TAV, SOLIDARIETÀ FRA CITTÀ CAVIA: BOLOGNA SPIEGA A FIRENZE
Pubblicato da Giovanni Sezione Associazione Idra, Comunicato stampa , sabato 28 marzo 2009
Comitato di Coordinamento contro il polo estrattivo di Calenzano (FI)
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Riceviamo e diffondiamo.
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 28.3.’09
TAV, SOLIDARIETÀ FRA CITTÀ CAVIA:
BOLOGNA SPIEGA A FIRENZE
DA QUALI TRAPPOLE CONVIENE GUARDARSI
E’ stato fondato nel 2005, il Comitato di via Carracci, un’arteria immediatamente a ridosso della Stazione centrale di Bologna. Da allora i cittadini del capoluogo emiliano sono costretti a battagliare per la tutela della propria salute e dei propri beni danneggiati o minacciati dalla cantierizzazione per il sottoattraversamento dell’Alta Velocità ferroviaria. Se i sindaci Domenici e Cofferati si incontrano a metà strada e firmano con gran clamore e grancassa mediatica un “patto per lo sviluppo” a bordo di un comodo treno speciale messo a disposizione da Trenitalia, come è successo a luglio di quattro anni fa, la popolazione di Bologna deve invece convivere con ben altri effetti di quel presunto sviluppo: crepe, polveri, rumore, traffico, allagamenti, ratti, evacuazioni. E la popolazione di Firenze sente ormai quella stessa minaccia sul collo. Città cavia, Bologna e Firenze, di un malinteso progresso targato TAV che sta dissanguando le casse dello Stato e ha provveduto a seminare inquinamento, depauperamento delle risorse idriche e illegalità nell’intervallo di montagne appenniniche che separano Bologna da Firenze.
Ma negli ultimi tempi si è creato anche un nuovo asse Bologna-Firenze: quello dei cittadini che resistono, in modo civile, determinato e consapevole, all’assalto dell’erario pubblico, del patrimonio ambientale e culturale, delle case e dei negozi, della qualità della vita e del diritto all’informazione, alla trasparenza e alla partecipazione nelle decisioni.
Ecco perché oggi il treno (ma non era un treno speciale) ha portato a Firenze i rappresentanti del Comitato di via Carracci. Semplici cittadini, colpiti nella loro vita quotidiana dall’arroganza di una cantierizzazione che ha cancellato molti dei diritti di cui godevano fino al giorno prima, hanno spiegato alla stampa, e alle autorità tecniche e amministrative invitate da Idra, da quali trappole i fiorentini dovranno guardarsi se mai quel vetusto progetto di sottoattraversamento firmato 10 anni fa, e mai decollato, dovesse iniziare a concretizzarsi.
Queste alcune delle indicazioni proposte.
· E’ necessario esigere trasparenza nelle informazioni e tempestività nelle comunicazioni: l’Osservatorio Ambientale, il Comune, la Provincia, la Regione, l’ARPA, si facciano carico di questo diritto-dovere (che non succeda dunque come a Bologna, dove le istituzioni pubbliche hanno appreso dell’evacuazione di alcuni stabili soltanto dalla stampa....). Sono indispensabili luoghi e interlocutori in grado di dare risposte tecniche corrette e competenti. Non è ammissibile che il cittadino debba conoscere tutto l'arco istituzionale per porre un quesito o inoltrare una protesta o chiedere un’informazione!
· E’ importante vigilare sul rispetto tassativo dei tempi di consegna dei lavori: diversamente si va incontro, come a Bologna, non solo a un prolungarsi delle sofferenze per i residenti, ma anche e soprattutto a una desertificazione delle attività commerciali, le più vulnerate da questo punto di vista.
