Visualizzazione post con etichetta Ex Panificio Militare Firenze. Mostra tutti i post

Firenze, l'ex assessore all'urbanistica Gianni Biagi indagato per corruzione

 
Panificio, l'ex Biagi nei guai è indagato per corruzione
Fusi intercettato: "Ci ha detto che architetto prendere..."
di Franca Selvatici

LA REPUBBLICA Edizione FIRENZE   -   13 marzo 2010   pag. I e III

L'ex Panificio Militare, il grande complesso abbandonato in via Mariti, non è oggetto soltanto di una battaglia condotta dai cittadini ma anche di una inchiesta della procura.
L'ex assessore all'urbanistica Gianni Biagi (Pd) è stato iscritto nel registro degli indagati per corruzione insieme con l'architetto Marco Casamonti e con l'imprenditore Riccardo Fusi, proprietario dell'area. La procura ha ritenuto infatti che nel corso del 2004 l'assessore Biagi abbia compiuto un atto contrario ai propri doveri d'ufficio garantendo che l'operazione di trasformazione immobiliare dell'ex Panificio Militare si sarebbe rapidamente realizzata, con il rilascio dei permessi da parte dell'amministrazione comunale, in cambio dell'impegno da parte di Riccardo Fusi di affidare il progetto a professionisti indicati dallo stesso assessore Biagi, e cioè Marco Casamonti, affiancato dal celebre architetto spagnolo Rafael Moneo. In effetti Casamonti e Moneo furono incaricati della progettazione, a spese del Gruppo Fusi. In seguito però Palazzo Vecchio tirò i freni e bloccò le dichiarazioni di inizio attività, anche perché si era formato un comitato di cittadini che si opponevano fermamente (e tuttora si oppongono) a quella che giudicano una colata di cemento che il quartiere, già congestionato, non potrebbe sopportare. Il Gruppo Fusi ricorse alla giustizia amministrativa e vinse.
Il 23 marzo 2008, dopo aver incassato la vittoria al Consiglio di Stato, Riccardo Fusi si sfoga contro Biagi: «Io farei una bella conferenza stampa dove direi: "Questo assessore bisogna toglierlo", perché uno che tre anni fa alla proprietà gli indica addirittura l'architetto che deve fare il progetto... Se lui sostiene veramente e ha sempre sostenuto che quel progetto non si può approvare, perché ci ha fatto fare il progetto?». E ancora: «C'ha fatto fare un progetto, c'ha fatto spendere i soldi, c'ha dato delle indicazioni, poi al momento che deve approvare il progetto si sono costituiti due comitati e allora dice "no, no, avete ragione" (ai comitati Ndr)». «Quello che va smontato è anche il fatto del comitato - rincara la dose Fusi - perché secondo me la gente non sa come stanno le cose. Perché la verità non la sanno. Non sanno al comitato che noi s'è detto al Comune "prendetelo voi". E quindi se non lo sanno bisogna fare una conferenza stampa e dirlo: "Signori, guardate che il fatto di fare il progetto e di fare gli appartamenti l'ha detto Gianni Biagi e c'ha detto anche quale architetto prendere"».
Tre giorni più tardi, il 26 marzo 2008, i Carabinieri del Ros intercettano una conversazione fra l'allora direttore dell'urbanistica Gaetano Di Benedetto e l'imprenditore Lorenzo Giudici, che ha incontrato l'assessore Biagi trovandolo molto seccato per la pronuncia del Consiglio di Stato. Giudici racconta di aver detto all'assessore: «Io figurati: a me mi dispiace, Gianni, che tu la prenda così». Di Benedetto: «Discorsi, discorsi». Giudici: «... che tu la prenda così, però mettiti nei panni di chi ha fatto un investimento, che gli erano state fatte delle promesse. Dice (Biagi Ndr): "No, ma io non ho fatto promesse a nessuno"». Di Benedetto commenta: «Accidenti, ragazzi, gli ha fatto spendere soldi...».
Dopo l'arrivo in Palazzo Vecchio della giunta Renzi, l'impresa ha ripreso le trattative e ha modificato il progetto. I lavori sarebbero sul punto di partire. Il comitato ex panificio Militare chiede garanzie sul futuro della zona e ha organizzato una assemblea pubblica mercoledì 17 alle 21 nel teatro della parrocchia dell'Ascensione in via Giovanni da Empoli. Il sindaco ha assicurato la sua presenza.

