Il documento
Appalti spa Sesso & affari ecco le carte dello scandalo
di Carlo Bonini
LA REPUBBLICA - 12 febbraio 2010 pag. 9, 10, 11
ROMA - Nelle 126 pagine della sua ordinanza di custodia cautelare, il gip Rosario Lupo documenta il contenuto di centinaia di conversazioni telefoniche intercettate e trascritte dal Ros dei carabinieri tra l'autunno del 2008 e il gennaio scorso.
Sono le voci della "cricca dei banditi" che abitava la "Protezione civile spa". Frammenti "rubati" di un discorso privato che intreccia miserie quotidiane e affari di prima grandezza in un'allegra consapevolezza di impunità «delinquenziale» (l'aggettivo è del gip). È il ritratto di una classe dirigente in accappatoio di spugna ed escort a domicilio che, mentre con la mano sinistra pilota appalti pagati con denaro pubblico e protetti da corsie normative d'urgenza, con la destra, scrocca dagli imprenditori beneficiati la riparazione dello sciacquone del cesso di casa, lo stipendio dei domestici, i mobili per la villa di campagna, l'assunzione e il suv per il figlio di trent'anni. Ecco gli stralci più significativi di questo documento.
I SOLDI PER BERTOLASO E IL PRETE MISSIONARIO.
Il 20 settembre 2008, l'imprenditore Diego Anemone (A.) ha urgenza di recuperare almeno cinquantamila euro in contanti in vista dell'incontro che ha fissato con Guido Bertolaso. Decide di bussare alla porta di don Evaldo Biasini (E.), economo del "Collegio Preziosissimo sangue" di Roma, struttura missionaria dove Anemone sta svolgendo lavori di ristrutturazione.
A. Senti don Eva', scusa se ti scoccio... Solo per rotture di coglioni, perché stamattina devo vedere una persona verso le 10 e mezza. Tu come stai messo?
E. Di soldi? Qui ad Albano ce n'ho soltanto 10 mila (euro ndr.). Giù a Roma potrei darteli. Debbo poi portarli in Africa mercoledì. Vediamo un po'...
A. Eh, ma se io ti mando un attimo a prendere. Oppure se c'è qualcuno giù. Oggi non ce la facciamo? Va beh, domani allora. Domani mattina faccio un salto, casomai.
LA FESTA MEGAGALATTICA. LE RAGAZZE DEL "SALARIA SPORT VILLAGE". LE "STELLINE DEL CAZZO" DEL GRITTI PALACE.
Guido Bertolaso frequenta con assiduità il "Salaria sport Village" di Roma, centro riconducibile a Diego Anemone. Nella sala massaggi del centro, il capo della Protezione civile incontra almeno una dozzina di volte prostitute ingaggiate da Anemone, in particolare tali Francesca e Monica (brasiliane).
In un'occasione, il 21 settembre 2008, Anemone (A.) e Simone Rossetti (R.), suo factotum, preparano una "festa mega galattica" che deve stupire il dottor Bertolaso.
R. Capo.
A. Eccomi.
R. Allora, domenica prossima alle 8.
A. Di quello che parlavamo prima?
R. Si, sì, cosa megagalattica.
A. Lì da voi?
R. Chiudo il circolo due ore prima. Festa al Centro Benessere.
A. Ok.
R. Tre persone con lui.
A. Perfetto.
R. Sicuramente ci costerà qualche soldino.
A. Non mi frega un cazzo, Simo'.
R. No, no, io 'ste cose.
A. Però mi raccomando. La riservatezza tua e basta, Simo'.
R. Tranquillo proprio. Organizzo proprio tutto il passaggio. Vai tranquillo.
I due si risentono a ridosso dell' "evento".
R. Senti, quante situazioni devo creare? Una... Due...
A. Io penso due... lui si diverte... due.
R. Tre?.. Che ne so?
A. eh la Madonna! R. Va bene, a posto.
A. di qualità! R. Assolutamente, sempre.
Il 27 settembre 2008, Bertolaso (B.) dovrà rinunciare all'ultimo momento all'evento. Se ne rammarica e fissa con Anemone (A.) per un'altra data.