· I testimoniali di stato, che hanno il compito di fotografare le condizioni degli stabili prima dell’inizio dei lavori, dovrebbero essere eseguiti con le garanzie di organi super partes: tecnici del Comune potrebbero e dovrebbero supervisionare e intervenire in ogni fase della cantierizzazione, a tutela dei diritti e delle proprietà dei cittadini. Non solo. Se si vuole evitare che, come a Bologna, le fognature vengano perforate o invase dal cemento a pressione sparato in corrispondenza delle centinaia di tiranti calati obliquamente sotto le fondamenta dei palazzi per sorreggere la paratia del cassone laddove si producono gli scavi, occorre che progettisti ed esecutori dell’opera si avvalgano della documentazione e della supervisione degli uffici comunali, che conoscono la struttura del territorio e del sottosuolo. La collaborazione dell’Ente locale appare non solo doverosa, ma soprattutto indispensabile.
· E’ sconsigliabile firmare documenti di acquiescenza senza sottoporre preventivamente il documento ad un legale.
· E’ opportuno che siano assicurate misurazioni dei valori di base ante operam dei parametri ambientali (polveri, polveri sospese, polveri sottili, rumori, vibrazioni) perché siano poi confrontabili con le misurazioni in corso di cantiere.
· Le centraline devono essere ubicate in luoghi adeguati a misurare gli effetti delle attività del cantiere attraverso rilevamenti ad hoc.
· I cittadini devono poter conoscere le schede tecniche che gli appaltatori presentano, con le caratteristiche dei mezzi operativi, e poter chiedere alle istituzioni le misurazioni sul campo, per la verifica della corrispondenza tra quanto dichiarato sulla carta e quanto rilevato.
· Vanno definiti protocolli controfirmati che diano conto di chi effettua i rilievi e con quale cadenza, chi elabora i dati, chi comunica i risultati e attraverso quale percorso, quali siano le soglie di allarme che consentono di bloccare il cantiere nelle situazioni di emergenza.
· Non va sottovalutata l’esigenza di controllare sempre nelle polveri la presenza di amianto nelle aree ferroviarie.
· E’ indispensabile discutere in anticipo le misure di contenimento del rumore, delle polveri e delle vibrazioni.
· Rappresentanti dei cittadini dovrebbero poter sedere nell'Osservatorio Ambientale per conoscere bene in diretta le questioni o per affrontare nel merito i problemi, le proteste, senza che si debba attendere mesi per conoscere tali cose in differita; analogamente, i verbali dell'Osservatorio dovrebbero essere resi pubblici.
· Ai cittadini devono essere comunicate in anticipo e in modo preciso le prescrizioni, i destinatari e i criteri che guidano gli indennizzi per polveri e rumori.
· E’ opportuno non accettare la logica del risarcimento dei soli frontisti, come prevede invece il protocollo d’intesa su espropri e indennizzi. E poi, a che distanza dalle barriere si è considerati “frontisti”? Questo non sembra essere sufficientemente chiaro a Bologna. L’inquinamento acustico e atmosferico inoltre non ha confini rigidi, e gli effetti degli scavi e degli impatti sulla falda possono verificarsi ben al di là della fascia di impatto assai limitata prevista dal protocollo.
· E’ opportuno non accettare indennizzi forfettari, fissati sulla base di previsioni di durata dei lavori, e quindi dei disagi e dei possibili danni, che risultano poi facilmente smentite dai fatti: gli indennizzi devono essere garantiti e corrisposti in misura proporzionale ai tempi effettivi di cantierizzazione (che a Bologna si sono alquanto allungati rispetto alle previsioni).
· Le istituzioni pubbliche dovrebbero promuovere e assecondare un rapporto immediato dei cittadini con la stampa, come strumento di controllo e di controinformazione.
GRAZIE SINDACO !
Pubblicato da Giovanni Sezione Comunicato stampa , venerdì 27 marzo 2009
COMITATO DI COORDINAMENTO CONTRO IL POLO ESTRATTIVO DI CALENZANO (FI)
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Agli
ORGANI DI INFORMAZIONE
LORO SEDI
COMUNICATO STAMPA - Calenzano, 27 marzo 2009
GRAZIE SINDACO !
E' tempo di bilanci per l'Amministrazione Comunale, in particolare per l'attuale sindaco che tra pochi mesi conclude il suo secondo ed ultimo mandato. Ed è tutto un fiorire di lodi e di ringraziamenti per la sua “decennale opera al servizio di Calenzano”.
