Musica di Firenze, il TAR del Lazio annulla la gara d'appalto


Il Parco della musica
Nuova tempesta sull'Auditorium il Tar del Lazio blocca l'appalto
Accolto il ricorso del fiorentino Carducci contro la Sac di Roma
di Franca Selvatici

LA REPUBBLICA  Edizione FIRENZE   -   13 marzo 2010   pag. II

Il tribunale amministrativo del Lazio ha annullato tutti gli atti della gara d'appalto per la costruzione del Nuovo Parco della Musica di Firenze e ha condannato la struttura di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia presso la presidenza del consiglio a risarcire l'impresa ricorrente, la Gia.Fi di Valerio Carducci, che presentava un progetto dell'architetto Marco Casamonti e si era classificata al secondo posto dopo la Sac-Igit degli imprenditori Cerasi e Ciolfi, con il progetto dell'architetto Paolo Desideri.
Nel dispositivo di sentenza depositato l'11 marzo i magistrati amministrativi non motivano le loro decisioni; ma le intercettazioni disposte dalla procura di Firenze sulla «cricca» della Ferratella raccontano l'ira funesta di Valerio Carducci, imprenditore ben introdotto nei ministeri e a quanto pare certo della vittoria nella gara per l'auditorium fiorentino. Dalle infuocate conversazioni che si intrecciano a partire dal 28 dicembre 2007, data in cui i concorrenti (fra cui la Baldassini Tognozzi Pontello, arrivata terza con un progetto di Arata Isozaki) hanno notizia della vittoria della Sac-Igit di Roma, si apprende che Carducci, furibondo, intende fare ricorso al Tar.
Gara truccata, giurano gli sconfitti, secondo i quali i Cerasi sarebbero stati sponsorizzati da Veltroni e da Rutelli, mentre al loro progettista sarebbero state consegnate carte utili in largo anticipo (l'architetto Desideri lo smentisce categoricamente). Carducci è fuori di sé con Angelo Balducci, all'epoca capo della struttura di missione. «Come uomo, come persona, mi sono sentito ancora una volta tradito da un amico», dichiara, giurando che non si fermerà, mentre Fabio De Santis tenta disperatamente di ridurlo a più miti obiettivi. «Con tutto quello che ha preso nella vita sua...», confida a un collega. Carducci è irremovibile, si sente «pugnalato al cuore»: «A costo di chiudere ogni rapporto di lavoro, lui (Balducci Ndr) la paga, ma la paga grande», e a De Santis annuncia: «Quando leggi il ricorso tu vedrai quello che c'è scritto, è una cosa pesantissima». De Santis poi riuscirà a rimettere in piedi il rapporto con Balducci e l'amicizia sarà suggellata da un incontro in piazza Signoria e dalla promessa (mantenuta) dell'appalto per l'albergo nell'ex ospedale della Maddalena. Però il ricorso è andato avanti silenziosamente. E ora il Tar ha deciso. La gara è annullata.
Che cosa accadrà del grande cantiere della Leopolda è difficile dirlo, dato che il Tar ha annullato tutti gli atti della gara, incluso il bando. Lo Stato e l'impresa presenteranno immediatamente ricorso al Consiglio di Stato. Sac-Igit deve concludere i lavori del primo stralcio entro il 21 dicembre 2011, data nella quale è previsto il grande concerto inaugurale. Al di là della sentenza del Tar e dei suoi imprevedibili effetti, esiste anche un problema di finanziamento dell'opera, i cui costi sono triplicati rispetto alla base d'asta di 82 milioni di euro. Nel dicembre 2007 la commissione tecnica, presieduta da Salvo Nastasi, ex commissario del Maggio e attuale capo di gabinetto del ministro dei beni culturali Sandro Bondi, e composta da due docenti dei politecnici di Torino e Milano, dal professor Stefano Pace, incaricato dal Maggio, e dall'architetto Maurizio Talocchini, designato dal Comune di Firenze, scelse il progetto di Sac-Igit assegnandogli un punteggio di 55 punti per la qualità architettonica. L'impresa offrì un ribasso del 15,85%, per cui l'opera fu appaltata al prezzo di poco meno di 70 milioni di euro. Nel tempo, però, le modifiche tecniche richieste in conferenza dei servizi e altre varianti hanno fatto volare i costi a 156 milioni, con una ulteriore previsione di spesa di altri 80 milioni per completare l'intero progetto.


perUnaltracittà - Gruppo Consiliare Comune di Firenze

Comunicato stampa   -   Firenze, 12 marzo 2010

Parco della musica, troppa fretta da parte di Martini e Renzi

«Tanto tuonò che piovve!» Così Ornella De Zordo commenta l'ultima notizia giunta come un fulmine a scombinare le grandi opere di Firenze. Come riportano le agenzie, il TAR del Lazio ha annullato l'assegnazione dell'appalto per la realizzazione del Parco della Musica e tutti gli atti conseguenti.
«Non sappiamo ancora le motivazioni della sentenza, né cosa questa comporterà sul piano pratico. Ma è la conferma - se mai ce ne fosse stato bisogno - che si tratta dell'ennesimo appalto poco trasparente.
Avevamo considerato un atteggiamento imprudente, a inchiesta in corso, la baldanza del presidente Martini e del Sindaco Renzi, rapidi ad impegnare denaro e firmare protocolli per un progetto su cui esistevano molti dubbi per i criteri di scelta e per i costi triplicati.
Considerati il malcostume e la faciloneria che sembrano regnare sui grandi appalti pubblici, servirebbero cautela e rigore estremi nel valutare anche atti già definiti, tanto più se oggetto di inchiesta.
Non ci fa piacere adesso constatare di avere avuto ragione».