Craxi, Letizia Moratti e l'insulto agli elettori

 
Craxi, Letizia Moratti e l'insulto agli elettori
di Peter Gomez

Tratto dal sito  www.voglioscendere.it   -   29 dicembre 2009
 
 
La decisione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, di intitolare una via o un parco pubblico a Bettino Craxi è destinata a segnare un'epoca. Potremmo spendere centinaia di parole per ricostruire, con carte e testimonianze alla mano, i molti crimini contro la cosa pubblica commessi dall'ex segretario del Psi, morto latitante in Tunisia. O potremmo ricordare un suo celebre intervento in Parlamento in cui, nel luglio del 1993, lui stesso ammetteva che durante gli Settanta, Ottanta e Novanta si era "diffusa nel paese, nella vita delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni una rete di corruttele grandi e piccole", dimenticandosi però di aggiungere come né lui, né gli altri leader politici (spesso a pieno titolo complici del sistema), avessero fatto nulla per cercare d'invertire la rotta.
Ma il punto oggi è un altro. Al di là del contenuto delle sentenze, a Milano, come nel resto d'Italia, una parte rilevante dei cittadini (probabilmente la maggioranza) ritiene Craxi un politico corrotto. E questa pessima reputazione è diffusa anche tra chi considera l'ex segretario del garofano uno dei pochi parlamentari italiani di quegli anni dotati di respiro e leadership internazionale.
Per questo la scelta di Letizia Moratti segna un'epoca. Dimostra infatti che le nostre classi dirigenti sono sempre più scollegate dal Paese. E che, anche quando sono al governo, non hanno nessuna intenzione di prendere decisioni condivise, ma preferiscono adottare provvedimenti che dividono, invece che unire. Il fatto poi che una presa di posizione del genere arrivi dal sindaco di una città in cui ancora tutti ricordano come, durante gli anni della Milano da bere, le casse del comune fossero vuote perché ogni appalto pubblico (vedi, ad esempio, la costruzione della metropolitana, in cui il pentapartito si spartiva le mazzette con il Pci) costava il doppio del normale a causa del sovrapprezzo delle tangenti, non può che spaventare.
In Italia, spiega la Banca Mondiale, la corruzione costa ai cittadini circa 50 miliardi di euro l'anno. Una parte importante del denaro dei contribuenti se ne va per foraggiare cacicchi, pseudo imprenditori, burocrazie e amministrazioni (corrotte) di destra e di sinistra. Erigere monumenti, o intitolare vie, a chi è diventato simbolo di questo modo di governare (male), non è insomma solo un insulto all'etica o alla morale. Ma all'intelligenza (e alle tasche) degli elettori.
 
 

L'Alta velocità continua a far danni

 
TAV, ANCHE IL GOVERNATORE OCCUPA I BINARI
Protesta della giunta marchigiana contro il nuovo orario di Trenitalia
di Sandra Amurri
 
IL FATTO QUOTIDIANO   -   30 dicembre 2009   pag. 7
 
E questa volta a bloccare i treni sui binari non sono i lavoratori disoccupati, ma l'intera giunta regionale delle Marche, con il Presidente, Gian Mario Spacca, in testa, i consiglieri, l'Anci, l'Upi, le associazioni dei consumatori e i sindacati trasporti Uil, Cisl e Cgil, la stessa organizzazione di cui Mauro Moretti era dirigente prima di essere nominato Amministratore delegato delle Fs. Ed ora, da manager di esperienza, non potrà dimenticare chi fa più fatica, chi i treni li prende ogni mattina all'alba, per raggiungere le fabbriche, gli uffici e si ritrova a viaggiare su carrozze vecchie, superaffollate, sporche, fredde d'inverno e bollenti d'estate.
Treni che il nuovo orario di Trenitalia, in vigore dal 13 dicembre, ha fatto addirittura scomparire a favore delle tratte a lunga percorrenza, le cosiddette Frecce Rosse e d'Argento. Eh sì, le fermate di località turistiche come Fano, Senigallia, Falconara Marittima, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, per citare solo quelle della costa adriatica marchigiana, sono state soppresse. Una fermata ha un costo e le risorse sono state convogliate sull'Alta Velocità, che divora soldi pubblici a discapito dei servizi locali, pur servendo solo il 5% degli utenti. Il 95%, infatti, non utilizza le Frecce colorate, inaugurate in pompa magna da leader politici di destra e di sinistra con tanto di cappellino Fs in testa. "Le Marche non accettano di essere declassate, da Trenitalia, a territorio di attraversamento verso altre destinazioni, con pesanti penalizzazioni per i cittadini e per l'economia del territorio. Penalizzazioni che hanno ripercussioni anche sui malati che utilizzano il treno per raggiungere le strutture ospedaliere", denuncia il presidente Spacca. Ecco che, improvvisamente, si scoprono i disastri, annunciati da tempo ma ignorati, procurati dall'Alta Velocità che, secondo Moretti, avrebbe dovuto liberare le linee storiche e potenziare il servizio, mentre ha penalizzato i territori con forti ricadute sul turismo e sull'economia: espressi e intercity a lunga percorrenza diminuiti, aumentati tempi di percorrenza e biglietti, per costringere gli utenti sulla lunga percorrenza a prendere la Freccia Rossa e d'Argento pagando il doppio. Mentre i viaggiatori pagano sulla loro pelle le inefficienze e i disservizi e tutti i cittadini si ritrovano sulle spalle 4,5 miliardi di euro l'anno: lo Stato, dal 1992 ad oggi, ha speso per l'Alta Velocità quasi 48 miliardi di euro, spacciando come finanziamento privato quello che era debito pubblico per un ammontare di 13 miliardi di euro. Ed ora, fermate soppresse, mistero sulla responsabilità della gestione delle stazioni che rimbalzano da Trenitalia alle Regioni a non si sa chi altro. Un esempio è la stazione di Ancona, capoluogo di regione, dove c'è un solo piccolo bar luogo di ritrovo di anziani abbandonati, di alcolizzati e di barboni. Stazione dove non esistono carrelli per i bagagli e panchine dove attendere i treni, che quando arrivano in orario, è una notizia. Disservizi che toccano da vicino i cittadini. Le elezioni regionali sono alle porte e la mancanza di servizi ferroviari ha un'incidenza rilevante sull'andamento del voto. La responsabilità potrebbe erroneamente ricadere sulla Regione che sottoscrive e finanzia l'accordo con Trenitalia. Insomma una situazione che potrebbe allungare la lista dell'astensionismo registratosi alle scorse provinciali e mettere a rischio la vittoria del centro-sinistra (alleata con l'Udc di Casini e Cuffaro), il cui segretario regionale è vicepresidente della Provincia di Macerata, governata dal centro-destra.
 

Il bottino di Bettino: lorsignori celebrano il latitante Craxi

 
Dal Senato alla Tunisia gli appuntamenti per il 19 gennaio
 
IL FATTO QUOTIDIANO   -   30 dicembre 2009   pag. 6
 
Il 19 gennaio ricorrono i dieci anni dalla morte dell'ex leader socialista Bettino Craxi. Letizia Moratti, sindaco di Milano (città natale di Craxi), per il decennale vuole dedicare all'ex segretario socialista una via o un giardino all'interno di un parco. Domenica 17 gennaio, al cimitero di Hammamet (città della Tunisia dove Craxi si rifugiò nel 1994 e morì nel 2000), parteciperanno al ricordo i ministri Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta (ex socialisti), Marco Pannella, Rino Formica, Gennaro Acquaviva. Il 19 gennaio, alla Biblioteca del Senato, Craxi sarà ricordato con un convegno organizzato dalla Fondazione Craxi, guidata dalla figlia Stefania. Saranno presenti molti leader (Silvio Berlusconi è intenzionato a partecipare) e anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aderito (non si sa ancora se interverrà con un messaggio o se presenzierà alla cerimonia). La Fondazione Craxi organizza il viaggio degli ex socialisti in Tunisia: propone pacchetti di soggiorno di tre giorni, aereo, pullman e albergo tutto compreso. Come ogni anno, ad Hammamet sarà presente la moglie di Craxi, Anna, che risiede nella villa tunisina. Per la prima volta, Anna potrebbe partecipare anche alla commemorazione pubblica del Senato. (g.p)