 
 
 
COMITATO EX PANIFICIO MILITARE  –  VIA MARITI, FIRENZE
coexpami@libero.it – www.coexpami.it
 
 
Firenze, 12 marzo 2010
 
In una zona già congestionata, soffocata da continui interventi edilizi, povera di verde e di risorse per i residenti, in cui si profilano immani cantieri e nuove funzioni strategiche per la città, le notizie della decisione che si sta prendendo in queste ore sul futuro dell' Ex Panificio Militare aumentano le preoccupazioni dei residenti.
Cosa comporterà l'accordo che il Comune sta per firmare con la proprietà? Cosa si può fare affinché i bisogni dei residenti non siano sacrificati agli interessi di un privato?

ESIGIAMO GARANZIE SUL FUTURO DELLA NOSTRA ZONA !
 
Per non subire passivamente le scelte che altri operano sul nostro futuro e per tutelare la qualità della vita nostra e dei nostri figli, INTERVENIAMO NUMEROSI:

MERCOLEDI 17 MARZO ore 21 in via G. da Empoli, Firenze
ASSEMBLEA PUBBLICA
ospitata dalla Parrocchia dell'Ascensione di NSGC
 
Ha assicurato la sua presenza il sindaco MATTEO RENZI.

PARTECIPERANNO anche capigruppo e consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione, consiglieri regionali e di quartiere, politici e giornalisti, ma soprattutto… i CITTADINI !
VIENI ANCHE TU !

Per informarsi, discutere, fare richieste ai nostri amministratori, proporre nuove iniziative a tutela del nostro futuro. Perché abbiamo il diritto di difendere la vivibilità della nostra zona, già fin troppo sovraccarica e sofferente, oggetto di una cementificazione continua e senza regole (vedi vicenda Quadra) e sempre più carente di verde, spazi pubblici, luoghi di aggregazione.


 

Fusi e Verdini - Fusi e l'ex panificio militare


Dalla Parved a Porta Elisa srl ecco i legami tra Fusi e Verdini
Ma i legali del costruttore smentiscono: mai partecipazioni societarie
di Franca Selvatici

LA REPUBBLICA  Edizione FIRENZE   -   4 marzo 2010   pag. II

«Sono stato socio di Riccardo Fusi fino al '96», ha dichiarato l'onorevole azzurro Denis Verdini il 16 febbraio, quando è stato ascoltato in procura. Sia lui che Fusi, presidente dimissionario della Baldassini Tognozzi Pontello, sostengono che il loro rapporto è stato da allora quello che intercorre fra amici che si danno una mano per quanto possibile e fra un imprenditore e un banchiere che lo finanzia, pretendendo peraltro adeguate garanzie. Non altro. La società Parved, poi Parfu, sembra raccontare però un'altra storia. La Parved Spa viene costituita il 28 febbraio 2005 con un capitale sociale di 5 milioni di euro così ripartito: 4 milioni e 900 mila di Denis Verdini, 100 mila di Emanuela Corsini, nominata amministratore unico. L'attività dichiarata è: «assunzione di interessenze e partecipazioni in altre società di qualunque tipo, coordinamento tecnico finanziario delle società alle quali partecipa». La sede è via Alfieri 5, la stessa di molte società del Gruppo Fusi. La signora Corsini amministra diverse società del Gruppo Fusi. Dalla nota integrativa al bilancio 31 dicembre 2005 risulta che il 3 marzo 2005 la Parved Spa ha stipulato «una promessa di cessione quote» per l'acquisto dalla II Forte Spa di azioni rappresentanti il 10% del capitale sociale della società Una Hotel & Resort Spa (Gruppo Fusi). «Alla parte promettente vendita è stato versato un importo a titolo di deposito cauzionale pari a 1 milione e 200 mila euro».
L'avvocato Marco Rocchi, difensore di Verdini, esclude che la Parved abbia fatto una qualunque operazione. Gli avvocati Sara Gennai e Sandro Traversi, legali di Riccardo Fusi, precisano che il loro assistito e sua sorella Milva hanno acquistato il 6 novembre 2006 il 100% delle quote della Parved, che il 28 novembre successivo è stata trasferita a Prato e ha cambiato denominazione sociale in Parfu. «Il signor Fusi - si legge in una nota - non ha mai avuto partecipazioni societarie con l'onorevole Verdini».
Ciò sembra smentito, però, da una circostanza. Il 18 marzo 2005 è stata costituita a Calenzano la società Porta Elisa srl, avente ad oggetto sociale l'attività edilizia e immobiliare. Il capitale sociale di 100 mila euro risulta ripartito fra quattro soci: 25% Legi Partecipazioni (con capitale interamente detenuto da Stefania Cecconi, moglie di Riccardo Fusi), 25% Gesthouse srl dei Bartolomei (soci di Fusi), 30% Lima Club Vacanze di Roberto Ballerini e Danilo Centurelli, 20% Parved Spa, fondata 18 giorni prima e che vedeva socio al 98% l'onorevole Verdini.