Anche noi quindi ci sentiamo di dover ringraziare l'attuale primo cittadino.
Alla nostra maniera, naturalmente.
Lo ringraziamo prima di tutto per la scelta scellerata della megacava del “polo estrattivo”, che scaverà quasi completamente una collina alta quasi 400 metri ed estesa circa 70 ettari per estrarre 20 milioni di metri cubi di pietrisco per 20 anni. Una scelta ribadita ad ogni occasione utile, nonostante la chiara bocciatura nella Valutazione di Impatto Ambientale conclusasi nel 2004. Lo ringraziamo anche per le altre cave “minori” per altri 2 milioncini di metri cubi.
Lo ringraziamo per i cantieri dei lavori per il raddoppio dell'autostrada che dovrebbero aprire tra non molto. Sono ben 25 tra Calenzano e Barberino del Mugello, più due campi-base da 20mila mq. ciascuno. Cantieri che secondo il sindaco sarebbero, udite udite, una “opportunità” per Calenzano.
Noi, ingenui e retrogradi come siamo, pensiamo invece che siano un gigantesco problema per il nostro territorio, che creerà un mix esplosivo: cave (e che cave!) più decine di cantieri (e che cantieri!) per chissà quanto tempo.
Lo ringraziamo per la “puzza” della “Diddi & Gori” che è stata fatta respirare ai calenzanesi per oltre sette anni, per tacere dei decenni dei sindaci precedenti. Tra l'altro senza riuscire ad impedire a questa ditta di immettere nell'aria ben 64 sostanze - ammoniaca, formaldeide e butadiene tra le altre - non autorizzate da nessuno.
Lo ringraziamo per non aver fatto abbastanza contro l’inquinamento atmosferico, tanto da essere attualmente sotto processo di fronte al Tribunale di Firenze proprio con questa accusa.
A proposito: come mai se ne parla così poco di questo processo? Eppure il nostro sindaco è in ottima e abbondante compagnia. Infatti sono imputati il presidente della Regione Toscana, i sindaci di Firenze, Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio (quello precedente, non l'attuale), Signa, Scandicci e Calenzano e i rispettivi assessori all’ambiente. Si, anche l’attuale assessore all’ambiente di Calenzano, successore designato e pluriannunciato alla carica di sindaco. Non c’è che dire: un bel biglietto da visita per inaugurare un incarico così importante.
Lo ringraziamo per la crescente cementificazione del nostro territorio, fatta di abitazioni costruite non per le necessità dei calenzanesi, ma sfruttando le pessime politiche delle amministrazioni comunali di Firenze che hanno costretto tanti fiorentini ad andarsene da una città ormai invivibile. Una cementificazione fatta anche di molti appartamenti invenduti, segno evidente di un'offerta sovradimensionata.
Lo ringraziamo per non aver adeguato i servizi all'aumento della popolazione: basti pensare ai tanti bambini che non trovano posto negli asili pubblici o alle file dai medici di famiglia e agli ambulatori della ASL.
Lo ringraziamo per aver promosso una cultura quasi solo di élite (vedi il Teatro Manzoni) e assai poco una seria programmazione di attività formative di base, rivolte sia ai ragazzi che agli adulti, di cui ci sarebbe tanto bisogno.
Insomma: grazie sindaco! Con un curriculum così, nell’Italia all’incontrario che ci ritroviamo, verrà sicuramente promosso “a più alti incarichi”.
Per un' altra politica, per Unaltracittà. Con Ornella De Zordo
Pubblicato da Giovanni Sezione Comunicato stampa, Perunaltracittà
Lista di cittadinanza per le amministrative Firenze 2009
www.perunaltracitta.org - www.unaltracittaunaltromondo.it
Per un' altra politica, per Unaltracittà.
Con Ornella De Zordo
La città del dopo crisi è una città partecipata, rispettosa di bisogni delle persone e dell'ambiente, capace di governare il cambiamento necessario dopo il fallimento di scelte ambientali, sociali e economiche che hanno favorito gli interessi privati rispetto all'interesse pubblico.