 

IL BOTTINO DI BETTINO: COME E QUANTO RUBAVA
di Marco Travaglio
 
IL FATTO QUOTIDIANO   -   30 dicembre 2009   pag. 6
 
Al momento della morte, nel gennaio del 2000, Bettino Craxi era stato condannato in via definitiva a 10 anni per corruzione e finanziamento illecito (5 anni e 6 mesi per le tangenti Eni-Sai; 4 anni e 6 mesi per quelle della Metropolitana milanese). Altri processi furono estinti "per morte del reo": quelli in cui aveva collezionato tre condanne in appello a 3 anni per la maxitangente Enimont (finanziamento illecito), a 5 anni e 5 mesi per le tangenti Enel (corruzione), a 5 anni e 9 mesi per il conto Protezione (bancarotta fraudolenta Banco Ambrosiano); una condanna in primo grado prescritta in appello per All Iberian; tre rinvii a giudizio per la mega-evasione fiscale sulle tangenti, per le mazzette della Milano-Serravalle e della cooperazione col Terzo Mondo.
Nella caccia al tesoro, anzi ai tesori di Craxi sparsi per il mondo tra Svizzera, Liechtenstein, Caraibi ed Estremo Oriente, il pool Mani Pulite ha accertato introiti per almeno 150 miliardi di lire, movimentati e gestiti da vari prestanome: Giallombardo, Tradati, Raggio, Vallado, Larini e il duo Gianfranco Troielli & Agostino Ruju (protagonisti di un tourbillon di conti e operazioni fra HongKong e Bahamas, tuttora avvolti nel mistero per le mancate risposte alle rogatorie). Finanziamenti per il Psi? No, Craxi rubava soprattutto per sé e i suoi cari. Principalmente su quattro conti personali: quello intestato alla società panamense Constellation Financière presso la banca Sbs di Lugano; il Northern Holding7105 presso la ClaridienBankdiGinevra;quellointestatoaun'altra panamense, la International Gold Coast, presso l'American Express di Ginevra; e quello aperto a Lugano a nome della fondazione Arano di Vaduz. "Craxi – si legge nella sentenza All Iberian confermata in Cassazione - è incontrovertibilmente responsabile come ideatore e promotore dell'apertura dei conti destinati alla raccolta delle somme versategli a titolo di illecito finanziamento quale deputato e segretario esponente del Psi. La gestione di tali conti… non confluiva in quella amministrativa ordinaria del Psi, ma veniva trattata separatamente dall'imputato tramite suoi fiduciari… Significativamente Craxi non mise a disposizione del partito questi conti". Su Constellation Financiere e Northern Holding - conti gestiti dal suo compagno di scuola Giorgio Tradati - riceve nel 1991-'92 la maxitangente da 21 miliardi versata da Berlusconi dopo la legge Mammì. Sul Northern Holding incassa almeno 35 miliardi da aziende pubbliche, come Ansaldo e Italimpianti, e private, come Calcestruzzi e Techint.
Nel 1998 la Cassazione dispone il sequestro conservativo dei beni di Craxi per 54 miliardi. Ma nel frattempo sono spariti. Secondo i laudatores, Craxi fu condannato in base al teorema "non poteva non sapere". Ma nessuna condanna definitiva cita mai quell'espressione. Anzi la Corte d'appello di Milano scrive nella sentenza All Iberian poi divenuta definitiva: "Non ha alcun fondamento la linea difensiva incentrata sul presunto addebito a Craxi di responsabilità di 'posizione' per fatti da altri commessi, risultando dalle dichiarazioni di Tradati che egli si informava sempre dettagliatamente dello stato dei conti esteri e dei movimenti sugli stessi compiuti". Tutto era cominciato "nei primi anni 80" quando – racconta Tradati a Di Pietro – "Bettino mi pregò di aprirgli un conto in Svizzera. Io lo feci, alla Sbs di Chiasso, intestandolo a una società panamense (Constellation Financière, ndr). Funzionava così: la prova della proprietà consisteva in una azione al portatore, che consegnai a Bettino. Io restavo il procuratore del conto". Su cui cominciano ad arrivare "somme consistenti": nel 1986 ammontano già a 15 miliardi. Poi il deposito si sdoppia e nasce il conto International Gold Coast, affiancato dal conto di transito Northern Holding, messo a disposizione dal funzionario dell'American Express, Hugo Cimenti, per rendere meno identificabili i versamenti. Anche lí confluiscono ben presto 15 miliardi. Come distinguere i versamenti per Cimenti da quelli per Tradati, cioè per Craxi? "Per i nostri – risponde Tradati – si usava il riferimento 'Grain'. Che vuol dire grano". Poi esplode Tangentopoli. "Il 10 febbraio '93 Bettino mi chiese di far sparire il denaro da quei conti, per evitare che fossero scoperti dai giudici di Mani pulite. Ma io rifiutai e fu incaricato qualcun altro (Raggio, ndr): so che hanno comperato anche 15 chili di lingotti d'oro… I soldi non finirono al partito, a parte 2 miliardi per pagare gli stipendi". Raggio va in Svizzera, spazzola il bottino di Bettino e fugge in Messico con 40 miliardi e la contessa Vacca Agusta. I soldi finiscono su depositi cifrati alle Bahamas, alle Cayman e a Panama.
Che uso faceva Craxi dei fondi esteri? "Craxi – riepilogano i giudici – dispose prelievi sia a fini di investimento immobiliare (l'acquisto di un appartamento a New York), sia per versare alla stazione televisiva Roma Cine Tv (di cui era direttrice generale Anja Pieroni, legata a Craxi da rapporti sentimentali) un contributo mensile di 100 milioni di lire. Lo stesso Craxi, poi, dispose l'acquisto di una casa e di un albergo [l'Ivanohe] a Roma, intestati alla Pieroni". Alla quale faceva pure pagare "la servitú, l'autista e la segretaria". Alla tv della Pieroni arrivarono poi 1 miliardo da Giallombardo e 3 da Raggio. Craxi lo diceva sempre, a Tradati: "Diversificare gli investimenti". Tradati eseguiva: "Due operazioni immobiliari a Milano, una a Madonna di Campiglio, una a La Thuile". Bettino regalò una villa e un prestito di 500 milioni per il fratello Antonio (seguace del guru Sai Baba). E il Psi, finito in bolletta per esaurimento dei canali di finanziamento occulto? "Raggio ha manifestato stupore per il fatto che, dopo la sua cessazione dalla carica di segretario del Psi, Craxi si sia astenuto dal consegnare al suo successore i fondi contenuti nei conti esteri".
Anche Raggio vuota il sacco e confessa di avere speso 15 miliardi del tesoro craxiano per le spese della sua sontuosa latitanza in Messico. E il resto? Lo restituì a Bettino, oltre ad acquistargli un aereo privato Sitation da 1,5 milioni di dollari e a disporre – scrivono i giudici – "bonifici specificatamente ordinati da Craxi, tutti in favore di banche elvetiche, tranne che per i seguenti accrediti: 100.000 dollari al finanziere arabo Zuhair Al Katheeb" e 80milioni di lire («$ 40.000/s. Fr. 50.000 Bank of Kuwait Lnd») per "un'abitazione affittata dal figlio di Craxi (Bobo, ndr) in Costa Azzurra", a Saint-Tropez, "per sottrarlo - spiega Raggio - al clima poco favorevole creatosi a Milano". Anche Bobo, a suo modo, esule.
Quando i difensori di Craxi ricorrono davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo, nella speranza di ribaltare la condanna Mm, vengono respinti con perdite. "Non è possibile – scrivono i giudici di Strasburgo il 31 ottobre 2001 – pensare che i rappresentanti della Procura abbiano abusato dei loro poteri". Anzi, l'iter dibattimentale "seguì i canoni del giusto processo" e le proteste dell'imputato sulla parzialità dei giudici "non si fondano su nessun elemento concreto… Va ricordato che il ricorrente è stato condannato per corruzione e non per le sue idee politiche".
 
 

Capodanno 2010 a Firenze e a Bologna con TAV & musica: note stonate, anzi stridenti !

