Nota impresa edile di Calenzano (Fi) accusata di rapporti con la mafia

 
Il dubbio del Ros dei carabinieri, i vertici indagati anche per associazione a delinquere
Baldassini forse usata dalla mafia per aggiudicarsi lavori a Firenze
Al microscopio i rapporti tra l'impresa e il Consorzio Stabile Novus di Napoli
 
LA REPUBBLICA  Edizione FIRENZE   -   13 febbraio 2010   pag. II
 
La Baldassini Tognozzi Pontello, decima impresa di costruzioni italiana, potrebbe essere stata usata da aziende infiltrate dalla malavita come cavallo di Troia per aggiudicarsi lavori pubblici a Firenze. E´ il dubbio dei magistrati e dei Carabinieri del Ros che indagano sul dipartimento della Presidenza del Consiglio che gestisce gli appalti per l'esecuzione di «Grandi Eventi». Ed è la ragione per cui i vertici della Btp sono indagati non solo per corruzione ma anche per associazione a delinquere con l'aggravante di mafia.
L'ipotesi investigativa nasce dai rapporti fra l'azienda fiorentina e il Consorzio Stabile Novus di Napoli, che nel 2008-2009 raggruppava undici aziende campane e siciliane, alcune delle quali (secondo quanto risulta dalle indagini) pesantemente infiltrate dalla criminalità. Una delle aziende consorziate era la Opere pubbliche e ambiente Spa di Francesco Maria De Vito Piscicelli, l'imprenditore intercettato mentre gioiva per il terremoto di Abruzzo. Una decina di anni fa un suo parente, il cognato Gagliardi, fu intermediario dell'acquisto del cinema multisala costruito dalla Btp a San Bartolo a Cintoia e preso in gestione dalla Warner Bros.
Diversi anni più tardi Gagliardi informò i vertici della Btp che suo cognato aveva una piccola azienda ma molte entrature, «un monte di rapporti», e che avrebbe potuto aiutare la Btp a sbloccare la questione della Scuola Marescialli e introdurla nel giro dei Grandi Eventi. Fu così che Btp e Consorzio Stabile Novus costituirono una associazione temporanea di imprese (Ati) che presentò un progetto per il parco della musica di Firenze (firmato da Arata Isozaki, non fu neppure preso in considerazione) e concorse anche, senza successo, ad una gara per la costruzione di due strade in Sardegna.
In questo contesto, nel febbraio 2008 De Vito Piscicelli, afflitto da problemi finanziari, chiede a Riccardo Fusi, presidente della Btp, un milione e mezzo di euro, offrendogli in cambio prima la sua azienda e poi una casa all'Argentario, e affermando che la sua rete di rapporti era il frutto di «anni di buttamento di sangue» e di sacrifici per soddisfare le richieste più disparate dei funzionari ministeriali preposti agli appalti dei Grandi Eventi con procedure di urgenza («una banda di delinquenti», secondo le accuse). Fusi afferma che non ne fece di niente e che interruppe i rapporti. Sui quali dichiara che è compito dello Stato verificare se le imprese che si aggiudicano appalti pubblici siano infiltrate dalla mafia. Secondo gli inquirenti, il Consorzio Stabile Novus lo è. Ciò non gli ha impedito di acquisire i lavori di realizzazione della piscina Valco San Paolo a Roma (12 milioni di euro) nell'ambito del «Grande Evento» Mondiali di nuoto. Del resto lo diceva il 5 maggio 2009 un funzionario del dipartimento, Enrico Bentivoglio: «La colpa è la nostra che non vigiliamo, non monitoriamo, non controlliamo».



La corsa dei clan per la torta Grandi Opere
Consorzi, aziende satellite e rapporti giusti: così la mafia si è infiltrata negli affari