B: Pronto.
A: Disturbo? Buongiorno.
B: Sono a Brescia nel mio lungo giro italiano.
A: Madonna! Ma torni su Roma?
B: Tornerò questa sera ma poi poi dovrei muovermi domani mattina e rimanere fuori al nord.
A: Quindi non ci sei domani sera.
B: No, ahimé non ci sono. Però conto che l'offerta possa essere ripetuta ovviamente in un'altra occasione.
A: Va bene.
B: Ripeto, spero che mi consentirai di approfittarne in un'altra occasione.
Le occasioni non mancano. Il 21 novembre 2008, Bertolaso (B.) telefona a Rossetti (R.), il factotum di Anemone.
B: Sono Guido, buongiorno.
R: Buongiorno Guido.
B: Io sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti. Se oggi pomeriggio, se Francesca potesse... Io verrei volentieri... una ripassata.
R: Va bene.
B: Perché so che è sempre molto occupata. Siccome oggi pomeriggio invece io sono abbastanza libero... Richiamo fra un quarto d'ora e tu mi dici.
Il 10 febbraio 2009, Anemone (A.) si sincera con Bertolaso (B.) se abbia o meno intenzione di fare "un sopralluogo" (appuntamento con la escort) dove sta Simone (il Salaria sport center).
B: Eccoci.
A: Disturbo? Come stai?
B: Potrebbe andare meglio.
A: Senti, volevo chiederti una cosa. Ma tu, poi, me lo fai quel sopralluogo domani?
B: Domani? Domani non faccio nessun sopralluogo.
A: Lì dove sta Simone.
B: No, ho riunioni varie. Poi, se durante il pomeriggio... certamente, se riesco a ritagliarmi un paio d'ore di tranquillità caso mai, sì lo faccio. Non avevo capito....
Il 17 febbraio 2009, ancora Bertolaso (B.) con Anemone (A.).
B: Io domani pomeriggio, verso le due, di andare a fare una terapia in modo da riprendermi un pochettino, sempre se c'è ovviamente quella persona. Quella là. Capito?
A: Perfetto. Assolutamente.
L'11 marzo c'è un regalo per Francesca da Bertolaso (B.) che informa Rossetti.
B: Sono Guido, Buongiorno. Senti sei al centro te? Stanno venendo i miei due ragazzi che avevano una cosa per Francesca che gli dovevo mandare da tanto tempo, ma poi.. una cosa e un'altra... Li intercetti te o glielo dico io di rivolgerti a te direttamente?
Il 17 ottobre del 2008, Fabio De Santis (D.), successore di Balducci quale commissario delegato dei lavori del G8 alla Maddalena, informa Anemone (A.) che sono stati accreditati i soldi alle imprese. In quell'occasione, De Santis coglie l'occasione per chiedere un ringranziamento come si deve. Due ragazze, per lui e Della Giovampaola (G.) all'hotel Gritti di Venezia.
D: Dammi un bacio in fronte.
A: Dove vuoi, sul culo pure se mi dai una buona notizia.
D: Preparati.
A: Che vuol dire?
D: Eh! Ci ho i soldi in cassa!
A: Che ci hai?
D: I soldi in cassa.
A: Ma che cazzo stai a di'.
D: Non sto scherzando. Tu pensi di parlare... Tiè, ti passo il "lungus" (è Della Giovampaola).
La conversazione tra Della Giovampaola e Anemone si interrompe e riprende più tardi.
G: Ti dico una cosa così. In vita mia, Fa', Dani', non l'ho mai vista. Cioè all'1e 15 sono arrivati i soldi sul conto. All'1.18 il soggetto attuatore li aveva già mandati in Banca d'Italia. All'1 e 19 sono partiti i pagamenti. Una cosa mai vista!
A: Ma dai? Grande. Grande! Numero uno.
G: Uno, quattro, cinque e sei (si riferisce all'importo dell'accredito. 1 milione 456 mila euro ndr). Mai vista una cosa del genere. Allora, a questo punto, in virtù di questa cosa... Non è che uno, siccome la vita è così... E' una cosa un po' così (ride).