 
Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
Tel. e fax 055.233.76.65, 320.161.81.05; e-mail idrafir@tin.it; web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html

 
COMUNICATO STAMPA    Firenze, 30.12.'09

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore
Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici

 
Capodanno 2010 a Firenze e a Bologna con TAV & musica: note stonate, anzi stridenti!....

Dispiace sciupare la festa, ma… "come potrete voi cantare" sulle spoglie del Mugello devastato e dell'erario prosciugato?
Davvero una scelta di dubbio gusto, quella di festeggiare a Firenze e a Bologna S. Silvestro e Capodanno gemellando le due città intorno al tunnel TAV che le collega da qualche settimana con risultati per adesso molto scadenti.
La costruzione di questa cosiddetta "grande opera", il tunnel appenninico, è costata sangue, sudore e lacrime, e riassume emblematicamente in sé tutti i peggiori aspetti della moderna mala amministrazione delle risorse pubbliche: per i costi impazziti, per i danni erariali, per i tempi raddoppiati, per l'ambiente inquinato, per le risorse idriche irreversibilmente distrutte, per gli errori progettuali o esecutivi, per le falle temute nella sicurezza.

 
Il prezzo è lievitato di un ordine di grandezza del 400%. L'investimento privato promesso non si è mai concretizzato e tutto l'onere economico è ricaduto sull'erario, come hanno stigmatizzato senza mezzi termini la Corte dei conti ("queste operazioni pregiudicano l'equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali") e l'Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici. L'attuale vicepresidente del Senato Vannino Chiti e altri 51 amministratori pubblici, fra cui l'attuale presidente della Giunta Regionale Claudio Martini, sono stati "invitati a dedurre" dalla Corte dei conti per una somma gigantesca di danno erariale (741 milioni di euro). L'inquinamento ambientale è stato ingente, scientifico, sistematico: il Tribunale di Firenze ha comminato 27 condanne per reati ambientali, da tre mesi d'arresto a 5 anni di reclusione, e provvisionali per il risarcimento danni di oltre 150 milioni di euro. Le pene più alte sono inflitte ai vertici del CAVET, il consorzio di imprese che ha avuto in appalto i lavori. 5 anni sono stati inflitti al suo presidente Alberto Rubegni, amministratore delegato di Impregilo, impresa di costruzioni leader nel CAVET ma anche nel panorama nazionale e internazionale. Danni in buona parte irreversibili sono stati inflitti alle risorse idriche in aree di elevato valore naturalistico, alcune delle quali "Siti di Importanza Comunitaria"! Impattati 5 acquedotti, 73 sorgenti, 45 pozzi, 20 fiumi, torrenti e fossi. Drenati non meno di 150 milioni di metri cubi di acqua (150 miliardi di litri) nel solo territorio della Comunità Montana del Mugello (dal conteggio manca l'acqua drenata da Monte Morello).
Le prime prove del tunnel hanno fatto registrare ritardi grotteschi, che superano l'intero tempo di percorrenza annunciato e fortemente pubblicizzato: le cronache del 16 dicembre riferiscono di un tunnel inaccessibile ai Frecciarossa; quelle del 17 dicembre di passeggeri infuriati per un Eurostar bloccato in galleria; quelle del 21 dicembre di un Frecciarossa che ha dovuto fermarsi due volte in galleria, per 20 e 25 minuti, fra Bologna e Firenze.
Ma non basta: l'opera è di fatto monca: benché presenti una configurazione mai sperimentata finora, e cioè quella di un unico tubo nel quale devono incrociarsi ripetutamente convogli ciascuno con circa 500 passeggeri a bordo lanciati a 300 km/h, è sprovvista per ben 60 km di tunnel della galleria parallela per il soccorso. Il Comandante Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze ing. Domenico Riccio, che ebbe a esprimere un parere sugli ultimi 11 km fra Vaglia e Firenze quando la galleria fra Vaglia e Bologna era già in costruzione, scrisse che "si nutrono seri dubbi sulla rapidità ed efficacia dei mezzi di soccorso". L'ing. Alessandro Focaracci (che risulta aver collaborato alla progettazione e aver redatto il piano sicurezza) a novembre 2008 ha dichiarato, in merito alle soluzioni adottate in caso di deragliamento o collisione in galleria: "E' previsto che l'esodo deve avvenire.... è un autosoccorso... cioè i passeggeri devono poter scendere e raggiungere i punti di uscita autonomamente" ("Exit", La7, Inchiesta sulle Ferrovie dello Stato: dai pendolari alla TAV). E aiuta forse sapere che in tre gallerie del Mugello dichiarate "ammalorate" (Firenzuola, Morticine, Borgo Rinzelli) i costruttori hanno dovuto eseguire la demolizione e il rifacimento di circa 2 km di linea, a opera terminata, con un impegno di quasi due anni di tempo (da febbraio 2005 a dicembre 2006), perché erano stati costruiti in cemento non armato in un terreno argilloso?!
 
Di fronte a questo disastro, ci sembra paradossale invitare la gente a festeggiare proprio là, dentro quel tunnel. Di pessimo auspicio, a nostro giudizio, brindare all'anno che viene in nome della TAV.
Come può il sindaco di Bologna dimenticare le sofferenze a cui proprio in queste ore, e da anni, e ancora per anni, sono costretti i suoi concittadini che convivono con cantieri TAV invasivi e destabilizzanti?
Come fa il sindaco di Firenze a brindare a un'opera che – se avesse a proseguire nella Città del fiore con lo schema finanziario e progettuale approvato 10 anni fa – condannerebbe anche la capitale della cultura a un numero indeterminabile di anni di sconquasso ambientale, sanitario e sociale che andrà a sommarsi ai gravi disagi già presenti, a un nuovo salasso erariale, e a una quantità di rischi difficilmente calcolabile per il patrimonio edilizio, storico e architettonico della città, per tutto il tempo che occorrerà non solo per costruire il doppio sottoattraversamento, ma anche per manutenerne le delicate strutture?
 
P.S. Questo comunicato è stato trasmesso anche a Lucio Dalla, a Irene Grandi e ai Negrita. Forse quegli artisti ignorano cosa è successo in questi anni, e succede ancora in questi giorni, fra Firenze e Bologna.
 
 

Versilia: pronti i piani di evacuazione

 
Versilia: pronti i piani di evacuazione
In previsione ondata maltempo, culmine tra mercoledi e giovedi
 
28 dicembre 2009, 17:49
 
(ANSA) - LUCCA, 28 DIC - Viareggio, Camaiore e Massarosa, di concerto con la Provincia di Lucca, stanno preparando i piani di evacuazione in previsione del maltempo.

L'ondata dovrebbe avere il proprio culmine tra mercoledi e giovedi prossimi. L'iniziativa è stata decisa dopo la notizia che Pisa non riuscirà a riparare l'argine del Serchio a Nodica prima di 10 giorni. I piani riguardano Massarosa nei pressi del lago Massaciuccoli, Camaiore in localita' Bocchette e una parte dell'abitato di Torre del Lago.
 
 
 

Toscana, una regione troppo fragile


AMBIENTE. UNA REGIONE TROPPO FRAGILE
di Roberto Bernabò
IL TIRRENO   -   28 dicembre 2009   pag. 1
 

Certo c'è l'eccezionalità del mix pioggia intensa, neve che si scioglie, mare alto, dietro questi giorni terribili. Ma l'eccezionalità è ormai una costante.
E allora se intorno a Natale migliaia di persone sono costrette a lasciare le proprie case, altrettante a vivere con l'angoscia del fiume dietro l'angolo che rischia di travolgerle o della frana che se le può inghiottire; se strade su strade sono chiuse e addirittura si blocca l'autostrada Livorno-Genova; se ogni inverno tutto questo si ripete da decenni, quando non sono i temporali estivi a fare altrettanti danni - vi ricordate il 1996, la madre di tutte le alluvioni del dopo Arno, che portò morte e distruzione in Versilia - beh, forse dovremo convincerci che c'è qualcosa di più. Che anche in Toscana c'è stata un'urbanizzazione pesante, concentrata, poco equilibrata. Per carità, niente a che vedere con altre regioni del nostro paese, con le terre dell'abusivismo selvaggio. Ma troppo si è costruito con poca attenzione a un territorio che è naturalmente fragile, alle regole minime di sostenibilità nel rapporto con fiumi, boschi, campagne.
 L'edilizia è il motore dell'economia ed è importante che marci. Anzi che presto riparta. Ma in questi anni occorreva puntare di più su recupero e ristrutturazioni urbanistiche di centri città che invece sono stati abbandonati, lasciati spesso al degrado e alla povertà di servizi oppure a una rendita immobiliare legata al turismo che ha espulso i residenti. Si è diretto così lo sviluppo nella costruzione di cinture di nuovi quartieri, di interi paesi comparsi quasi dal nulla. E la stessa cosa è avvenuta per le aree industriali cresciute senza concertazione tra territori vicini.
 Così, casa dopo casa, fabbrica dopo fabbrica, strada dopo strada, il risultato è un'antropizzazione sempre più pesante, una sottrazione costante e progressiva di aree verdi, un territorio sempre più incapace di assorbire le piogge. Forse varrebbe la pena ragionarci, tra un'emergenza e l'altra prossima ventura.
 
