Tav e scavi - A cinquanta metri dai cantieri i residenti hanno scoperto che le loro abitazioni stanno subendo danni. Sopralluogo di geologi e geometri privati
ALTA VELOCITA', NELLE CASE SPUNTANO LE CREPE
A Castello, dove i lavori sono già partiti, i pavimenti si spaccano e nelle mura si aprono fessure. E i pozzi si sono seccati
di Duccio Tronci
IL NUOVO CORRIERE DI FIRENZE - 9 ottobre 2009 pag. 2
La Tav scricchiola. A mostrare le crepe sono le case dei cittadini di Castello: ampie fessure nei muri, spaccature nei pavimenti, presenti sia all'interno che all'esterno delle abitazioni. Succede in via Fanfani, la "prima linea" degli effetti collaterali degli scavi per l'alta velocità ferroviaria.
Qui vicino sono in corso dall'inizio dell'anno le attività per il lotto 1, che prevedono la costruzione dello scavalco di Castello e i lavori propedeutici al sottoattraversamento di Firenze. "Inizialmente non ci avevamo fatto caso – racconta la famiglia residente in una delle abitazioni interessate, che ci ha aperto le porte di casa per mostrarci la situazione – ma una volta notata una crepa ci siamo messi a controllare e ne abbiamo trovate decine. Col tempo, poi, le abbiamo viste crescere in numero e grandezza. Il geologo che ha accompagnato il nostro geometra ce l'ha confermato: le fessure sono causate dagli scavi della Tav".
Sono almeno tre gli edifici di via Fanfani interessati da problemi di questo tipo. A dividere le case dai lavori ci sono solo la strada e i binari della ferrovia. Poco più di 50 metri la distanza con la trincea che si sta scavando per aprire al tunnel che passerà sotto Firenze, e che partirà proprio da qui per sfociare a Campo di Marte. Una fossa enorme che, ad occhio, è profonda circa 15 metri.
I lavori sono già intervenuti anche sulla falda: una pompa a motore viene utilizzata appositamente per estrarre dalla trincea l'acqua. Il liquido, almeno per ora, verrà probabilmente disperduto. Sbarca dunque anche a Firenze l'incubo che hanno già vissuto i cittadini di via de' Carracci a Bologna, coinvolti dai lavori per la realizzazione della stazione sotterranea: una storia che racconta di vite angosciate da crepe ed evacuazioni degli edifici, oltre che polveri, allagamenti, vibrazioni e rumori. La famiglia che ci ospita dimostra di essere informata: conosce bene la loro vicenda. "Gli scavi per la trincea sono appena iniziati – dicono – chissà cosa succederà con la loro prosecuzione. E non vogliamo immaginare quello che accadrà sotto Firenze, dove il tunnel passerà anche sotto abitazioni ed edifici storici". A preoccuparli c'è anche un'altro problema: il pozzo, che utilizzavano normalmente per innaffiare un piccolo campo di ulivi e viti attiguo alla casa, è ora quasi completamente seccato.
E come il loro anche tutti gli altri che sorgono nella zona. "Il livello dell'acqua è sceso di quattro-cinque metri in pochi mesi – spiegano – e questo non ci consente più di irrigare il campo. Quest'anno uva e olive sono cresciute molto poco, alcune delle piante stanno già seccando. Non possiamo neppure lavare la veranda, che spesso viene invasa dalle polveri dei cantieri". Lamentano anche l'aumento delle vibrazioni col passaggio dei treni: "Prima degli scavi neanche ci accorgevamo del passaggio dei convogli – aggiungono – adesso evidentemente il terreno si è indebolito e quando i treni passano velocemente la casa trema molto".
I lavori viaggiano spediti e dei testimoniali di stato – strumenti di verifica delle condizioni di alcuni stabili prima dell'inizio dei lavori, per consentire di riconoscere i danni agli abitanti – poco importa. A realizzarli sono spesso gli stessi tecnici delle Ferrovie, non monitorati dagli enti locali: sono così poche le garanzie di indipendenza. "Li abbiamo dovuti chiamare noi – concludono i residenti di via Fanfani – altrimenti nessuno sarebbe venuto a verificare qui. Sono passati solo a maggio, quando le crepe già c'erano".
L'esperto - Ecco cosa potrebbe accadere a Firenze
"L'abbbassamento della falda provoca i cedimenti alle costruzioni"
di Duccio Tronci
"I cedimenti delle costruzioni sono causati principalmente dalla modifica nella circolazione dell'acqua nella falda". Sono le parole della Prof.ssa Teresa Crespellani, docente di Ingegneria Geotecnica dell'Università di Firenze, che identifica così i rischi geotecnici a cui sono soggetti gli edifici con i lavori di scavo. "Ogni abbassamento della falda – spiega – comporta deformazioni o ruotazioni degli edifici, che variano in base ai vari tipi di suolo. La zona di Castello – aggiunge Crespellani – è caratterizzata prevalentemente da sabbie pulite e limi argillosi, che sono terreni molto delicati. I cedimenti avvengono poi in tempi diversi in base al tipo di suolo: più immediati in caso di sabbie, nel giro di mesi o anche anni, se parliamo di argille". "Uno scavo – prosegue la docente – comporta un allentamento della tensione e comporta deformazioni: in questo contesto è così anche possibile un maggior aumento delle vibrazioni causate dai cantieri, o dal passaggio dei treni". Teresa Crespellani spiega anche quali danni potrebbero provocare gli scavi per il tunnel sotto Firenze, sui quali ha effettuato un apposito studio: "Gli imprevisti di quest'opera potrebbero essere molti, come in tutti i casi di opere di sottoattraversamento in città ad elevata densità urbana. Si tratta di una realizzazione complessa perché il terreno è molto vario – prosegue – ed è quindi impossibile agire in maniera scientifica. Questo significa che i lavori potranno essere più volte rallentati, sia da inconvenienti relativa al tunnel stesso, sia dai possibili danni collaterali. Conseguentemente ci potranno essere allungamenti dei tempi ed aumenti dei costi. E' quello che accade normalmente nella realizzazione di queste grandi opere, che sono divenute oggi un vero e proprio rischio sociale".