Leggi ad personam: non bastano

 
Leggi ad personam: non bastano
di Bruno Tinti
 
IL FATTO QUOTIDIANO  -  13 ottobre 2009   pag. 18
 
Quando facevo il pm i miei amici avvocati mi dicevano sempre: "hai ragione tu, questo è colpevole; ma non ci sono problemi, lo tireremo fuori in procedura". Intendevano dire che l'assoluzione nel merito era impossibile; ma che ci sono così tanti inghippi procedurali che l'insufficienza di prove (art. 530 secondo comma codice procedura penale) o la prescrizione sono garantite. E in effetti, quando l'imputato non era uno dei tanti disperati per cui la legge è brutalmente efficiente, finiva quasi sempre così. Motivo per cui adesso faccio un altro mestiere.
Come ho detto, finisce quasi sempre così; quasi. E infatti oggi Berlusconi si trova nei guai perché gli esecutori dei suoi ordini sono stati condannati e il giudice civile gli ha imposto di risarcire i danni alle parti offese dai reati che lui aveva commissionato.
Qui, con la procedura non riesce a tirarsene fuori. E la prescrizione, in questo processo civile, non è una soluzione possibile. Gli resta la menzogna, la disinformazione, l'intimidazione: "le sentenze preannunciano un golpe; italiani armatevi e resistete".
Provo a spiegare perché si tratta di bufale solenni. Nel 2007 la Cassazione confermò la condanna di Previti, Acampora, Pacifico e Metta "perché…in concorso tra loro...promettevano e versavano somme di denaro a Metta – magistrato... - affinché violasse i propri doveri di imparzialità...allo scopo di favorire la famiglia Mondadori/Formenton (e in conseguenza Silvio Berlusconi) nel giudizio che la vedeva opposta…alla Cir di Carlo De Benedetti...e segnatamente Berlusconi (posizione definita con sentenza…di non doversi procedere per intervenuta   prescrizione…), attraverso articolate operazioni finanziarie…utilizzando società e/o conti bancari riconducibili al comparto estero della Fininvest e allo scopo di metterle a disposizione di Metta, bonificava nel 1991 a favore del conto "Mercier" di Ginevra di Previti la somma di $ 2.732.862…"
Cosa avrebbe dovuto fare il giudice civile cui Cir (De Benedetti) aveva chiesto di condannare Fininvest (Berlusconi) al risarcimento dei danni derivanti da questo reato? Dire che non era vero   niente? Che Berlusconi (assolto per prescrizione ma colpevole) era innocente? E, d'altra parte, che non potesse fare questo lo dice anche l'art. 651 del codice di procedura civile: "la sentenza penale definitiva fa stato nel processo civile". Dunque sul fatto che Berlusconi aveva   corrotto Metta ormai c'era niente da discutere. Qui, per la verità, bisognava tener conto di uno dei soliti ostacoli procedurali, perché nel processo civile c'era Fininvest e nel processo penale c'era Berlusconi (cioè due soggetti diversi; fa un po' ridere ma in diritto è così); e in questi casi la legge dice che la sentenza penale non ha efficacia diretta nel processo civile e che tutto deve essere esaminato di nuovo, utilizzando però le carte del processo penale. Così il giudice civile si è studiato tutto il processo penale (per la verità ha fatto anche una corposa istruttoria, interrogando testi, esaminando nuovi documenti e sciroppandosi micidiali memorie difensive) e ha ovviamente deciso quello che, prima di lui, avevano deciso altri 11 giudici e 3 pm, in 3 gradi di giudizio (nonché un numero enorme di altri giudici   e pm intervenuti su tutte le eccezioni sollevate nel corso dei processi): Fininvest ha ottenuto le azioni Mondadori a seguito di una sentenza che era frutto di corruzione; quindi Cir è stata privata di un suo diritto; ne consegue un risarcimento dei danni. Proprio come succede in qualsiasi processo, dove alle parti offese di un reato il giudice civile liquida somme di danaro proporzionate al danno subito. Dunque una sentenza ineccepibile.
Tanto ineccepibile che oggi Berlusconi e la sua fazione non discutono del merito. Cosa potrebbero dire ai cittadini: non è vero che ho corrotto Metta e quindi non è vero che debbo dei soldi a De Benedetti? Così agitano lo spettro del golpe. E poi si rifanno ad altri argomenti di pregio: il giudice che ha scritto la sentenza è solito indossare maglioni (?), è molto alto (dunque odia Berlusconi   che, come si sa, è molto basso) e (ma non era un pregio? Quante volte è stato criticato il protagonismo dei giudici?) non è un giudice VIP, non è noto, ha sempre fatto silenziosamente il suo lavoro e nessuno lo conosce. Poi dicono anche che la sentenza è stata scritta da Cir perché lui, il giudice, non poteva capirci niente di numeri e tabelle; infatti le sentenze in materia di danno civile (che sono tutte di questo tipo) le scrivono sempre le parti offese che si auto liquidano il risarcimento: lo sanno tutti! Alla fine, se l'Appello confermerà la sentenza, scopriremo ancora una volta che, anche lì, i giudici erano di sinistra; anzi di estrema sinistra.
Un'ultima riflessione. Qui si parla di soldi, tanti, ma sempre soldi sono. Cosa ci sarebbe stato da ridire se la sentenza avesse riguardato un risarcimento danni per incidente stradale? Guidatore distratto che investe un pedone sulle strisce; il guidatore è Berlusconi; e un teste falso dice che non era lui che guidava; un processo penale accerta che il teste è falso…. Ah già, ma anche questo è già successo...