Il giornalista che si fabbrica la falsa notizia: dal produttore all'utilizzatore finale


Dal sito www.beppegrillo.it :

Il giornalista Francesco Guzzardi del "Giornale" è l'autore del messaggio delle BR con la stella a cinque punte pieno di minacce assortite. L'infaticabile Guzzardi ha scritto il messaggio. Lo ha ricevuto, pubblicato, denunciato. Tutto da solo. Uno stakanovista dell'informazione di regime. Alla Digos è stata sufficiente la prova calligrafica per scoprirlo. Uno così poteva lavorare solo con Vittorio Feltri. Dopo "Betulla" Renato Farina, "Citrullo" Guzzardi.

L'agenzia di stampa AGI così riferisce la notizia :

SI FA ARRIVARE FALSO MESSAGGIO BR: DENUNCIATO GIORNALISTA
(AGI) - Genova, 25 nov. - Simulazione di reato e procurato allarme. Questi i reati per cui è stato denunciato alla procura dalla Digos il giornalista collaboratore della redazione genovese del 'Giornale' Francesco Guzzardi accusato di essersi auto inviato un messaggio minatorio corredato da stella a cinque punte. Questo il testo del mesaggio: 'non abbiamo ancora deciso se spaccare prima il culo al vostro servo Gizzardi l'infame della Valbisagno e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete '. Il mesaggio, scritto a mano, era stato messo sotto la porta della redazione del 'Giornale' di viale Brigate Partigiane la scorsa settimana. C'era stata un'immediata denuncia alla polizia. La stella a cinque punte aveva spinto gli agenti della Digos a farsi carico del caso. Il giornalista era stato convocato in questura. Una semplice prova calligrafica aveva fatto emergere la verità. Guzzardi ha ammesso di avere vergato il messaggio dicendo di essere stato oggetto di minacce insieme ad altri membri della sua famiglia in seguito alla propria attività di giornalista nel quartiere della Valbisagno e di avere scelto questo 'singolare' modo per sollevare il caso e fare partire un'indagine.
Ed ecco cosa aveva scritto "Il Giornale" sul suo sito internet
Volantino di minacce e insulti recapitato ieri in redazione

Impossibile non notare, ieri mattina, fra i tanti quel foglio sul pavimento, appena oltre l'uscio della redazione genovese del Giornale. Ci accorgiamo subito che non si tratta di uno dei «soliti» messaggi che qualche affezionato lettore fa passare, a volte, sotto la porta per testimoniare uno sprone, un incoraggiamento, un'attestazione di solidarietà. Altro che solidarietà! Sono insulti e minacce bell'e buone, con tanto di obiettivi: noi della redazione e il collega Francesco Guzzardi, che nelle ultime settimane si è occupato con l'abituale scrupolo e attenzione alle vicende della Val Bisagno e del Municipio IV. La grafia è in stampatello, vergata a mano. Mano incerta, e sintassi e punteggiatura ancora più zoppicanti. Ma insulti e minacce sono chiari, chiarissimi: «Non abbiamo ancora deciso se spaccare il c... prima al vostro servo Guzzardi l'infame della Val Bisagno e degli sbirri o passare prima da voi molto presto lo scoprirete». Un esaltato, certo. Ma anche di fronte ai volantini recapitati in questi giorni alla nostra redazione centrale di Milano, non si può sottovalutare l'episodio. Il caporedattore Massimiliano Lussana avverte subito la Digos che arriva in un baleno, si informa approfonditamente e promette indagini accurate. Nel frattempo viene ovviamente avvertito anche Guzzardi. Che reagisce con fermezza e compostezza: «Io ho sempre scritto quello che ho visto e sentito, senza aggiungere o stravolgere nulla e soprattutto senza pregiudizi - sottolinea -. Se chi ha scritto questo messaggio intendeva intimorirmi o addirittura costringermi a tacere sui fatti che avvengono da tempo nel Municipio Val Bisagno, è bene che se lo tolga subito dalla testa. È vero - aggiunge Guzzardi - che il clima è pessimo in zona, ma non mi sarei aspettato mai reazioni di questo tipo. In ogni caso - conclude il giornalista - continuerò a esercitare il diritto-dovere di cronaca, come sempre, per contribuire a migliorare, nel mio piccolo, la società». Su chi possa aver scritto il messaggio delirante le indagini, come si è detto, sono in corso e non è lecito avanzare ipotesi. Si possono solo ricordare, come aveva scritto del resto di recente lo stesso Guzzardi, «le minacce e percosse ai consiglieri del Municipio Val Bisagno», e il fatto che il presidente del «parlamentino», Giannelli e molti eletti siano stati vittime di atti vandalici e destinatari di lettere minatorie. Un clima avvelenato che culmina ora - e si spera anche si concluda - con il messaggio recapitato ieri al Giornale.

mercoledì 18 novembre 2009