A (ride): Eh certo.
Della Giovampaola informa Anemone che l'indomani lui, De Santis e Balducci sono a Venezia, dove parteciperanno a una cena con il governatore della Regione Galan, organizzata dalla figlia di Pierluigi Alessandri, imprenditore che si è aggiudicato i lavori del nuovo palazzo del cinema di Venezia (appalto per i 150 anni dell'unità d'Italia).
G: Che si deve fare? Ti faccio presente che noi, domani sera, insieme a una terza persona dormiamo a Venezia.
A: Uhm. Ci organizziamo... Uno? Due?, Tre... tre?
G: No, no. Due. (...) Domani sera, sì. Abbiamo già fissato anche le camere e tutto. Se fosse possibile prendere un'ulteriore camera. Poi noi, siamo a cena. Non so che ora facciamo... Quando ritorna, uno fa un numero, sa che lì è il numero e punta. Capito?
A: Ma mi devi dire l'albergo però!
Della Giovampaola lo informa che l'hotel è il Gritti. Quindi aggiunge: Siccome è roba che ha sei, quasi sette stelle, deve essere tutto equivalente. Perché non è che arrivano due stelline del cazzo che poi è una cosa che non va bene? Anche perché se no, non le fanno entrare. Lì ci sono tutti i marmi, i dipinti, i cazzi. Se no, non entrano. Capito?
A (ride): Eh no, non va bene. Adesso mi organizzo, vai.
"33, 33, 33". LA MADDALENA. COSI' SI DIVIDE E SI GONFIA LA TORTA DEGLI APPALTI. L'ORDINANZA PER I MONDIALI DI NUOTO.
Le procedure di emergenza e i tempi impossibili per la chiusura dei cantieri della Maddalena sono un'occasione irripetibile per la lievitazione dei costi e la spartizione a tavolino dei lotti. Il 7 settembre 2008, l'architetto Marco Casamonti (C.), che sta progettando l'albergo della Maddalena, si vanta con il padre dei soldi che è riuscito a mettersi in tasca.
C: Ti volevo dire che ho fatto progetti per 70 milioni di opere. Glieli danno. Sicché, se non glieli facevo io i progetti non li pigliava. Sono piaciuti tanto, perché io gli ho presentato anche la parcella. Gli ho chiesto 2 milioni di euro. Ma lui (l'imprenditore Carducci) mi ha detto: "Tu sei caro, tu sei caro". E io ho detto: "Io sono caro, ma anche ti faccio fare 70 milioni di opere. Se non c'ero io, col cazzo che tu le facevi. Sicché... Deve un colpo al cerchio e uno alla botte (ride).
Qualche mese prima, il 17 maggio 2008, Fabio De Santis (D.), commissario delegato ai lavori della Maddalena, discute con Anemone (A.) del sistema di spartizione degli appalti.
A: Mi avevi chiamato, Fabbie'?
D: Si, si. Ero io.
A: Comandi, comandi.
D: Dico. Non so se si verificherà tutto questo ben di Dio, ma comunque sappi che, insomma, un 33 per cento di azioni ce l'hai.
A: Ma vaffanculo, va (ride).
D: Eh. Perché io ho deciso che faccio 33, 33, 33.
A: Eh, va bene allora.
D: E l'1 per cento lo diamo a Mauro (Della Giovampaola, il funzionario incaricato della vigilanza sulle opere ndr.). Gli ho detto a Mauro: "Testa sulle spalle e piedi per terra, perché ci aspetta un periodo di fuoco.
A: Sui, no, ma dico: ormai è fatta.
D: Bisogna stare. Bisogna veramente mettere la testa nel ghiaccio tutti i giorni.
A: Si, si tutti i giorni, se no ci scappa.
D: Sì, se no il rischio di impazzire è facile. Quindi, piedi per terra e lavorare piano piano. Un bacio e grazie di tutto.
A: No, a me non mi devi dire niente. In bocca al lupo.