Panificio militare, i rapporti tra Btp e Palazzo Vecchio. Prima l'euforia, poi la doccia fredda
"C'è lo scandalo Quadra rimandiamo di un mese..."
L'imprenditore dopo l'incontro con Renzi: "Gli ho detto: mi sono rotto i coglioni, io"

LA REPUBBLICA  Edizione FIRENZE   -   4 marzo 2010   pag. I e III

Era quasi fatta, l'affare Panificio militare stava per rimettersi in moto, forse per giungere finalmente a conclusione. Poi è arrivata l'inchiesta Quadra e ha raffreddato improvvisamente Palazzo Vecchio.
Sono quasi le nove della sera del 21 ottobre. Riccardo Fusi di Baldassini Tognozzi Pontello ha appena incontrato Matteo Renzi. Ha parlato del Panificio militare ed è soddisfatto, perché il sindaco gli ha annunciato come imminente il via libera alla ristrutturazione dell'immobile, che è di proprietà di una società del gruppo. Chiama un suo socio, Lorenzo Nencini, e racconta. Fusi: «... e quindi praticamente a me ha dato tutte le linee guida, praticamente ha già dato mandato all'avvocatura del Comune di procedere in questo senso, avanti su quello che è la proposta di demolizione di tutto». Ancora: «ricostruzione della stessa superficie, come metri quadri, con la possibilità di trovare praticamente il modo di fare un asilo sui 300 mq, praticamente con la possibilità di avere poi, come si dice, il...». Nencini: «l'equivalente dei metri quadri in più che gli si dà a loro...». Fusi: «Sì, lui questa cosa ha detto: "guardate il progetto, io vorrei che la superficie non si toccasse". E poi dice: "voglio dei parcheggi", quindi va fatto due piani sotto terra. Ecco, questo è il discorso». Più avanti Nencini chiede: «Con quale progetto in mano ha dato l'ok di portarlo avanti? Con quello che era fatto da quello spagnolo?» (sarebbe il celebre architetto Moneo, Ndr). Fusi: «No no, assolutamente, lo spagnolo prevede un monte di metri in più. Viene demolito e ricostruito tutto con il progetto che noi abbiamo già fatto, che ha fatto praticamente lo "Studio Arx" di Firenze, che poi sarebbe lo studio che abbiamo in via Alfieri, quello sotto lì, sarebbe il fratello di Di Nardo e quegli altri architetti...». Nencini: «Sì, sì, ma era un progetto che te eri contento?». Fusi: «Sì, sì, sì, sì, non è mica casa mia o tua, io quando ci fanno gli appartamenti normali con tutto normale, Lorenzo, a noi ci va bene. Poi sai, sui progetti è sempre molto soggettivo. Se tu mi chiedi il parere del progetto, ti dico "fa schifo". Cioè, se tu mi dici quello dello spagnolo è uguale... Però questi sono appartamenti, tanto noi si vende il progetto, quindi io sono tranquillo, a me l´importante è che si possa demolire per fare appartamenti veri e non dei bugigattoli».
Fusi parla anche con il padre di Lorenzo, Leonardo Nencini. Fusi: «E' stata una grandissima riunione ma, sai, era anche un Fusi in forma, perché gliene ho dette di tutti i colori, sicché (ride) gli ho detto: «"Guarda mi sono rotto i coglioni io, capito?" Ma non c'è stato, devo dire la verità, nessun momento di rottura perché praticamente mi ha dato ragione a 360 gradi».
Una settimana dopo, il 28 ottobre, l'entusiasmo di Fusi lascia il posto alla rabbia. L'imprenditore scopre che ci sono novità che non gli piacciono, e chiama Bruno Cavini, uno degli uomini di fiducia di Renzi. Colpa dell'esplosione dello scandalo Quadra. Il giorno precedente ci sono stati degli arresti. L'inchiesta investe in pieno l'edilizia delle classi 6, della demolizione di vecchie fabbriche o magazzini con costruzione di edifici assai più voluminosi. I cortili si riempiono, i cittadini sono furiosi. E proprio sull'ex panificio militare l'opposizione è durissima.
Fusi: «Stamattina mi chiama l'avvocato, va bene? E mi dice: "tutto a posto, s'è già fatto tutti gli atti, come devono essere fatti e tutto", dice che dal Comune lo chiamano stamani e gli dicono: "siccome ci sono articoli sui giornali su questa cosa, bisognerebbe rimandare di un mese e mezzo, però nel frattempo andrebbe rimandato il Consiglio di Stato". Ma è una follia pura, tutto impossibile, perché noi non si può né rimandare nulla né si può aspettare, cioè, è una follia, che ci s'entra noi con gli articoli di questi giorni delle cose che hanno fatto gli altri, noi non si sta mica chiedendo nulla di cui si deve avere problemi, capito?». Cavini: «Io non ti so assolutamente dire nulla di questo».