Per questo, qui a Firenze, ci siamo impegnati insieme ad altri nella costruzione di un progetto unitario della sinistra in grado di andare oltre, di superare le vecchie e storiche divisioni, per rappresentare un terzo polo alternativo alle forze politiche che hanno espresso come candidati al governo della città Matteo Renzi e Giovanni Galli. Due coalizioni solo apparentemente concorrenti che rappresentano, ognuna con le proprie peculiarità, la continuità con un modello di sviluppo urbano che ha fallito, schiacciato com'è su quelle stesse scelte sviluppiste e spregiudicate che sono state, su altra scala, il motore della crisi mondiale.
Abbiamo quindi partecipato ai lavori di un tavolo allargato della sinistra fiorentina, ascoltato le voci diverse che erano presenti, contribuito con proposte di programma.
Abbiamo sospeso una nostra candidatura alternativa a Renzi in attesa che un autorevole nome super partes potesse rappresentare il più ampio dissenso a sinistra, compiendo così il famoso “passo indietro”.
Abbiamo sperato che questa sinistra uscisse da una fase frammentata e confusa con quel rinnovamento di cui sentiamo il bisogno; che lo facesse insieme alle realtà attive in città che rappresentano un contributo essenziale nel consolidare, grazie ad una partecipazione diffusa, una nuova forma di democrazia territoriale.
Purtroppo questo fronte ampio di sinistra, a cui abbiamo partecipato fino ad oggi, non è mai decollato, ha perso pezzi e rischia di implodere in una mera operazione di vertice. Avevamo proposto che il percorso avvenisse attraverso un lavoro trasparente, con momenti aperti ed inclusivi, con una consultazione democratica allargata, fuori dalle stanze delle dirigenze. Così non è stato. Permangono forme e modalità superate, scontri interni, personalismi e veti incrociati incomprensibili a chi è esterno al ceto politico dirigente.
L'area della sinistra oggi non ha elaborato un proprio progetto comune, culturale prima ancora che politico, e anche a livello locale i vari partiti o parti di essi, si ritrovano a far parte di aggregazioni variabili a seconda della convenienza del momento e di necessità contingenti e spesso del tutto interne. Ne è prova, anche nel nostro territorio, la loro diversa dislocazione alle elezioni europee, provinciali, comunali.
Dopo aver sostenuto l’Appello per la lista unitaria della sinistra alle elezioni europee, ancora una volta abbiamo dovuto riscontrare l’incapacità dei vertici a dar vita a un progetto unitario. Noi che crediamo che la risposta alla crisi della politica non sia l’antipolitica, ma un modo diverso di fare politica, dobbiamo infine riconoscere la nostra impotenza a modificare qualcosa nei meccanismi bloccati e nelle dinamiche strumentali interne alle dirigenze.
Dal 2002 ci battiamo per il rinnovamento delle forme e delle pratiche della politica e oggi diciamo che non ci riconosciamo in questo agire politico.
Poiché crediamo che la buona politica vada non solo enunciata ma soprattutto praticata, ci presentiamo alle elezioni amministrative di giugno con la lista di cittadinanza "Per Unaltracittà" e con la candidatura a sindaco di Ornella De Zordo, per un'alternativa all'attuale governo della città, in continuità con il lavoro svolto dal gruppo Unaltracittà/Unaltromondo dal 2004 ad oggi ma arricchita dalla presenza di realtà vive che hanno fatto rete sulle tante emergenze ambientali, sociali ed etiche e che oggi si impegnano insieme per una loro rappresentanza diretta.
Comunicato Stampa - SIAMO TUTTI CITTADINI DI COLLEFERRO
Pubblicato da Giovanni Sezione Comunicato stampa
Rossano ERCOLINI - Rete Nazionale Rifiuti Zero
Marco PAGANINI - Medicina Democratica
TUTTI I CITTADINI SONO INVITATI
Idra, dopo l'attacco di Berlusconi: piena solidarietà e apprezzamento per l'operato della magistratura fiorentina
Pubblicato da Giovanni Sezione Associazione Idra, Comunicato stampa
Associazione di volontariato Idra
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COMUNICATO STAMPA Firenze, 25.3.’09
Idra commenta le esternazioni del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi sulla sentenza del Tribunale di Firenze in relazione ai danni causati dalla cantierizzazione TAV dell’Appennino tosco-emiliano: “Quei magistrati hanno fatto il loro dovere”.
