TERREMOTO - Ricostruzione senza soldi. E c'è chi si compra il container
GOVERNO IN FUGA DALL'AQUILA. IL PREMIER ORA TEME PROTESTE
di Andrea Palladino - L'AQUILA
IL MANIFESTO - 09.05.2009, PAGINA 6
In Abruzzo i ruoli si vanno chiarendo: Berlusconi annuncia, Bertolaso tranquillizza, mentre i tempi della ricostruzione si allungano ogni giorno che passa. Il premier deve infatti aver capito che verso le montagne del Gran Sasso non tira una buona aria per lui. Ieri era atteso a L'Aquila, per annunciare «una cosa bellissima per l'Università». Alla caserma di Coppito ha invece mandato il ministro Gelmini, con in dono un accordo con l'Eni, diretta dall'amico di sempre Paolo Scaroni. Se qualche migliaio di sfollati si prepara ad almeno quattro mesi di freddo gelido - l'80% dei prefabbricati non arriverà prima di dicembre - in città arriveranno i manager del petrolio italiano, con sottobraccio il progetto per un centro di ricerca. «Non si tratta di una donazione - ha spiegato il rettore Di Orio - ma di un vero investimento, che coinvolgerà le facoltà di ingegneria, biotecnologie e scienze». Dall'accordo usciranno nuovi brevetti, che verranno condivisi con l'Eni, per poi andare sul mercato. Un affare per l'azienda dell'amico del premier Paolo Scaroni, che Berlusconi aveva messo a capo dell'Enel nel 2001, nonostante una condanna degli anni '90 per tangenti pagate proprio al gestore elettrico.
Per ricostruire l'università, azzerata dal terremoto, L'Aquila dovrà aspettare il 13 maggio, prossimo appuntamento nell'agenda degli annunci governativi. In ballo c'è un protocollo d'intesa - che sarà sempre il ministro Gelmini ad annunciare - per lo stanziamento, attraverso il Cipe, di 70 milioni per la ricostruzione delle facoltà, oggi completamente inagibili. L'obiettivo è di ripartire con tutte le strutture funzionanti nel 2011. Nei prossimi due anni, però, le facoltà rischiano di essere smembrate e disperse fuori dalla città terremotata. Per gli studenti dell'Udu questa sarebbe la peggiore soluzione, che rischierebbe di far morire il polo universitario, vera anima della città. «Abbiamo chiesto nei giorni scorsi di assegnare all'Università la scuola della Guardia di finanza di Coppito, struttura che sarà in grado di ospitare il prossimo G8 - spiega l'Unione degli studenti universitari. Nel territorio ci sono molte caserme che sono di gran lunga sotto utilizzate e che potrebbero essere destinate all'istituzione universitaria». Un'ipotesi che non è stata presa in considerazione dal governo.
La militarizzazione della città continua a marcare il tempo del dopo terremoto. Al nervosismo sempre più palpabile delle tendopoli, dove vivono da più di un mese almeno 32 mila persone, si sta rispondendo inviando psicologi e psichiatri militari. Il movimento nei campi degli sfollati diventa difficile, ad ogni ingresso bisogna mostrare il foglietto con il numero di tenda assegnata, rendendo complicato anche semplicemente andare a trovare un amico. Ci sono due pericoli che si preparano per i prossimi mesi tra le tende: il caldo che sta iniziando e poi il freddo intenso che arriverà dopo il 15 agosto.
I tanti blindati che girano nella città - in vistoso aumento in questi giorni - sembrano preannunciare una stretta decisa sul fronte dell'ordine pubblico, quasi il governo presagisse che dal nervosismo si possa passare direttamente alla protesta. La scelta del G8 in queste condizioni appare pessima e preoccupa non poco la protezione civile.
Militarizzati i campi, le strade, le decisioni. Per molti l'alternativa sembra essere quella di trovare una qualsiasi via di fuga. Magari comprando un container, come ha fatto Anna, che non ne poteva più delle tende e dell'umidità: «Il container misura dieci metri quadri, poco, ma riesce ad ospitare un letto, un armadietto ed un tavolo - racconta nel suo blog, che mantiene aggiornato quotidianamente dal sei aprile. Abbiamo dovuto comprarlo, il container, visto che per Bertolaso saremmo nelle tende fino a data da definire. Fra dissenterie e pidocchi». Lo ha pagato 2.100 euro, «in realtà una buona cifra, perché oggi chiedono di più», spiega al manifesto. L'hanno aiutata gli amici con i quali condivide sul blog il racconto forse più terribile, quello del dopo terremoto. Quello di una speranza che sembra allontanarsi sempre di più, ad ogni annuncio del governo. «Oggi ho visto una delle tendopoli considerate il fior all'occhiello, quella di Colle Maggio - continua Anna - e il caldo sta rendendo insopportabile la vita anche lì». In altri blog - che in questi giorni diffondono i racconti diretti di chi vive nelle tendopoli - c'è anche chi spiega come sia quasi impossibile distribuire un semplice volantino, mentre il clima preannuncia un'estate davvero movimentata. E se ieri c'erano i brevetti Eni da annunciare, oggi la festa della polizia e il ministro Maroni prepareranno l'arrivo dell'ordine. Nei campi militarizzati.