Ex Panificio Militare



Comitato Ex Panificio Militare - Via Mariti, Firenze
www.coexpami.it   -   www.coexpami.it

Comunicato stampa   -   Firenze, 13 marzo 2009

Ex Panificio Militare: l'Amministrazione intervenga senza cercare alibi


Si sta utilizzando un'area ancora a destinazione pubblica per una speculazione privata. Si stanno utilizzando semplici Dichiarazioni di Inizio di Attività per dichiarate "opere di manutenzione" e "ristrutturazioni edilizie" per demolire edifici e realizzare parcheggi sotterranei e centinaia di appartamenti.  
L'Amministrazione vuole darci da intendere che non ha mezzi o provvedimenti tecnicamente possibili per fermare questi interventi edilizi palesemente "azzardati", tanto per usare un eufemismo?
Si dica piuttosto che non c'è la volontà politica di opporsi agli interessi dei soliti noti, che si abdica al controllo del territorio, che si lascia il bene pubblico colpevolmente alla mercé degli interessi privati, che si rinnegano le tante, pubbliche promesse fatte ai cittadini, che si vanificano perfino i pronunciamenti del Consiglio Comunale e del Consiglio di Quartiere 5.
L'altra possibilità è che ci sia un accordo non dichiarato con la proprietà e che, ancora una volta i giochi si siano compiuti nelle "stanze dei bottoni", tra amministratori e privati, senza coinvolgimento dei residenti che, mai come in questo caso, dovrebbero essere non solo informati, ma anche partecipi delle decisioni, come affermato anche negli atti formali assunti in Quartiere 5 (delibera del 12 aprile 2005), e perfino in Consiglio Comunale (Ordine del giorno del 19 febbraio 2007), per non parlare delle molte dichiarazioni e promesse dell'assessorato competente e dei vari esponenti della maggioranza.
E perché, dopo anni di tira e molla con i cittadini, si decide di ipotecare il destino di un'area così importante e discussa proprio nell'ultimo scorcio di legislatura, con amministratori a fine mandato?
Va considerato, infine, ciò che è successo e sta succedendo in zona negli anni passati dalla prima proposta di sfruttamento dell'area (ottobre 2004), bocciata a "furor di popolo": la perdita dei pochi giardini esistenti e del verde lungo il Terzolle e il Mugnone, che ha visto nei giorni scorsi anche l'abbattimento di decine di alberi in via Bonsignori e Gordigiani. Poi la sistematica cementificazione di ogni spazio residuo, la sostituzione di capannoni dismessi con palazzi residenziali, l'assedio di tutta la zona, sede di un cumulo di interventi che sarebbe insostenibile anche se fossimo in aperta campagna (multisala e centro commerciale in via Forlanini, stazione sotterranea Foster in viale Corsica, messa in sicurezza del Mugnone e tramvia in via Gordigiani...). La situazione della zona è insostenibile, ed è così palesemente, drammaticamente, peggiorata, da rendere un'ulteriore cementificazione nell'area dell'Ex Panificio Militare, già improponibile nel 2004, assolutamente impensabile oggi. I cittadini lo sanno bene. Chi ci governa non può far finta di ignorarlo.