"Otto anni di polvere in bocca, il Mugello riscatta anche noi"
di Franca Selvatici
LA REPUBBLICA edizione FIRENZE - 17 novembre 2009 pag. II
SINCERO apprezzamento per la procura della Corte dei Conti che chiede i danni agli amministratori per gli scempi causati alle risorse idriche del Mugello dai lavori dell' alta velocità ferroviaria. E al tempo stesso amarissimo report degli altri danni subìti da chi ha dovuto sopportare per anni i lavori dell' alta velocità davanti a casa. Mariangela Sirca, del comitato di via de' Frilli a Sesto Fiorentino, ringrazia la Corte dei Conti e ricorda che cosa è accaduto alla sua comunità: «Le micidiali infrastrutture che ci hanno messo "sull' uscio di casa" le hanno messe senza neanche una parola di consultazione ma nemmeno di informazione preliminare, e "infastidendosi" quando facevamo rilevare i vergognosi difetti nella progettazione del cantiere (il T1, il "cantiere industriale più grande della Toscana").
Molti cittadini sono stati messi in croce, affogati nel fango o nella polvere, con le orecchie squassate dai boati giorno e notte, con i muri delle case che vibravano continuamente e si crettavano sempre di più alla movimentazione e passaggio dei mezzi di cantiere». «Questo enorme disagio che si è trasformato in danni di vario tipo, non riconosciuti da nessuno, è stato sopportato da una parte di cittadini sestesi senza santi in paradiso che hanno subìto una cantierizzazione selvaggia e senza regole se non quelle fissate dai padroni dell' alta velocità per cui i cittadini non esistevano...
Una arroganza e mancanza di ascolto che ci ha fatto ingoiare polverose lacrime impotenti per anni», scrive la signora Sirca, ricordando «la salute di qualcuno minata e i bambini nati e cresciuti fra la polvere di cemento di via dei Frilli, a cui la mancanza di mezzi economici dei genitori non farà mai ottenere purtroppo il riconoscimento che i problemi di apprendimento e di difficoltà a rapportarsi con l' esterno dipendono dal rumore incessante durato circa otto anni, dai veleni respirati, dall' umidità dei muri a causa dei panni fatti asciugare per anni in casa, perché il cemento fuoriusciva regolarmente dall' impianto di betonaggio difettoso o dai trasbordi dai camion all' insegna della fretta e della disattenzione, e sui davanzali tutti i giorni c' era un velo di qualche decimo di millimetro, figuriamoci sui panni!». «Forse, anzi sicuramente, - scrive Mariangela Sirca - quel che abbiamo subìto noi non rientra frai danni che la Corte dei Conti contesta agli amministratori». Ma va bene così. «Ci va benissimo che Fontemezzina e le altre fonti e fiumi disseccati e i boschi che appassiranno, che i beni di tutti, insomma, passino avanti alle nostre persone offese... Fontemezzina che prova a vendicarci attraverso la Corte dei Conti è qualcosa che assomiglia a una soddisfazione».