C'è un'altra torta, già spartita, che preoccupa la "cricca": gli appalti per i mondiali di nuoto del 2009, su cui sono intervenuti un'indagine e i sequestri della Procura di Roma. Il 26 settembre 2009, Anemone (A.), che è titolare del cantiere sequestrato del Salaria Sport village, apprende da tale Enrico Bentivoglio (E.) che i problemi sono risolti perché la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha approvato un'ordinanza che sana ex post le irregolarità urbanistiche di cui gli appaltatori si sono resi responsabili insieme alla Protezione Civile e spegne l'indagine della magistratura.
E: A dimostrazione della considerazione che hanno della legalità e di coloro che cercano di farla rispettare, se la pigliano nel culo, capito? (ride) Se la pigliano nel culo.
A: Senti Enri', ma tu il provvedimento ce l'hai sotto l'occhio?
E: Che cosa? No, è già sanata. Sanata. Non ce l'ho io, ce l'ha lui, però me l'hanno raccontata.
IL TERREMOTO DELL'AQUILA E LO SFOGO DI BALDUCCI: CHE CAZZO HO FATTO IO PER MIO FIGLIO?
Nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 il terremoto devasta l'Aquila e la sua provincia. L'11 aprile, Angelo Balducci (B.), ormai presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici, è al telefono con Anemone (A.). I rapporti tra i due non sembrano più quelli di un tempo. Balducci, che ha inserito il giovane imprenditore nel lotto delle aziende che lavoreranno alla ricostruzione, scalpita perché vuole avere un ritorno maggiore per i suoi servizi.
Balducci parla del futuro incerto del figlio Filippo.
B: Dico che quello (Filippo) oggi ha fatto trent'anni. Io per carità, non è che mi voglio nemmeno permettere di confrontarmi con voi. Ma io dico che tu, a trent'anni, eri già a capo di un piccolo impero... Questo non c'ha manco un posto da usciere tanto per essere chiari. Permetterai che uno è un po' incazzato.
A: Beh, fino a un certo punto. Perché comunque rimane pur sempre, come si dice, il figlio di un Dio minore... Ho recepito, Angelo, il discorso che mi hai fatto... E che cazzo! Mi fai parlare... Hai fatto una serie di osservazioni, constatazioni, alle quali io do una interpretazione....
B (riferendosi alla circostanza di essersi fatto promotore dell'inserimento di Anemone nei lavori post-terremoto): Tu ti rendi conto, ti rendi conto, oggi. Chi si sarebbe mosso al posto mio? Chi? A: Io non credo...
B: Ti rendi conto, con le conseguenze che mi fanno pagare... A chi vado a raccontare che non sono in grado di collocare un figlio? Perché tra l'altro con tutto quello che mi è successo, che io vengo chiamato a orologeria, cioè quando serve, io proprio non lo accetto e credo di dire una cosa sacrosanta. Io che ho la coscienza da padre, dico: "Che cosa ho fatto per mio figlio? Un cazzo". Mentre per tutti gli altri... Ho fatto l'inimmaginabile. Il problema è che io, purtroppo, siccome le cose le vedo perché sono più anziano e mi faccio convincere.... Allora, quello che mi parla della figlia di quello... quell'altro... Quello sta lì, quell'altro sta là... quell'altro.. e Monorchio il figlio così. Mi permetterai che mi girano i coglioni. Comunque ricordati una cosa che le cose ingiuste non portano mai bene.
Filippo Balducci sarà assunto e stipendiato da una delle aziende di Anemone.
"MONITORA; MONITORA".I DUE TORO. PADRE E FIGLIO.
Preoccupata dalle indagini di Roma e Firenze sugli appalti della Maddalena, la "cricca" muove l'avvocato Edgardo Azzopardi perché prenda contatto e assuma informazioni da Camillo Toro, commercialista da poco entrato al ministero delle Infrastrutture e dal padre Achille, procuratore aggiunto con delega alle indagini sulla pubblica amministrazione della Procura di Roma. Il 18 settembre 2009, tale Manuel Messina (M.) racconta ad Anemone di un incontro avuto con Azzopardi e delle istruzioni che gli sono state date.