 

Un treno merci prende fuoco vicino a Grosseto

 
Assemblea 29 giugno


Un treno merci prende fuoco. E' lo stesso treno deragliato a Viareggio!

Martedì 22 dicembre alle 17.30 circa, lungo la linea ferroviaria tirrenica, all'altezza di Gavorrano-Giuncarico (Gr), una delle cisterne di un treno merci che trasportava Gpl, stava viaggiando con le ruote completamente avvolte dal fuoco, quando un automobilista lo ha notato ed ha immediatamente avvisato i vigili del fuoco. Il treno che viaggiava in direzione sud è stato fermato prima della stazione di Grosseto. I vigili hanno spento il fuoco e raffreddato i freni del carro.

Il treno è lo stesso deragliato a Viareggio il 29 giugno scorso!
Il carico è lo stesso: Gpl (Gas di petrolio liquefatto).
La partenza è la stessa: Trecate (Novara).
La destinazione è la stessa: Gricignano di Aversa (Caserta).
La ditta del Gpl è la stessa: Sarpom (Società per azioni raffineria padana olii minerali).
Il transito da Viareggio è lo stesso: 22.16 (il 22 dicembre, avendo 14 ore di ritardo, è transitato dalla stazione di Viareggio alle ore 12.30 circa; la sera del deragliamento avvenuto alle ore 23.48 aveva circa un'ora e mezzo di ritardo).
La società incaricata della spedizione è la stessa: Fs logistica.
L'impresa ferroviaria è la stessa: Trenitalia.
Il gestore delle infrastrutture è lo stesso: Rete ferroviaria italiana (Rfi).
Il numero del treno non è lo stesso (da 50325 - quello deragliato a Viareggio - a 50329). Forse per opportunità le Ferrovie lo hanno modificato ? Forse per necessità la proprietà delle cisterne non sembra essere la tedesca Gatx, bensì una società privata francese ?

Il treno di Grosseto ha preso fuoco il 22 dicembre, lo stesso giorno in cui moriva, dopo 6 mesi, Elisabeth, 32^ vittima della strage di Viareggio.

Poteva essere una strage fotocopia di quella del 29 giugno.
Dopo i 32 morti di Viareggio non è stato fatto ancora nulla per la sicurezza nel trasporto ferroviario. Moretti & C. continuano a giocare con la vita delle persone.
In questi mesi sono morti sui binari ancora ferrovieri e lavoratori delle ditte di appalto.
I viaggiatori e i pendolari sono costretti a sacrifici, sofferenze e rischi per il diritto alla circolazione ed alla mobilità. I vertici aziendali hanno ancora voglia di scherzare su panini, coperte, piazzale Loreto …
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteoli, si permette di dire che simili dichiarazioni sono dovute al fatto che i lorsignori sono solo un po' stressati. Alla faccia dello stress: Moretti ha una retribuzione di circa 1.200.000 euro. E il cassaintegrato o il disoccupato da cosa dovrebbe essere affetto !?
Ricordiamo solo che il ministro dei trasporti egiziano, a seguito di un incidente ferroviario che il 17 ottobre scorso causò la morte di 17 persone, si è dimesso. Forse, nel paese degli eredi dei faraoni il buon senso e la responsabilità di certi signori è ben altra cosa da quella nostrana.

25 dicembre 2009
 
 

Inceritore di Albano (Roma): il teatrino degli assessori della Regione Lazio

 
Coordinamento contro l'inceneritore di Albano

 
COMUNICATO STAMPA   -   26 dicembre 2009
 
 
Lo scorso 10 dicembre, in seguito al blocco della discarica di Roncigliano compiuto dalla popolazione contraria all'impianto, il Coordinamento contro l'inceneritore ha avuto un incontro in regione con alcuni dei firmatari dell'AIA, tra cui il Dott. L. Fegatelli, e l'Assessore regionale dei rifiuti, Dott. G. Parroncini.
Una delegazione tecnica del comitato ha sottoposto nuovamente la richiesta di sospensiva cautelare di 90 giorni degli effetti dell'A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) ai referenti sopra citati ed al vice-presidente della Regione Esterino Montino, puntando all'annullamento di tutto l' iter autorizzativo che impedirebbe l'imminente avvio del cantiere. Richiesta sostenuta anche da tutti i Comuni dei Castelli romani e da diversi consiglieri regionali.
Riteniamo l'esito dell'incontro assolutamente insoddisfacente dal momento che sia il Dott. Fegatelli che l'Assessore Parroncini, negandoci la sospensiva dell'A.I.A., hanno dimostrato maggiore preoccupazione verso gli interessi economici di Co.e.ma. e di Cerroni che non verso la salute dei cittadini. Dello stesso avviso è il vice-presidente Montino che, alla guida della regione dopo la fuoriuscita di Marrazzo, continua ad intendere la politica come uno strumento per privilegiare amici-imprenditori e quindi un mezzo per tutelare solo gli interessi dei privati.
Il vice-presidente, infatti, "guarda al futuro" parlando già del quinto inceneritore laziale, dando per scontata la realizzazione del quarto impianto ad Albano grazie al quale vuol far incassare a Cerroni 400 milioni di euro pubblici!!
Montino non vuole esporsi minimamente in tutto questo iter, si copre dietro la scusa del commissariamento straordinario sotto il quale è stata avviata l' istruttoria per l' impianto di Albano e non intende garantire nessuna copertura politica ai tecnici che dovrebbero firmare la richiesta di sospensiva che, lo ricordiamo, è un atto dovuto!
Ancora una volta gli uffici e i politici della regione sanno solo fare finte promesse, blaterare scuse e coprirsi la faccia che siede sulla poltrona regionale con interminabili fandonie. Questo teatro si ripete e si intensifica in questo periodo pre-elettorale (marzo 2010 elezioni regionali) dove i politici-servi più fedeli di Cerroni si limitano a temporeggiare per non rovinarsi la piazza, mentre i restanti millantano una contrarietà all'impianto che finora è fantomatica, poco reale e funzionale solo a prendere voti alle prossime elezioni!
Non permetteremo che la nostra battaglia sia solo uno strumento di propaganda per il livello politico-istituzionale. La nostra contrarietà all'inceneritore è ferma e incondizionata, non dura solo nel periodo pre-elettorale ma va al di là dei meccanismi di delega rappresentativi perché è la contrarietà di un'intera popolazione alle scelte autoritarie di un corpo politico. Chi come noi è contrario all'impianto, deve prendere una posizione netta e immediata, con i propri mezzi e secondo le proprie possibilità, senza temporeggiamenti vari o attese di nuove opportunità.
Alla luce di queste posizioni, le nostre azioni future per contrastare la realizzazione dell'impianto continueranno in maniera più decisa. Non staremo a guardare politici ed istituzioni che svendono il nostro territorio alla speculazione privata!!
 
