Milano, c'è un'inchiesta su Sant'Ambrogio

 
Il sindaco aveva dato il via libera solo due settimane fa, ora i lavori a rischio stop. Nel mirino i sovrintendenti
C'è un'inchiesta su Sant'Ambrogio
La procura: per il parcheggio violati i vincoli di un'area sotto tutela
di Davide Carlucci
 
LA REPUBBLICA edizione MILANO   -   29 ottobre 2009   pag. I
 
C'è una nuova inchiesta sul parcheggio di piazza Sant'Ambrogio. Il sostituto procuratore Paola Pirotta, titolare delle indagini sulle irregolarità negli appalti per i posteggi, ha inviato un ordine di comparizione al soprintendente per i beni architettonici e del paesaggio di Milano Alberto Artioli e a quello regionale Mario Turetta. Risulterebbero formalmente iscritti nel registro degli indagati per abuso d'ufficio e, ai primi di novembre, dovranno rispondere alle domande del pubblico ministero su due pareri favorevoli dal punto di vista paesaggistico.
 

Sant'Ambrogio, parcheggio sotto inchiesta
Il pm: il sì della sovrintendenza viola i vincoli di un'area sotto tutela
La mossa della procura rischia di rallentare l'inizio degli scavi previsto entro dicembre
Ipotizzato l'abuso d'ufficio: i dirigenti degli enti dovranno essere ascoltati dal magistrato
di Davide Carlucci e Alessia Gallione

LA REPUBBLICA edizione MILANO   -   29 ottobre 2009   pag. IV
Il via libera definitivo era arrivato due settimane fa. Per una «ferita della città» - così Letizia Moratti ha definito quattro grandi progetti di box sotterranei - come il parcheggio in Darsena cancellato, un'altra come Sant'Ambrogio era pronta a essere «sanata» con l'inaugurazione dei cantieri a dicembre. E la fine dei lavori preventivata nel 2011. Dopo anni di polemiche, scavi archeologici, raccolte di firme, commissioni di saggi create ad hoc e piani ridisegnati. Ma la storia infinita dei posti auto (200 a rotazione e 320 per residenti divisi su cinque piani interrati) all'ombra della basilica non è finita. Questa volta, alla lista di guai, si aggiunge un'appendice giudiziaria. Il sostituto procuratore Paola Pirotta, titolare delle indagini sulle irregolarità negli appalti per i parcheggi, ha inviato un ordine di comparizione al soprintendente per i beni architettonici e del paesaggio di Milano Alberto Artioli e al direttore regionale Mario Turetta. Ai primi di novembre i due dirigenti ministeriali, che risulterebbero formalmente iscritti nel registro degli indagati per abuso d'ufficio, dovranno rispondere alle domande del pubblico ministero su due pareri favorevoli dal punto di vista paesaggistico grazie ai quali la società ha ottenuto l'autorizzazione a realizzare il parcheggio nella piazza. I pareri sarebbero in contrasto con i vincoli che tutelano Sant'Ambrogio e potrebbero presentare caratteri di illegittimità. Questo emergerebbe dall'esame delle pratiche comunali acquisite nei mesi scorsi dal pm. Per ora quello notificato dalla procura è soltanto un atto dovuto. La novità giudiziaria, tuttavia, potrebbe comportare un nuovo stop all'iter amministrativo del posteggio della discordia, che in queste settimane sembrava sbloccato. Le proteste dei residenti, capitanati dall'architetto Cini Boeri, non si sono mai fermate. E non più tardi dello scorso 7 dicembre venne lanciato da un centinaio di milanesi illustri un ultimo, disperato, appello per salvare una delle piazze simbolo della città. Non solo. Contro il progetto di costruzione del parcheggio, l'associazione Italia Nostra lo scorso luglio ha presentato un'integrazione all'esposto in Procura presentato tre anni prima per presunte violazioni alle norme penali in materia di tutela del paesaggio e del patrimonio artistico. Il comitato, invece, aveva presentato un altro ricorso alla Corte dei Conti «per eventuali irregolarità nel rapporto tra il Comune e il gestore del cantiere». Nel 2007 lo stesso pm Pirotta aveva aperto un fascicolo partendo dalle accuse dei comitati su eventuali irregolarità negli appalti per il cantiere. Era stata acquisita anche una puntata della trasmissione «Report» proprio sul tema dei parcheggi milanesi. Tutte le denunce sono confluite in un unico fascicolo che ora è sul tavolo del magistrato. Bisognerà capire quanto questa indagine influirà sulla prosecuzione dei cantieri. Che, era stata la promessa del sindaco, sarebbero dovuti partire a brevissimo. Dopo tre anni di attesa: nel 2006, infatti, il piano aveva ricevuto tutte le approvazioni e, come ha ricordato Albertini, gli operai avrebbero dovuto iniziare a lavorare. Fu Letizia Moratti, in campagna elettorale, a chiedere di congelarlo.