M: Senti, sono appena stato da lui e gli ho detto le cose chiaramente, esattamente come hai detto te. Ha chiamato il figlio (Camillo) e ha detto che si vuole incontrare con il padre (Achille)... eh cazzo! E poi gli ho detto anche un'altra cosa. Dico: "Ricordati che gli impegni che prendiamo noi tre, li manteniamo sempre, a qualunque costo. Anche se ci sono difficoltà oggettive". Poi ha richiamato subito quell'altro. Il figlio ha richiamato per dire che il padre c'ha un po' di febbretta e che se era urgentissimo, va bene oggi pomeriggio.
Decine di intercettazioni documentano contatti continui tra Azzopardi e Camillo. Con il primo che raccomanda di utilizzare per le comunicazioni il sistema Skype (telefonate via internet), per non essere ascoltati. Fino alla telefonata del 1 febbraio scorso tra Azzopardi (A.) e Camillo Toro (T.).
A: Tu stai sempre monitorando?
T: Eh per forza. Compatibilmente con le mie possibilità. Quelle fisiche. Ma io sono abbastanza efficiente devo dire. Non me lo voglio dire da solo, però A: Tu monitorizza. Monitorizza. Monitorizza il resto del mondo.
LA PERDITA. I MOBILI. LO SCIAQUONE. I DOMESTICI.
Anemone è a disposizione della famiglia Balducci per qualunque tipo di incombenza domestica. Anche in piena estate. Il 25 agosto 2008, Rosanna Thau (T.), moglie di Balducci, chiama Anemone (A.) per investirlo con una serie di richieste.
R: Senti, ti volevo dire una cosa sui domestici (una coppia di rumeni custodi della villa di Montepulciano ndr.). Ci pensate voi... lo stipendio?
A: Non c'è problema gli facciamo un bel discorsetto.
R: Ti volevo anche dire una cosa. Un minuto fa, siccome nel bagno di Lorenzo (uno dei figli, l'attore ndr.) sento scolare l'acqua che sono venuti pure a vedere, non vorrei che si esaurisse.
A: Mo' telefono subito. Ma che scherzi, già ce n'è poca. Mo' ci penso io.
Il 27 novembre 2008, la Thau (R.) ha un altro problema. Lo sciacquone della villa a Montepulciano. L'interlocutore è sempre Anemone (A.).
R: Più che altro invece il discorso è quello della cassetta dell'acqua. Quella che perde acqua. A me è venuta una bolletta spaventosa. Io non so.
A: Ma non l'hanno sistemata. Ma è possibile.
L'avevo detto pure a quel testa di cazzo di Aurelio.
R: No, no, guarda. L'ho detto ad Aurelio... Se c'è qui vicino qualcuno che cambi il galleggiante perché a me è venuta una bolletta di 1.200 euro.
A: Faccio venire Luigi. Sta lì a Monteleone.
Anemone provvede anche alle esigenze domestiche (gli arredi in falegnameria) di casa De Santis (il successore di Balducci). Ecco una conversazione tra Fabio De Santis (F.) e la moglie Silvia (S.).
F: Ma il mobile lo hanno fatto in camera tua?
S: No, no. Domani. Oggi solo la libreria.
F: Ma è bella? Come è?
S: La libreria è bellissima. Certo, bianca. Ma insomma, non è la morte sua, come dicono a Roma.
Comunque vedi un po' tu. Giudica. Soprattutto, mi fa incavolare l'unica cosa - capisco che a caval donato non si guarda in bocca - però dico e che cazzo la sedia me la potevano scurire. A me non sembra che l'abbiano scurita.
L'OMBRA DELLA MAFIA.
L'imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli è uomo legatissimo ad Angelo Balducci.
Prima del Natale 2007 "ha dovuto contrarre un prestito di 100 mila euro con personaggi campani per "soddisfare richieste avanzate dall'ufficio di via della Ferratella" (il dipartimento di Balducci). I 100 mila euro di prestito con i napoletani diventano 140 mila. E Piscicelli si sfoga più volte al telefono con il cognato.
P. Da quella gente lì è meglio che ci stai lontano... se si sgarra è la fine... quello vanno trovando... io già l'altra volta dal 5 al mese sono passati al 10 al mese.