IL FATTO QUOTIDIANO   -   14 febbraio 2010   pag. 2

Che il Consorzio Stabile Novus sia infiltrato da Cosa Nostra e Camorra in ambienti giudiziari è cosa nota, pazienza se è riuscito comunque ad aggiudicarsi l'appalto di 12 milioni di euro per la piscina Valco San Paolo per i Mondiali di Nuoto romani. Il Consorzio nel biennio 2008-09 raggruppava una decina di aziende campane e siciliane, tra cui la Opere pubbliche e ambiente Spa di Francesco Mario De Vito Piscicelli, quello che rideva al telefono col cognato sulla tragedia d'Abruzzo, indicato nell'ordinanza del gip Rosario Lupo come "personaggio alquanto importante in tale inchiesta". Poi c'è l'impresa fiorentina Baldassini Tognozzi Pontello (Btp), che con il Consorzio costituì un'associazione temporanea d'impresa e al cui presidente Riccardo Fusi fu chiesto un milione e mezzo di euro da De Vito Piscicelli, nel febbraio 2008. La Btp fu sponsorizzata fortemente da De Vito Piscicelli al Dipartimento sviluppo e turismo della presidenza del Consiglio. Tra fine 2007 e inizio 2008, infatti, De Vito Piscicelli mette in contatto prima Vincenzo Di Nardo e poi Riccardo Fusi (legale rappresentante e presidente del Cda di Btp) proprio con Angelo Balducci e con Fabio De Santis. Così Di Nardo e Fusi avrebbero avuto la preventiva assicurazione dell'assegnazione di diversi appalti. Ma De Vito Piscicelli si offriva soprattutto di fare in modo che la Btp partecipasse alla "spartizione dell'enorme torta dei 465 milioni di euro stanziati per la realizzazione di ulteriori diciassette opere" relative al 150° dell'Unità d'Italia, oltre ad aver già tentato di sbloccare la situazione per il lavori della Scuola Marescialli nell'area di Castello a Firenze, appalto per discutere del quale Fusi incontra il suo amico Verdini, coordinatore Pdl - sul quale si concentrano voci di un possibile coinvolgimento giudiziario - , e il ministro Matteoli. Proprio qualche giorno prima dello scoppio della "Bertolaso Connection" il ministero delle Infrastrutture ha riconosciuto alla Btp la titolarità del cantiere a Castello, escludendo la Astaldi. Ora Btp chiede addirittura un 26% in più di costi rispetto al contratto iniziale. Ma la pista seguita dai Ros rivela come proprio la Btp – i cui vertici devono rispondere non solo di corruzione ma anche di associazione a delinquere con tanto di aggravante di mafia – possa essere stata usata come una sorta di "cavallo di troia" da imprese afferenti al Consorzio – quindi infiltrate – per permettere alla Camorra di mettere le mani sugli appalti. Una storia di usura scoperchia il tutto: De Vito Piscicelli, nel corso di numerosi dialoghi intercettati, spiega di aver "dovuto contrarre un prestito di 100 mila euro con soggetti campani, per soddisfare alcune richieste avanzategli dall'ufficio di via della Ferratella", arrivando a restituire una somma di 140 mila euro. Un prestito usuraio, quindi, pagato con assegni a due persone indicate al cognato, in conversazioni telefoniche, da De Vito Piscicelli come pericolose: "Son quella gente che è meglio che ci stai lontano… se si sgarra è la fine… io già l'altra volta dal 5 al mese… sono passati al 10". I due soggetti campani a cui De Vito Piscicelli fa riferimento sono – nell'ordinanza del gip – Rocco Lamino (diretto destinatario degli assegni) e Antonio Di Nardo, intermediario fra i due. Quest'ultimo funzionario ministeriale in contatto con altri soggetti indiziati di appartenenza ai clan. Proprio Di Nardo "gestiva occultamente" il Consorzio. E per le intermediazioni con il Dipartimento Sviluppo e Turismo De Vito Piscicelli chiede poi a Fusi un riconoscimento economico di 1,5 milioni, pronto a dargli anche una villa all'Argentario. Perché era il minimo vista "l'entrata assicuratagli presso il Dipartimento di via della Ferratella – scrive il gip –, asserendo che la rete di rapporti intessuta con il gruppo di funzionari facente capo all'ing. Balducci, messa a disposizione del Fusi, costituiva il 'background di dieci anni di buttamento di sangue' e alludendo a una serie di 'sacrifici' che aveva dovuto sostenere per assolvere alle richieste più disparate che gli erano pervenute dai funzionari ministeriali". (G. Cal.)
 

Postilla
L'impresa "Baldassini-Tognozzi-Pontello spa"  ha sede a Calenzano (Fi) ed è assai nota nel nostro territorio. I suoi amministratori sono ovviamente innocenti fino a che una sentenza definitiva della Magistratura non avrà dimostrato il contrario. Tuttavia, la notizia del loro coinvolgimento nell'inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze - con accuse così pesanti come la corruzione e l'associazione a delinquere con l'aggravante dei rapporti con la mafia - ed i fatti che emergono dalle cronache sono di evidente rilievo pubblico. Pertanto li offriamo alla riflessione dei lettori del nostro blog  http://cccpec.blogspot.com .
All'indirizzo internet http://www.repubblica.it/static/speciale/2010/maddalena-bertolaso/ potete trovare il testo integrale dell'ordinanza emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari di Firenze il 5 febbraio 2010.
Buona lettura.
(f. l.)