 
Il 29 DICEMBRE ASSEMBLEA CITTADINA
Palazzo Savelli, Albano Laziale ore 17.00
Per raccontare gli esiti del blocco in discarica, dell'incontro in regione e lanciare nuove mobilitazioni
 

11 GENNAIO, Presidio al Dipartimento Territorio (Energia, Rifiuti, Porti e Aereoporti) della regione Lazio
Via del Caravaggio 99, Roma

 

Convoglio carico GPL con ruote in fiamme a Grosseto

ancora IN MARCIA !
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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ANCORA UN SEGNALE INQUIETANTE
STAVOLTA SI E' SAPUTO PER CASO, NON E' SUCCESSO NULLA E SIAMO TUTTI CONTENTI
COSA DEVE ACCADERE PER COMPRENDERE CHE I TRENI DI MERCI PERICOLOSE DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A CONTROLLI SPECIALI, RIGOROSI E CONTINUI ?

FERROVIE:CONVOGLIO CARICO GPL CON RUOTE IN FIAMME A GROSSETO. FS, SOLO SCINTILLE CAUSATE DA FRENATURA; NESSUN PERICOLO
(ANSA) - GROSSETO, 24 DIC - Un convoglio che trasportava gpl (gas propano liquido) e' stato fermato a Giuncarico, poco prima della stazione di Grosseto, l'altro ieri, intorno alle 18, perchè le ruote di un vagone erano in fiamme. Lo scrive il Tirreno precisando che e' stato un testimone, un automobilista, a segnalare la vicenda a vigili del fuoco e polfer, subito intervenuti. In una lettera inviata al quotidiano, una persona, forse un ferroviere, racconta di aver visto il treno entrare nella stazione 'con le ruote di un carro avvolte dalle fiamme' e di aver pensato subito alla strage di Viareggio. Il vagone e' stato sganciato e sottoposto a controlli mentre il convoglio ha proseguito il suo viaggio. L'ufficio stampa di Ferrovie dello Stato afferma che 'il treno e' rimasto con l'impianto frenante di un carro bloccato per diversi chilometri' e che quelle che si sono sprigionate dalle ruote erano 'solo scintille come se - spiega sempre l'ufficio stampa - una macchina procedesse con il freno a mano tirato'. 'Ma il sistema di sicurezza che su tutta la rete rileva la temperatura - aggiunge Fs - aveva registrato il problema e il treno sarebbe comunque stato fermato più avanti. E' una situazione che puo' capitare, ma non c'è stato alcun pericolo'.

Lettera aperta ai viaggiatori: chiediamo scusa per i vertici di FS

 
ancora IN MARCIA
GIORNALE DI CULTURA, TECNICA E INFORMAZIONE POLITICO SINDACALE, DAL 1908
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"CHIEDIAMO SCUSA PER I VERTICI AZIENDALI"

Lettera aperta ai viaggiatori:

"Quanto è successo non è addebitabile, se non in minima parte, al maltempo quanto piuttosto a scelte tecniche e gestionali errate"


Vogliamo chiedere pubblicamente scusa, a nome di tutti i ferrovieri,  alle migliaia di pendolari e viaggiatori per i disagi e i disservizi subiti in questi giorni. Ma soprattutto vogliamo esprimere il nostro imbarazzo per l'atteggiamento poco rispettoso, al limite dell'offensivo, tenuto dai vertici aziendali.

Siamo vittime insieme a voi degli stessi disagi e spesso anche oggetto delle legittime proteste, perché accomunati a chi, contro ogni logica, ha presentato l'inverno e la neve nel nord Italia come "evento imprevedibile" e ha manifestato una indifferenza al limite dell'offensivo.

 La causa principale non è addebitabile, se non in minima parte, alla "emergenza maltempo" quanto piuttosto a scelte tecniche e gestionali errate, oltre che alla scarsa considerazione per gli utenti. Per questo non ci pare giustificato il rifiuto dei rimborsi. La riduzione degli addetti in tutti i settori, la saturazione delle capacità di treni e linee (comprese le nuove tratte AV, costate tanto alla collettività, in termini economici, ambientali e di vite umane), la copiosa propaganda e la promessa di prestazioni inverosimili hanno generato aspettative che non possono ragionevolmente essere soddisfatte. Il mito del profitto ferroviario e di una ferrovia fatta di lustrini rossi si è impantanato in quattro dita di neve.

Siamo orgogliosi di lavorare in una azienda che si ammoderna ma ci dissociamo quando gli investimenti, pagati con i soldi di tutti, vengono concentrati solo su un settore a danno della generalità della popolazione. La pubblicità non basta a far marciare i treni, sicuri, puliti ed in orario.

Lavoriamo in un "gruppo" pieno di amministratori delegati, "manager" e dirigenti che hanno rinunciato al loro ruolo di iniziativa e controllo e che hanno scelto la strada più semplice: obbedire sempre, in silenzio, anche di fronte a scelte oggettivamente sbagliate e dannose. Noi ferrovieri "semplici" che pur con tutti i nostri limiti, garantiamo giorno e notte la regolarità del servizio ferroviario, siamo mortificati nel vedere sciupato il nostro lavoro e infangata in questo modo l'immagine della nostra azienda.

 L'amministratore delegato Mauro Moretti, invece di chiedere scusa e prendere adeguati provvedimenti, non escludendo neanche le proprie dimissioni, ha attaccato tutti, viaggiatori, giornali, macchinisti, fino ad arrivare alla inverosimile richiesta di dotarsi di coperte e panini! Come ha detto il ministro Matteoli, forse si tratta di una persona sotto stress.

Auspichiamo che dopo quanto accaduto in questi giorni lo Stato riprenda le redini di questo importante servizio pubblico facendolo funzionare nell'interesse della collettività e non di creative scelte di mercato.


La rivista "ancora In Marcia!"
 

Prosciolto il geologo che annunciò il terremoto in Abruzzo

ANNUNCIÒ IL SISMA "NESSUN ALLARME"
Prosciolto il geologo de L'Aquila che ora fa lezione negli Usa



IL FATTO QUOTIDIANO   -   24 dicembre 2009   pag. 8



Giampaolo Giuliani, il ricercatore aquilano denunciato per procurato allarme per aver previsto il terremoto de L'Aquila, è stato prosciolto. Il gip di Sulmona Massimo Di Cesare usa parole chiare: "La relazione tra accumulo di radon e terremoti è ritenuta attendibile. L'evento sismico annunciato sulla scorta delle proprie indagini impedisce di considerare inesistente il pericolo di terremoto". Dunque Giuliani non è un ciarlatano come era stato apostrofato. Ma non solo: oggi ha la certezza, che il suo metodo, assieme ad altri metodi di ricerca sui precursori sismici, permette di attivare un sistema di prevenzione grazie al quale è possibile intervenire in tempo per salvare vite umane. "Le case che non sono state costruite secondo criteri antisismici cadono ugualmente, ma le persone possono abbandonarle in tempo e restare vive" spiega Giampaolo Giuliani, che definisce la   decisione del gip ragione di una gioia immensa che riconosce merito al suo lavoro e alla sua immensa passione. Seppure si tratti di una felicità interrotta dal ricordo di non essere stato creduto e di non aver potuto salvare tante vite.
E' appena rientrato da San Francisco dove è stato invitato a presentare la sua relazione scientifica alla conferenza Agu Fall Meeting: "Ho illustrato tutti i dati ottenuti, tutte le osservazioni effettuate davanti a ricercatori internazionali. La mia relazione è stata accettata con molto interesse, poiché siamo stati gli unici a fare rilevamenti prima, durante e dopo un terremoto, mi riferisco a quello che ha colpito L'Aquila".
E il suo studio è stato finanziato, ottenendo la collaborazione scientifica di un ricercatore giapponese e di uno americano e l'installazione dei suoi strumenti negli Stati Uniti e a Tokyo. Mentre l'Italia resta a guardare. "Il nostro studio non viene neppure preso in considerazione dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia" continua Giuliani, 62 anni, diplomato perito chimico, specializzazione in meccanica fine in Inghilterra, vincitore di concorso al Cnr, specializzazione in Scozia su fotografia astronomica. Ha lavorato presso l'osservatorio di Edimburgo e per 20 anni in quello di Campo Imperatore ,ed ora ha pubblicato il suo primo libro, "L'Aquila 2009, la mia verità sul terremoto". "Dal 2000 portiamo avanti questa ricerca partendo dall'assunto scientifico che in prossimità di forti terremoti la scienza misurava forti incrementi di radon (gas inerte radioattivo, incolore, inodore, insapore) che nasce dal radio 226 per decadimento radioattivo. In prossimità del terremoto de L'Aquila, le nostre stazioni di osservazione in funzione sul Gran Sasso, a Coppito e alla scuola De Minicis de L'Aquila, dimostravano forti incrementi di radon. Dunque sapevamo che ci sarebbe stato un forte terremoto. Ma dopo che il 29 marzo il sindaco di Sulmona mi ha denunciato per procurato allarme e i suoi avvocati mi hanno diffidato dal continuare a dare informazioni, in quanto avrei rischiato l'arresto, ho smesso; nel frattempo però ho continuato a monitorare la situazione, che diceva chiaramente che vi era nell'aquilano un incremento di scosse sia come numero sia come intensità. Centinaia di persone a Paganica, a Poggio Picenze, a L'Aquila, quel 6 aprile, vedendo i nostri grafici su Internet, si sono messe in salvo. Sapevo che sarebbe arrivato, che sarebbe stato fortissimo intorno ai 5.8, 6. E' stato di 6.3 ma con una potenza dieci volte maggiore per l'accelerazione delle onde sismiche, causata dalla natura del territorio. Ho fatto andare i miei familiari in auto ed io sono rimasto ad attenderlo a casa con la finestra e la porta aperte, impalato davanti al sismografo". Il resto è cronaca di dolore e di amarezza.
(s.a.)