Chiosa il gip: "E dunque emerge l'interessamento anche di soggetti legati alla malavita organizzata di stampo mafioso che controllano cordate di imprese interessate al banchetto costituito dagli ultramilionari appalti".
MALINCONICO AL "PELLICANO".
Balducci si attiva con Anemone e con l'imprenditore Francesco Maria Piscicelli perché provvedano a sistemare, in più soggiorni vacanza, all'hotel "Pellicano" di porto santo Stefano, il professor Carlo Malinconico, all'epoca segretario generale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, dal luglio 2008, segretario della Federazione Italiana Editori e Giornali (Fieg). Il 28 aprile 2008, Anemone (A.) chiama Piscicelli (P.).
A: Andrebbe fatta una riservazione per l'1 il 2, il 3 e il 4. Per quel signor Carlo... Con la M il cognome, no?
P: Ci penso io. Ci penso io.
A: E poi ci vediamo e mi dici tutto.
P: No, ci penso io.
A: Perché l'ha chiesto a lui (Balducci ndr.) e quindi lui ci tiene, Angelo.
P: Ci penso io. Allora spetta, ripetimi i giorni.
A: Lui arriva l'1 alle 2 e mezza., tre. Diciamo dall'1 notte, il 2, il 3, il 4 e il 5 riparte.
Il 30 aprile, alle 20.29, Malinconico (M.) chiama Balducci (B.).
M: Pronto.
B: Professore.
M: Ti chiamavo innanzitutto per il piacere di sentirti e per ringraziarti.
B: Che scherzi?
M: Perché poi Lillo oggi mi ha detto che... Insomma ti aveva... E tu avevi poi dato...
B: Tutto a posto. Ci mancherebbe.
M: Grazie veramente benissimo. Ottimo il tutto.
ASSUMETE ANTHONY SMIT.
Angelo Balducci, sollecitato da Mauro Masi, direttore generale della Rai, chiede ad Anemone di far assumere Anthony Smit, fratello della compagna di Masi. Un tipo che vive ad Anacapri e di mestiere, dicono, fa il sommozzatore. E' l'8 giugno 2009. Balducci (B.) tramite il centralino di Palazzo Chigi si fa passare Masi (M.).
M: Senti, quella persona lì. Se puoi fare una telefonata entro oggi. A me servirebbe, insomma.
B: Si, infatti, io ora sono uscito e fra due minuti lo chiamiamo.
M: Hai tutti i riferimenti?
B: Si.
M: Va bene. Perfetto. Poi, ho visto, "15 giugno", addirittura. Hai anticipato? Per il resto, tutto bene. Ho visto, tutto bene.
B: Ti ringrazio molto.
M: Ma figurati, io ringrazio te.
B: Se tu gli dai così... un gesto.
M: Ma stai sicuro al 100 per cento.
Un'ora dopo, Balducci chiede a Della Giovampaola di chiamare Smit per riferirgli a suo nome che per il "progetto" si sarà operativi dal 15 giugno. Della Giovampaola tarda a chiamare e Masi si fa di nuovo vivo dopo neppure cinque minuti. Insiste con Balducci per fare quella telefonata. Smit (S.) viene chiamato ed è assunto, dal 1 settembre 2009 al Salaria Sport Village di Anemone (A.), anche se lo stipendio lo prende dall'inizio dell'estate. Ecco come si accorda con il nuovo datore di lavoro.
S: Scusami se mi permetto, ma da quando avresti bisogno di cominciare a inquadrarmi?
A: Io l'inquadratura l'ho fatta dal 1 luglio, va bene. Quindi significa che la mensilità di luglio la prendi tutta e siccome agosto è ferie ti prendi anche quella di agosto. Se tu vedi, che hai finito tutto quanto, ci vediamo a settembre.
Lo stipendio pre-datato non basta. Il 10 settembre Smit chiede ad Anemone di trovargli una casa.
S: Volevo vedere se si poteva andare un po' avanti con questo discorso della casa.
A: Sentiamoci tra un'ora, un'ora e mezza.
Dopo due ore, il problema è risolto. 950 euro per un appartamento a Settebagni. Naturalmente a carico di Anemone.