In relazione alle opinioni espresse ieri 24 marzo dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (“È una cosa drammatica che i dirigenti di Impregilo, eseguita la galleria tra Bologna e Firenze, siano stati assolti a Bologna ma condannati a 5 anni a Firenze. È qualcosa di patologico, c'è una magistratura che è una metastasi e la società deve reagire, altrimenti più nessuno vorrà venire in Italia a fare le infrastrutture”), l’associazione di volontariato fiorentina Idra esprime la propria solidarietà ai magistrati fiorentini per le valutazioni espresse nel processo - recentemente conclusosi - a carico di dirigenti del consorzio CAVET in merito a danni causati all’ambiente, a enti pubblici e ad associazioni ambientaliste durante la realizzazione della tratta TAV Bologna-Firenze.
L’associazione Idra ha portato a conoscenza dell’opinione pubblica, in 26 puntate-stralcio pubblicate sul suo sito web e diffuse a mezzo di comunicato stampa, i contenuti della requisitoria dei pubblici ministeri. Chi ha voluto prendere visione di quei testi avrà rilevato l’assenza, da parte della pubblica accusa, di qualsiasi preclusione ideologica.
Gli imputati sono stati giudicati e condannati, ovviamente, sulla base delle loro condotte.
Idra esprime quindi piena solidarietà ed apprezzamento per il lavoro svolto dalla magistratura fiorentina.
ALTA PERICOLOSITA’
Pubblicato da Giovanni Sezione TAV Firenze , martedì 24 marzo 2009
COMITATI DEI CITTADINI
ALTA PERICOLOSITA’
(265 giorni all’AV)
Probabilmente neanche quel 20% di fiorentini che, secondo Massimo Morisi, garante della comunicazione per il PIT (Piano di Indirizzo Territoriale, della Regione Toscana), conoscono il progetto di sottoattraversamento ferroviario di Firenze, è al corrente delle disavventure dei residenti e dei commercianti di via Carracci a Bologna a causa dei lavori per la nuova Stazione sotterranea dell’AV.
Così sono state descritte pochi giorni fa in una conferenza stampa dell’Associazione di volontariato Idra:
“A causa dell’immissione di oltre 1000 tiranti nel sottosuolo [per il consolidamento del terreno sovrastante], il sistema fognario di via Carracci è stato occluso dal cemento. Le conseguenze, nelle cantine dei vari fabbricati, sono state devastanti”.
Ciò ha comportato “la presenza dei mezzi di auto spurgo per circa un anno”. “La fragile rete commerciale di un’arteria di traffico veicolare come via Carracci è stata annientata da 4 anni di lavori invasivi”. Parliamo di crepe negli edifici, di evacuazione di fabbricati, di perizie truccate, di informazione zero. Parliamo di un Osservatorio ambientale che non ha mosso un dito, di un Comune che non sostiene i cittadini nei confronti delle Ferrovie per il riconoscimento dei danni subiti. In questa situazione sono da 4 anni e altri 4 ce ne dovranno stare.
Se consideriamo che la nuova Stazione di Bologna sta sorgendo in un’area già ferroviaria, cosa succederà a Firenze dove le talpe scaveranno fino a
i lavori di preparazione del cantiere belfiore dove passerà il sottoattraversamento tav
Per capire come funzionano le cose, ecco alcune dichiarazioni rilasciate nel corso del “workshop” di presentazione del progetto che si è tenuto giovedi 19 marzo alla Palazzina Reale di S.M. Novella.
· “Stiamo aspettando il progetto esecutivo della Stazione e del sottoattraversamento. Progetto in cui ci sarà anche la versione definitiva del piano della mobilità di cantiere. Su questa base ci confronteremo con le Ferrovie e vigileremo perché i fastidi derivanti dalla cantierizzazione siano ridotti il più possibile”.