Ivan Cicconi: "Vi spiego il disastro dei treni italiani"

IVAN CICCONI
"VI SPIEGO IL DISASTRO DEI TRENI ITALIANI"
di Sandra Amurri
IL FATTO QUOTIDIANO   -   23 dicembre 2009   pag. 6


Freddo. Pioggia. Neve. Visto che non è estate, le stagioni, almeno quelle, sono normali. A differenza delle Ferrovie, amministrate da un manager da un milione di euro l'anno: in tilt e in un silenzio imbarazzante e bipartisan. "Moretti fa solo comunicazione e propaganda" sentenzia l'ingegnere Ivan Cicconi, uno dei massimi esperti di infrastrutture. "Nel processo di liberalizzazione del servizio le funzioni sono state separate: la gestione dell'infrastruttura a RFI: il servizio ferroviario a Trenitalia. Due società con due Cda, due amministratori ben retribuiti. Ma nessuno risponde di nulla".
Ma Moretti, è presidente della holding del gruppo delle Fs, che controlla, per conto dello Stato, l'attività delle 59 società che sono state costituite, tra cui Rfi e Trenitalia al 100% di Fs.
Sì, e poi dice che negli altri paesi sono state cancellate più corse che in Italia. Omettendo che si tratta di cancellazioni programmate di cui gli utenti vengono informati per tempo. Il 70% delle cancellazioni effettuate in Italia sono state annunciate dopo l'orario di partenza del treno. Addirittura, posso testimoniarlo personalmente, accade che un treno venga annunciato in arrivo con ritardo. Uno oblitera il biglietto, poco dopo il treno viene soppresso e non si ha diritto al rimborso perché il biglietto è stato obliterato. Negli altri paesi quando i treni vengono cancellati esiste il rimborso cash. Qui nessun rimborso e se va bene un buono del 50% ma solo per ritardi che superano i 30 minuti. La Corte dei Conti un anno fa ha messo per iscritto parole di fuoco contro il management di Fs, Rfi e Tav. Moretti è il maggior responsabile di questo disastro, ma resta al suo posto, anzi è stato promosso. Merito? Fare parte della casta dei manager lottizzati super pagati e non controllati dalla politica. Non a caso oltre a ricoprire quattro incarichi in Fs, ha anche il tempo per fare il sindaco, come il ministro Matteoli, anche lui sindaco e di Orbetello.
E che dire delle Frecce Rosse, d'Argento che allo stesso costo hanno viaggiato come treni normali?
E nessuno sa che due giorni dopo l'inaugurazione, la galleria dell'Alta velocità Bologna-Firenze, è stata chiusa per problemi di sicurezza e non aveva ancora nevicato. Lo Stato dal 1992 ad oggi ha speso per l'Alta velocità quasi 48 miliardi di euro. Un terzo è venuto dalle varie leggi finanziarie, un terzo da quello che hanno spacciato come finanziamento privato mentre era debito a carico dello Stato, 13 miliardi di euro; il restante dai trasferimenti che ogni anno lo Stato dà a Fs per la sola gestione dei servizi universali che sono stati dirottati sull'Alta velocità in maniera illegittima. Si tratta di circa un miliardo di euro ogni anno da 15 anni a questa parte.
Dicevano che con l'Alta velocità si sarebbero liberate le linee storiche e il servizio potenziato.
Di fatto è successo che gli Espressi e gli Intercity a lunga percorrenza sono diminuiti, sono aumentati i tempi di percorrenza e i prezzi dei biglietti: gli utenti sulla lunga percorrenza infatti sono costretti a prendere una delle due Frecce pagando il doppio. Gli utenti vengono truffati perché pagano sulla loro pelle le inefficienze e i disservizi e tutti i cittadini si ritrovano sulle spalle 4,5 miliardi di euro l'anno, l'equivalente dei trasferimenti dello Stato alle Ferrovie per gestire il servizio in cambio di un servizio pessimo per il 95% dei passeggeri che non prende l'Alta velocità. Su 600 milioni di biglietti staccati ogni anno, infatti, solo 26 milioni sono Freccia Rossa e d'Argento.

Ritardi e interferenze fra Frecciarossa e treni regionali a Campo di Marte

 
Comitato Pendolari Valdarno Direttissima
 
Comunicato stampa   -   Figline Valdarno, 16 dicembre 2009                    
 
RITARDI DEI FRECCIAROSSA SULLA DIRETTISSIMA E INTERFERENZE CON I TRENI DEL VALDARNO.
DENUNCIA DEL COMITATO: «CAOS A CAMPO DI MARTE CON  RIPERCUSSIONI ANCHE SULLA LINEA LENTA E NESSUN RIMBORSO PREVISTO DA TRENITALIA».
 
Ritardi dei Frecciarossa alla stazione di Firenze Campo di Marte con ripercussioni sui treni regionali dei pendolari in transito sulla linea Direttissima e addirittura anche sulla Lenta, da Figline a Montevarchi e Arezzo. «Fra le 9 e le 11 è stato il caos a Campo di Marte - afferma Maurizio Da Re, portavoce del Comitato - con i treni dell'Alta Velocità in ritardo di oltre 30 minuti e l'arrivo contemporaneo del Frecciarossa da Torino e del Frecciargento da Brescia, che ha occupato il binario 2 riservato ai regionali - continua Da Re - i due treni si sono intrecciati fra loro nella partenza verso Roma, causando ulteriori ritardi, anche ai regionali in arrivo alla stazione».
Il triste primato per i ritardi è stato del treno regionale  n. 23505 per Arezzo, fermato in attesa del binario libero e arrivato a Campo di Marte col tempo di 22 minuti invece dei 5 necessari per coprire il tratto da S. M. Novella. «Purtroppo erano fondati i nostri timori sui ritardi e disservizi  causati ai treni dei pendolari dai nuovi Treni dell'Alta Velocità, previsti con il nuovo orario ferroviario - sottolinea Da Re - perchè le interferenze dei Frecciarossa c'erano già e ci sono sempre più, non solo dal Valdarno sulla Direttissima verso Firenze, ma anche dal Nord Italia con ricadute sulla linea Firenze-Roma. Specialmente in caso di ritardi e conseguenti precedenze sull'uso della Direttissima da parte dei treni veloci».
Al Comitato sono arrivate anche segnalazioni di ritardi di 30' e disservizi sui treni regionali sulla linea Lenta fra Figline-Montevarchi-Arezzo, avvenuti nella mattinata, anche conseguenti ai problemi di Campo di Marte.
«I viaggiatori e pendolari possono chiedere i rimborsi per i ritardi di oggi, ma non hanno speranze - conclude Da Re - dal 13 dicembre Trenitalia ha dato attuazione al nuovo regolamento europeo (n. 1371/2007 relativo ai diritti ed obblighi dei passeggeri nel trasporto ferroviario) e quindi prevede rimborsi del 25% per i ritardi tra i 60 ed i 119 minuti e del 50% dell'importo del biglietto per ritardi superiori a 120 minuti».
 
