I pm
"Processo subito per Fusi & C."
di Franca Selvatici
LA REPUBBLICA Edizione FIRENZE - 31 luglio 2010 pag. I e VII
Processo subito per Balducci, De Santis, Piscicelli e Fusi per la vicenda dell´appalto della Scuola Carabinieri di Castello. Lo chiedono i pm di Roma.
La procura di Roma non ha perso tempo. Quattro settimane dopo aver ricevuto da Firenze gli atti sulla Scuola Carabinieri, ha chiesto il giudizio immediato per l'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici Angelo Balducci, l'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana Fabio De Santis e gli imprenditori Francesco De Vito Piscicelli e Riccardo Fusi. Tutti accusati di corruzione. Al centro dell'inchiesta i tentativi di Fusi (Btp) di riottenere il mega-appalto della scuola, perduto nel 2006. Per Balducci, De Santis e Piscicelli il giudizio immediato era stato già chiesto dalla procura di Firenze, prima che fosse stabilita la competenza di Roma. La procura capitolina ha rinnovato la richiesta e l'ha estesa anche a Fusi (già interrogato), giudicando evidenti le prove raccolte contro di lui. Nell'inchiesta sono indagati per corruzione anche l'onorevole Denis Verdini e il socio di Fusi, Roberto Bartolomei.
A Firenze resta aperto, e molto caldo, il fronte sul Credito Cooperativo Fiorentino, la banca guidata da Verdini per 20 anni e ora commissariata. I rilievi degli ispettori della Banca d'Italia hanno fornito nuovo lavoro alla procura. La banca è solida. Ma, a giudizio degli ispettori, è mancato un corretto esercizio dei controlli antiriciclaggio. Scarsa attenzione su operazioni sospette: non solo sui versamenti dei collaboratori di Flavio Carboni finiti nell'inchiesta romana sull'eolico, ma anche sui movimenti fra società del gruppo Btp. Inoltre il presidente Denis Verdini avrebbe condotto una serie di operazioni in conflitto di interessi: finanziamenti al quotidiano di sua proprietà, Il Giornale della Toscana, e ad alcune società. Da approfondire in particolare i rapporti con la Parved, costituita da Verdini nel 2005, entrata in società nella Porta Elisa Srl con imprese del gruppo Btp, poi comprata da Fusi. Altre censure rilevanti sotto il profilo penale riguardano l'assetto di governo della banca, «privo di contraddittorio e di controlli» (carenti anche nell'attività quotidiana), e «lo sviluppo degli impieghi non improntato a canoni di prudenza»: si contesta che il denaro venisse erogato a pochi clienti, in violazione dei parametri normativi, e talora anche a soggetti non ben individuati, come società della galassia Btp che però figuravano fuori dal gruppo.