Condannato il call center Telecom di Calenzano.

IL GIUDICE: LA PRECARIA VA ASSUNTA
La Repubblica, edizione di FIRENZE - 04.04.2009, pagina 5
IL CALL center della Telecom di Calenzano, che ha utilizzato centinaia di lavoratori "somministrati" da agenzie di lavoro interinale, è stato condannato dal Tribunale del Lavoro di Prato ad assumerea tempo indeterminato una di queste lavoratrici. E' la prima sentenza del genere che riguarda il call center di Calenzano. «Da oggi la signora, che ha 30 anni, non è più disoccupata dopo la solita trafila di precariato», spiega l' avvocato Danilo Conte che l' ha assistita nella battaglia legale insieme con la collega Letizia Martini.
Dal 2004 al 2007 la giovane donna ha lavorato come operatrice nel call center sulla base di due contratti di somministrazione a tempo determinato da parte della agenzia di lavoro interinale Worknet, ora Gi Group. Il secondo contratto è stato poi prorogato tre volte. Quando ha deciso di fare causa, la operatrice è stata sostenuta dal sindacato Fmlu-Cub. La sua tenacia è stata premiata. Il Tribunale ha dichiarato illegittimi i due contratti di somministrazione e ha detto che il rapporto di lavoro deve essere inteso come sorto sin dall'inizio non con l'agenzia di somministrazione ma direttamente con la Telecom. Ha condannato l'azienda di telefonia a ripristinare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato, a pagare gli arretrati dal maggio 2007 ad oggi oltre interessi e rivalutazione monetaria. Le spese legali dovranno essere sostenute da entrambe le parti. Le motivazioni della sentenza non sono ancora state depositate.
Si conoscono peròi motivi del ricorso della operatrice. La somministrazione di lavoro a tempo determinato è consentita dalla legge, ma resta un istituto «di carattere eccezionale», ammesso solo «a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo», che devono essere specificate. Nel primo contratto di assunzione della giovane operatrice le ragioni erano indicate nel «fabbisogno di maggiore organico connesso a situazioni congiunturali e non consolidabili». Nel secondo contratto, stipulato lo stesso giorno in cui scadeva il primo, risulta completamente omessa qualsiasi indicazione sul motivo della assunzione a termine. E nessuna indicazione compare nelle proroghe. Il che - sostengono i legali della ricorrente - è del tutto contrario alla legge italiana e alla direttiva europea che «impone canoni rigorosi nella verifica della sussistenza di obiettive ragioni poste alla base della stipula di contratti a tempo determinato», proprio per prevenire gli abusi in materia di lavoro a termine. In realtà - accusano gli avvocati - il call center Telecom di Calenzano ha fatto «continuo e costante ricorso a personale temporaneo», utilizzando «centinaia di lavoratori "somministrati" per far fronte a una carenza fisiologica di personale che non presenta alcun aspetto di temporaneità».
FRANCA SELVATICI