 

Adesione manifestazione No ponte di Messina

Comitato contro il sottoattraversamento AV di Firenze
http://www.notavfirenze.blogspot.com/

Firenze, 15 dicembre 2009
Aderiamo convintamente alla manifestazione NO ponte del 19/12 a Villa S.Giovanni, di cui condividiamo appieno le motivazioni.

Aggressioni


AGGRESSIONI
Berlusconi ancora in ospedale a Milano Tartaglia in carcere al centro neuropsichiatrico. Da destra campagna di odio contro chi si oppone
di Antonio Padellaro

IL FATTO QUOTIDIANO   -   15 dicembre 2009   pag. 1

Primo. Il volto insanguinato e sofferente di Silvio Berlusconi è una pagina nera per l'Italia. L'aggressione fisica è sempre ripugnante. Ma l'immagine in diretta tv di quell'oggetto scagliato con violenza contro un uomo sarà difficile da dimenticare.
Secondo. L'autore del gesto è uno squilibrato noto e certificato. Chi lo associa al gruppo di fischiatori del premier nella piazza di Milano, mente sapendo di mentire.
Terzo. Nei fotogrammi mandati e rimandati in video si vede Tartaglia prendere due volte la mira impugnando la statuetta del Duomo. Tranquillamente senza che nessuno tra i numerosi custodi, tutti grinta e auricolari, muovesse un dito. Il ministro Maroni può dire ciò che vuole, ma alla prova dei fatti il tanto decantato sistema a protezione del presidente del Consiglio ha fallito su tutta la linea.
Quarto. La domande sul clima infame che regna nel paese e sui cosiddetti mandanti morali sono fuori luogo vista la personalità dell'aggressore. Ma se proprio si insiste a voler porre il problema di chi questo clima infame ha creato, sottoscriviamo il giudizio di Rosy Bindi, tra i pochi nel Pd a non balbettare scuse per colpe non commesse. Responsabile dei veleni è chi non smette di attaccare e accusare le più alte istituzioni: dal Quirinale alla Corte costituzionale alla magistratura tutta.
Quinto. I berluscones parlanti che hanno subito scatenato la caccia agli oppositori rimasti, in Parlamento e nei giornali, sappiano che non arretreremo di un millimetro nella contrapposizione civile e rigorosa al peggior governo della storia repubblicana.
A Marco Travaglio pesantemente minacciato da un comunicato dei parlamentari Pdl di chiaro stampo squadrista, la nostra più totale e affettuosa solidarietà.
Infine, dalla destra più responsabile (se non è entrata in clandestinità) attendiamo ancora una ferma presa di distanza dal titolo eversivo del Giornale: "Violenza costituzionale". A quando le leggi speciali?
 
 

Aggressione a Berlusconi: i punti fermi del "Fatto"

 
I PUNTI FERMI DEL "FATTO"
 
Tratto dal sito  http://antefatto.ilcannocchiale.it/  -  14 dicembre 2009
 
Viviamo momenti difficili ed è quindi necessario fissare alcuni punti fermi a cui noi del Fatto Quotidiano intendiamo attenerci.
Primo. Silvio Berlusconi è stato oggetto di un'aggressione violenta che sgomenta e che deve suscitare in tutti la più ferma condanna. Il suo volto insanguinato e sofferente è una pagina nera per il nostro Paese.
Secondo. L'autore dell'aggressione è uno psicolabile da dieci anni in cura per problemi mentali, e tanto basta per individuare la matrice del gesto.
Terzo. Ieri a Milano il tanto celebrato sistema di sicurezza del premier ha fallito su tutta la linea. Si doveva e si poteva impedire che l'esagitato si avvicinasse a Berlusconi anche perché il suo atteggiamento era apparso subito sospetto.
Quarto. La domanda sul clima infame che ha provocato l'aggressione è fuori luogo vista la personalità dell'aggressore. Ma se si vuole porre il problema di chi questo clima ha creato sottoscriviamo il giudizio di Rosy Bindi: il responsabile di questo clima è chi da mesi attacca tutte le istituzioni di questo paese, dal Quirinale, alla Corte costituzionale, alla magistratura.
Quinto. Subito le teste di cuoio berlusconiane, politiche e giornalistiche si sono mobilitate per scatenare la caccia all'opposizione, politica e giornalistica. Sappiano costoro che per quanto ci riguarda non arretreremo di un millimetro nella contrapposizione civile e rigorosa al peggior governo della storia repubblicana.
 
Antonio Padellaro
direttore de "Il Fatto Quotidiano"
 
 

Firenze, giovedì 17 dicembre 2009 ore 16.00: seminario pubblico sul TAV

Università degli studi di Firenze
Gruppo di studio sull'attraversamento TAV di Firenze



LaPEI - Laboratorio di Progettazione Ecologica degli Insediamenti - Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio



Rete del Nuovo Municipio



Seminario pubblico
Alta Velocità, quale compatibilità?
TAV E STAZIONE DI SUPERFICIE
Ottimizzazione della localizzazione ed approfondimenti progettuali

Firenze, giovedì 17 dicembre 2009, ore 16.00
Aula Magna della Facoltà di Architettura - via Micheli, 2


Saluto di Marco Massa, Direttore del Dipartimento di Urbanistica e Pianificazione del Territorio, Università di Firenze
Introduce: Alberto Ziparo, Coordinatore del Gruppo di Studio
Coordina: Maurizio De Zordo, Gruppo di Studio sull'Attraversamento TAV
Comunicazioni di:
Roberto Budini Gattai (Università di Firenze), Manlio Marchetta (Università di Firenze), Giorgio Pizziolo (Università di Firenze), Giovanni Vannucchi (Università di Firenze)
Intervengono:
Vincenzo Abbruzzo, Paolo Celebre, Antonio Fiorentino (Gruppo di Studio sull'Attraversamento TAV), Teresa Crespellani (Università di Firenze), Angelo M. Cirasino (Rete del Nuovo Municipio, Università di Firenze)
Sono stati invitati:
il Sindaco di Firenze, i Capigruppo e i componenti del Consiglio Comunale, Provinciale e Regionale


Firenze, cantieri TAV: perché si abbatte il palazzo di via Zeffirini e si devasta l'area ex Macelli?

 
CONSULTA TAV - Comitati, associazioni e cittadini contro il sottoattraversamento TAV di Firenze
 
LA DISCUSSIONE SUL PASSAGGIO DELL'ALTA VELOCITA' E' ANCORA APERTA!
PERCHE' ABBATTERE IL PALAZZO DI VIA ZEFFIRINI E DEVASTARE L'AREA DEI MACELLI ??
 
In questi giorni è previsto l'abbattimento del palazzo di via Zeffirini, e proseguono, come se niente fosse, i lavori che stanno distruggendo l'area dei Macelli, con rumori e vibrazioni fino a tarda sera, mentre la soluzione per il passaggio e la fermata dell'Alta Velocità non è stata ancora definita.
Dalla stampa veniamo a sapere di incontri ristretti e riservati (alla faccia della trasparenza e della partecipazione!) tra Governo, Ferrovie, Regione, Provincia e Comune per trovare in tempi ravvicinati un accordo, di fronte alla posizione di contrarietà alla stazione sotterranea Foster in area Macelli espressa dal Sindaco Renzi.
Come Consulta TAV, Comitati, associazioni e cittadini contro il sottoattraversamento TAV di Firenze, abbiamo detto con chiarezza al Sindaco:
giusto cancellare la Stazione Foster, ma questo significa rimettere in discussione anche i due tunnel che sono stati pensati proprio per la stazione ai Macelli
occorre fermare i lavori nei cantieri aperti in città ed ai Macelli se davvero si vogliono praticare soluzioni diverse ed aprire un confronto pubblico tra cittadini, amministratori, consiglieri e tecnici sulle alternative possibili che siano funzionali davvero alla mobilità pubblica (non solo alla TAV!), e riducano l'impatto, i costi e la durata dei cantieri.
Niente di tutto questo sta avvenendo, nonostante l'importante manifestazione del 28 novembre scorso che ha visto migliaia di cittadini attraversare le vie del centro: le soluzioni non ci sono ancora, i lavori continuano ed allora noi pensiamo che si voglia lasciare tutto come previsto (o solo con piccole modifiche) per non toccare i grossi interessi in gioco. Il Governo, le Ferrovie ed anche la Regione spingono chiaramente in questa direzione.
Al Sindaco diciamo nuovamente: se vuoi davvero cambiare e fare sul serio FERMA I LAVORI, BLOCCA L'ABBATTIMENTO DEL PALAZZO DI VIA ZEFFIRINI, APRI UN CONFRONTO PUBBLICO !!
 