Chi lo dice? Ma il vicesindaco Giuseppe Matulli! Il principale responsabile dei cantieri della Linea 1 della tramvia, al momento con 15 mesi di ritardo, e che vorrebbe aggiungere al tunnel TAV i cantieri delle Linee 2 e 3.
· “Abbiamo preso tutti gli accorgimenti ingegneristici possibili: ad oggi non prevedo fenomeni tali da poter arrecare danni alle abitazioni”.
Queste sono invece le parole di RFI, la società che tramite la sua controllata TAV ha affidato i lavori per l’Alta Velocità a CAVET la quale ha provocato nel Mugello la perdita di 150 milioni di mc. di acqua di montagna e un miliardo di euro di danni e i cui vertici sono stati recentemente condannati per reati ambientali dal Tribunale di Firenze .
· “Chi continua a proporre di passare in superficie non capisce che noi abbiamo costruito un progetto strategico ad alta capacità, dove i binari in superficie diventano una grande metropolitana regionale per i pendolari”.
Mancava appunto lui, l’assessore regionale ai trasporti e all’urbanistica Riccardo Conti: lo stesso che, per sostenere la necessità del sottoattraversamento, ha affermato recentemente che il passaggio in superficie avrebbe provocato l’abbattimento di 200 edifici. Lo stesso che, alterando ogni verità, ha affermato, senza fondamento, che quel progetto sarebbe stato scartato a suo tempo per l’impatto ambientale che avrebbe avuto sulla città.
· “Il sistema dell’AV non è affatto di élite, è una grande ‘metropolitana nazionale’ che si caratterizzerà sempre di più per la grande apertura popolare, con prezzi di gran lunga competitivi. Elitario è chi si oppone alla TAV”.
Per finire, l’ultimo personaggio del teatrino: Mauro Moretti, amministratore delegato di “Ferrovie dello Stato”, l’azienda che gestisce i trasferimenti a corto raggio (il 90% del traffico ferroviario), cioè quei treni dei pendolari dove ogni giorno i cittadini italiani perdono un po’ della propria dignità e dei propri diritti costituzionali, costretti come sono a viaggiare in condizioni vergognose per un paese civile.
Mentre annunciano di prepararsi a scavare il tunnel e a dare inizio alla Grande Opera, si nota però che
- i tecnici più accorti non sono affatto entusiasti di questa avventura;
- le cose andranno per le lunghe: prima della metà di aprile non sarà pronto il progetto esecutivo sul quale l’Osservatorio ambientale della Regione dovrà giungere a un parere unanime, prendendosi il tempo necessario e chiedendo eventuali integrazioni prima di avviare i cantieri;
- Moretti non ha nessuna voglia di spendere tutti questi soldi per Firenze e, appena ha potuto, ha lasciato il convegno, significativamente in fretta e furia;
- Conti si agita e ripete i suoi slogan, ma si avverte che sente di essere in difficoltà;
- per tirar le Ferrovie dentro all’operazione, tutta la componente ex diessina ai vertici della Regione e del Comune ha avviato con loro una permuta immobiliare, con un pericoloso effetto dilagante su tutta la città, in modo da consentire alle stesse Ferrovie di costruire sulle aree ferroviarie inutilizzate circa 500.000 mc di nuove edificazioni, ‘indennizzandole’ così della spesa del tunnel.
Conti e Moretti sembrano costretti – forse loro malgrado – a tirare avanti con
temono il dibattito pubblico e vorrebbero imporci una pappa scodellata di cui
imponiamo loro di discutere con serieta’ delle ipotesi alternative!
impediamo
“Sobrietà” di Francuccio Gesualdi, Feltrinelli, 2005
Pubblicato da Giovanni Sezione Acqua , lunedì 23 marzo 2009
presso il Centro Civico della Circoscrizione Prato Centro (g. c.), via dell'Accademia, 34 - PRATO
il Comitato Acqua Bene Comune di Prato vi invita alla presentazione del volume:
“Sobrietà”
di Francuccio Gesualdi, Feltrinelli, 2005
Intervengono:
Tommaso Fattori - Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: Impero Spa: i mercanti d'acqua
Don Marco Natali - Associazione Ezechiele 37: Pratiche di sobrietà felice
Sarà presente l’Autore.