Le analisi
La polemica
La costruzione decisa da Albertini nel 2000, la nuova giunta decise di andare avanti
La basilica e i box della discordia nove anni di battaglie e appelli
Ricorsi ed esami non stoppano i lavori: via ai cantieri
Quattro piani interrati per 586 posti auto Subito scattò l'allarme archeologico degli ambientalisti ma dopo i test il ministero dà l'ok al progetto
La protesta dei residenti è affidata alle petizioni aperte alla città
A Palazzo Marino Vittorio Sgarbi nel 2006 chiede lo stop: il silos verrà solo modificato
di Stefano Rossi
 
LA REPUBBLICA edizione MILANO   -   29 ottobre 2009   pag. I e V
Se c'era da mettere in riga un imperatore, Sant'Ambrogio non ci pensava due volte. La vocazione al comando non gli mancava, tant'è vero che è il patrono dei prefetti italiani. Sarà perciò per l'aura del luogo, per osmosi con le pietre della basilica, che i residenti della piazza a lui dedicata da anni dicono a brutto muso al sindaco (che è meno di un imperatore) che a casa loro il parcheggio sotterraneo non si può fare. Quattro piani interrati, 586 posti auto di cui 236 pubblici e 350 privati, rampa d´accesso davanti alla caserma dei carabinieri, una spesa prevista di quasi 20 milioni di euro in project financing, il termine dei lavori previsto per la fine di quest'anno. Questo era ed è il parcheggio di piazza Sant'Ambrogio, un'idea messa in forma di delibera della giunta comunale (poi debitamente approvata dal consiglio) nel gennaio del 2000, più o meno a metà del doppio mandato del sindaco Gabriele Albertini: «Per risolvere il grave problema della sosta irregolare in città e della conseguente congestione delle strade». Ma l'idea risale alla giunta Tognoli negli anni Ottanta. L'opposizione al progetto si manifesta subito. E non riguarda solo gli abitanti del quartiere. Italia Nostra lancia l'allarme archeologico relativo ai resti sotto la piazza e alla tenuta strutturale della basilica, malgrado l'architetto autore del progetto dica di aver studiato il sottosuolo con il georadar. La soprintendenza ordina sei mesi di scavi e alla fine del 2005 chiede anche di modificare le costruzioni fuori terra. La rampa davanti alla caserma va spostata, gli ascensori ridisegnati. Un intoppo non da poco, cui seguono altre prescrizioni, come il restauro della torre della Pusterla. Tuttavia le modifiche non placano le proteste dei residenti. Ai primi di agosto del 2006 la giunta Moratti, insediata da poco, decide di nominare un comitato di saggi per vigilare sul cantiere, ma pochi giorni dopo Vittorio Sgarbi, assessore alla Cultura, ispeziona la piazza e tuona: «L'area di Sant'Ambrogio va tutelata, sono contro il parcheggio». Lo applaudono i residenti, fra i quali personalità come l'architetto Cini Boeri: «Opera assurda e inutile, mette a rischio la stabilità della basilica». Ma l'assessore Edoardo Croci gela tutti: «Non si può tornare indietro, pagheremmo delle penali». Sempre nel 2006, Italia Nostra presenta un esposto in procura. Nel febbraio del 2007 i saggi consegnano la loro relazione. Lo spostamento delle rampe d'accesso è opportuno ma per il resto si può andare avanti. Sgarbi protesta e stavolta è Letizia Moratti a fargli il ripasso: «Il parcheggio si farà come previsto». Tuttavia i rilievi archeologici continuano. Emergono tombe del IV secolo, scheletri, monete tardo romane, utensili quotidiani. È poco? È molto? A decidere è una commissione ad hoc del ministero, che dà l'ennesimo via libera e nel luglio del 2007 viene preparato in fretta e furia il cantiere. Passa quasi un anno, però, prima che si decida dove spostare la rampa (verso via Terraggio), e ancora a settembre del 2008 i lavori non sono partiti: «Manca poco», assicura l'assessore Simini. E invece no. A dicembre cento milanesi illustri scrivono alla Moratti e al cardinal Tettamanzi: «Comune, fermati di fronte a un patrimonio artistico dell'umanità». Tra i firmatari Aulenti, Archinto, Gerardo Colombo, Inge Feltrinelli, Gardella, Gregotti, Rampello, Tronchetti Provera. Palazzo Marino risponde picche ma l'avvio dei lavori subisce uno slittamento di dieci mesi e viene fissato a ottobre di quest'anno. Adesso, insomma. I residenti giocano d'anticipo e a luglio tentano la carta del ricorso alla corte dei Conti per irregolarità nella convenzione fra Comune e gestore privato. Mentre Italia Nostra integra l'esposto del 2006. La giunta risponde con l'ennesimo ok ai box perfino nel momento in cui ferma un altro parcheggio molto contestato, quello della Darsena. Le ruspe sono pronte ad accendere i motori quando, ieri, arriva l'ultima tegola. Sembra di sentirli, i residenti: «San Giuànn fa minga ingann». E Sant'Ambroeus?