Senza vergogna: tasse sulla casa per i senza tetto de L'Aquila
Poi Bertolaso promette un decreto per sospenderle
di Sandra Amurri
IL FATTO QUOTIDIANO - 8 dicembre 2009 pag. 13
I fatti asciugano i fiumi di parole spese in prima persona da Silvio Berlusconi nelle sue molteplici passerelle sulla via del terremoto aquilano. Altro che Villa Certosa a disposizione dei senza casa. Ieri è passato l'emendamento alla Finanziaria che chiede ai cittadini abruzzesi colpiti dal sisma la restituzione delle tasse con gli interessi e annesso pagamento dell'Ici per la seconda casa, seppure distrutta o gravemente danneggiata. Poi Guido Bertolaso, il sottosegretario capo delle Protezione civile, cerca di rimediare e promette di sospenderle anche nel 2010: "Spero di aver così tranquillizzato i nostri amici aquilani ai quali ancora una volta stiamo dando prova di grande serietà e coerenza". Ma è la promessa di un decreto che – forse – arriverà in futuro. Per ora c'è la Finanziaria. A differenza dei terremotati di Marche e Umbria per i quali il governo di centrosinistra aveva previsto una restituzione del 40 per cento in centoventi rate, i cittadini aquilani dovranno restituire il 100 per cento della cifra dilazionata in 60 rate mensili senza proroga della sospensione del pagamento. I cittadini, se non arriva il decreto promesso da Bertolaso, ricominceranno a pagare da gennaio nonostante il sistema economico e sociale sia fragilissimo. E' ora di fare cassa anche con i disgraziati che oltre a figli, padri, madri hanno perduto casa, lavoro a causa di un terremoto che ha distrutto ciò che non era stato costruito rispettando la legge. Le associazioni di cittadini promettono ribellione a oltranza. Anche la Cgil provinciale – in una nota – ha definito la decisione del governo "una beffa a danno di tutti i terremotati, una clamorosa presa in giro che non può e non deve passare" chiamando tutti alla mobilitazione "contro un provvedimento-beffa che appare un sopruso verso chi ha sofferto già troppo, un ulteriore danno per un territorio la cui economia deve sopportare il fardello di 15 mila persone che ancora non tornano al lavoro e di centinaia di aziende ferme". Sono infatti meno del 40 per cento le imprese che hanno ripreso a lavorare a pieno regime. Ma il governo ha cambiato idea. E ha mostrato il suo vero volto, quello dell'inganno e della finzione che ha illuso gli enti locali, i sindacati, gli imprenditori e i cittadini .E come se non bastasse, i proprietari di seconde case dovranno pagare l'Ici (imposta comunale sugli immobili) anche se la loro casa è stata distrutta o gravemente danneggiata dal sisma. Il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente denuncia: "Il comune ha le casse vuote perché il governo avrebbe dovuto versare le somme non pagate dai cittadini per il blocco di tributi e contributi. Ho invitato la ragioneria dello Stato e i dirigenti del ministero dell'Economia a venire a L'Aquila per verificare sul campo la situazione. Comunque, è una beffa richiedere Ici e tributi a terremotati senza tetto". Dello stesso parere la presidente della provincia, Stefania Pezzopane che, assieme al sindaco, ieri ha organizzato un'assemblea pubblica per chiedere la mobilitazione dei cittadini per una manifestazione giovedì prossimo a Roma, davanti a Palazzo Chigi. Ma non tutti ancora vi hanno aderito. C'è chi, come l'associazione "Cittadini per i cittadini", sta valutando se farlo spiegando che "le amministrazioni pubbliche in tutti questi mesi ci hanno lasciati soli preferendo fare da tappetino al governo, avallando molte scelte scellerate e dando credito a promesse che avevano tutta l'aria di essere promesse che sarebbero state tradite una volta terminata l'emergenza". Emergenza che mediaticamente ha reso molto in termini di immagine al presidente del Consiglio e a Bertolaso. Promesse, appunto, durate il tempo di uno show mediatico e dello svolgimento del G8 a cui hanno fatto da coro unanime i suoi giornali e le sue televisioni per poi chiedere ai cittadini il conto con gli interessi. "Una vera follia" la definisce il deputato del Pd Giovanni Lolli che aggiunge: "Dobbiamo far capire che questa città proprio non può farcela". Ma il governo deve fare cassa. E, non avendo una faccia da salvare, il come non importa. Per chi non l'avesse ancora capito.