Continuiamo la nostra iniziativa, è ancora possibile dire:
NO AL PROGETTO DI TUNNEL E STAZIONE TAV SOTTO LA CITTA' !!
SI ALLE ALTERNATIVE DA VALUTARE CON UN CONFRONTO PUBBLICO !!
FERMARE I LAVORI ED UN'OPERA DISASTROSA PER TUTTA LA CITTA'!!
 
Firenze, 14 dicembre 2009
 
 

Firenze, cantieri Tav - De Zordo: “Cominciano gravi disagi nella zona ex Macelli e Campo di Marte”

 
perUnaltracittà - Gruppo Consiliare Comune di Firenze
www.perunaltracitta.org - perunaltracitta@comune.fi.it
 
Comunicato stampa   14 dicembre 2009

Cantieri Tav, De Zordo: "Ancora nessuna decisione definitiva, ma cominciano gravi disagi nella zona ex Macelli e Campo di Marte"
La capogruppo: "Oggi sono state autorizzate le deroghe al rumore per i cantieri degli ex Macelli e di Campo di Marte".
 
"La direzione Ambiente del Comune ha autorizzato le deroghe ai limiti di legge per il rumore, da oggi fino al 30 settembre 2010, per i cantieri Tav dell'area ex Macelli e di Campo di Marte".
A dichiararlo è la capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo. "Il progetto esecutivo non è stato ancora definitivamente vistato dall'Osservatorio Ambientale e la Stazione ancora non si sa ancora dove finirà - afferma De Zordo - ma con queste deroghe al rumore comincia una stagione di anni di disagi, peraltro già iniziati in zona viale Corsica, dove i lavori notturni tengono svegli i cittadini. Gli abitanti delle zone interessate, in particolare Via Zeffirini, viale Corsica, via Circondaria, Via Campo d'Arrigo - continua De Zordo - sappiano che dal momento in cui cominceranno i lavori ci saranno problemi di vivibilità, rumori quotidiani molto al di sopra della norma, polveri, mezzi pesanti che poi, al momento dell'apertura dei cantieri veri e propri, saranno decine e decine al giorno".
Inoltre continuano le previste demolizioni agli ex Macelli e via Zeffirini. "E' assurdo procedere nei prossimi giorni alla demolizione del palazzo di via Zeffirini - aggiunge ancora la capogruppo di perUnaltracittà - quando è ancora in corso la verifica del progetto della stazione dell'alta velocità  e non è affatto certo che quello spazio sia necessario. Il sindaco - conclude De Zordo - blocchi immediatamente l'abbattimento della struttura!"
 
 

Mille nel tunnel: occhio a quel treno TAV che comincia a correre fra Firenze e Bologna

 
Associazione di volontariato Idra
iscritta al Registro Regionale del Volontariato della Toscana per la promozione e la tutela del patrimonio ambientale e culturale
Tel. e fax   055.233.76.65   e-mail idrafir@tin.it   web http://associazioni.comune.fi.it/idra/inizio.html

COMUNICATO STAMPA    Firenze, 12.12.'09

Mille nel tunnel: occhio a quel treno TAV che comincia a correre domani fra Firenze e Bologna.
Summit coi sindaci della tratta: lo chiede Idra al Comune di Bologna.

Mille nel tunnel. Qualcuno dà per scontato che non succederà mai. Mai un deragliamento. Mai una collisione. Mai un attentato. Ma se capitasse, per la stragrande maggioranza dei superstiti non ci sarebbe altro scampo che farsi in qualche modo da soli fino a due km e mezzo a piedi per raggiungere la base di una discenderia. Ci sarebbero, sì, leggiamo sulle cronache, due mezzi bimodali capace di arrivare in prossimità dell'incidente. Ma quanti soccorritori sarebbero a bordo? Certamente assai pochi a fronte dei circa 1000 passeggeri potenzialmente coinvolti da un incidente fra due treni TAV.
E anche lì, alla base della discenderia sottoterra, resta da capire chi e come interverrebbe. Dopo mesi di richieste di informazione, nessuna risposta è stata ancora fornita a Idra dagli organismi competenti, a partire dai Vigili del Fuoco, sulle dotazioni di cui si dispone, sull'organizzazione del soccorso, sull'addestramento e la formazione del personale.
Una volta salite le lunghe e ripide discenderie, poi, si presentano nuovi punti interrogativi: chi garantisce l'efficienza diurna e notturna, in tutte le stagioni, alla viabilità di accesso agli imbocchi delle gallerie e alle discenderie, alle piazzole di soccorso, alle superfici a disposizione degli elicotteri, alla relativa segnaletica? Chi attua i lavori conservativi necessari ad assicurarne la corretta manutenzione?
Idra ha chiesto in una lettera raccomandata inviata il 25 novembre ai sindaci del Mugello di far conoscere i particolari di questa pianificazione. Nessun riscontro. Forse non lo sanno neanche loro?
Un grande imbarazzo trasversale, dunque, sembra aleggiare intorno all'intera vicenda.
Nel '95, quando improvvidamente si provvede a licenziare il progetto di costruzione della tratta destinata a dissanguare falde idriche ed erario, "alla superficialità si accompagna afferma il Pm Gianni Tei nella requisitoria al processo celebrato presso il Tribunale di Firenze e conclusosi con la condanna dei costruttori - un elemento nuovo, che è quello della fretta. C'è una scadenza: 27 luglio 1995. Bisogna approvare questo progetto. (...) Ciò che si può rilevare è come nella primavera-estate del 1995 siano maturate le condizioni politico-economiche per cui si è ritenuto di dover chiudere in tempi rapidissimi la conferenza dei servizi per l'approvazione dell'opera". Non vorremmo che anche oggi si stesse incorrendo nello stesso tragico errore: quello di metterla in esercizio a tutti i costi!
Per questo l'associazione ecologista fiorentina ha scritto tre giorni fa all'unico interlocutore istituzionale mostratosi trasparente sulle criticità dell'apparato di sicurezza TAV, l'assessore alla Mobilità del Comune di Bologna Simonetta Saliera, e le ha proposto la convocazione di un incontro fra tutti i sindaci della tratta toscana e emiliana del tunnel TAV, Idra e il Comitato bolognese di Via Carracci, per fare il punto sulla situazione. Appare infatti estremamente preoccupante, e potenzialmente foriero di pessime notizie, il silenzio che circonda la materia della sicurezza nonostante si abbia a che fare con un oggetto assolutamente nuovo: un tunnel quasi ininterrotto di 60 km fra Firenze e Bologna, destinato a ospitare treni che si incrociano ad altissima velocità e con grande frequenza in un unico tubo sprovvisto di una galleria parallela di soccorso.
Il 7 dicembre scorso Idra ha chiesto ai Vigili del Fuoco di Firenze e di Bologna di far conoscere almeno i risultati delle esercitazioni avvenute nel tunnel. A oggi, nessuna notizia. Quelle che si leggono sui giornali, a proposito della simulazione tenutasi "in gran segreto" nella galleria della Raticosa, lasciano quanto meno perplessi. I 60 dipendenti FS, presumibilmente esperti e rodati, coinvolti nella simulazione del 25 novembre, a meno di tre settimane dall'apertura al servizio commerciale, assomigliano infatti ben poco ai 1000 passeggeri inesperti che vivrebbero nella realtà un evento incidentale. Così come una collisione o un deragliamento sarebbero ben altra cosa dal semplice principio di incendio su un solo convoglio, a cui si sarebbe limitata - leggiamo - la simulazione del 25 novembre. Quanto al dépliant che i 'clienti' di Trenitalia trovano sul Freccia Rossa, potrà mai rassicurare, coi contenuti necessariamente generici che propone?