Terzo incontro di un ciclo di 5 conferenze, incontri e presentazioni di libri, denominato "L'AGENDA PRATESE DEI BENI COMUNI" organizzato dal Comitato Acqua Bene Comune di Prato, che si svilupperà fino al 16 Maggio 2009.
Potete visualizzare ll programma completo all'indirizzo: www.acquabenecomune.org/spip.php?article5732
Il piano di risanamento acustico di Calenzano - Da Soc. Autostrade
Desidero comunicarvi un link del sito di Autostrade per l'Italia SPA con le
mappe relative all'inquinamento acustico e relativo risanamento proposto dalla
stessa Società...
http://www.autostrade.it/risanamento-acustico/mappa-del-tuo-comune.html
Per la visualizzazione delle mappe occorre avere installato Google Earth.
Per il comune di Calenzano il file è il seguente: http://www.autostrade.it/master_rumore/ITA/048005_NI.kmz
Per il comune di Barberino di Mugello è il seguente: http://www.autostrade.it/master_rumore/ITA/048002_NI.kmz
Vi riporto piccoli estratti che emergono dalle mappe riportate sul sito.
Gli interventi di mitigazione al rumore, sembra che si limitino ai soli infissi...
E chi si è trovato costretto ad installarli negli anni passati a causa
del silenzio della Soc. Autostrade, del silenzio del Sindaco e dell'Arpat (la
quale ci ha riferito ufficialmente di non poter procedere a rilevazioni dell'inquinamento
acustico, incarico che andrebbe affidato alla Società Autostrade.....)
Ma ora abbiamo anche l'ecosportello: "Scopo principale del punto informativo è quello
di consigliare i cittadini, gli operatori economici, i professionisti e gli
amministratori su come operare per uno sviluppo sostenibile, volto a promuovere
e diffondere le tematiche del risparmio energetico, del riciclaggio delle nostre
risorse, che operi e promuova la scelta di materiali naturali per migliorare
la qualità delle
costruzioni e dell'ambiente urbano." Nostra volontà "sarebbe" quella
di informare le autorità competenti e responsabili di quanto accade,
anzi di quanto stanno facendo accadere, volutamente o no...
Inquinamento Acustico - Interventi
Dal sito di Autostrade per l'Italia spa.
Interventi
I GRANDI NUMERI DEL PIANO
Il Piano verrà realizzato attraverso 300 Macrointerventi operativi per una lunghezza complessiva di oltre 1.000 Km di protezioni acustiche. La superficie complessiva protezioni ammonta a circa 4.000.000 m2 con un’altezza media di 4,2 m. La superficie totale delle coperture antirumore è di 160.000 m2.
L’ordine di realizzazione dei macrointerventi è definito da una graduatoria nazionale redatta sulla base di un indice di priorità acustica che è legato esclusivamente ai livelli di rumore ed alla popolazione esposta.
Attualmente il Piano è in fase di valutazione da parte del Ministro dell’Ambiente ed è in attesa di essere approvato dalla conferenza unificata che stabilirà la graduatoria definitiva dei Macrointerventi.
Di seguito è possibile consultare la graduatoria nazionale e le graduatorie regionali provvisorie, calcolate secondo l’indice di priorità definito dal DMA del 29 novembre 2000.
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Risanamento Acustico - Piani di Contenimento e abbattimento dal Rumore
Dal sito di Autostrade per l'Italia spa.
Risanamento acustico |
Piani di Contenimento e Abbattimento del Rumore
Lo scopo della redazione del Piano di Risanamento (PCAR) è la definizione e la pianificazione degli interventi necessari al conseguimento degli obiettivi di mitigazione esposti nelle altre sezioni; oggetto del Piano sono tutti i ricettori residenziali e sensibili individuati come “critici” in fascia di pertinenza acustica.
Per il raggiungimento di tali obiettivi si prevede la realizzazione di barriere antirumore, coperture totali, coperture a cielo aperto (baffles) e interventi diretti sugli edifici (infissi antirumore).
Il dimensionamento delle opere di risanamento acustico riportate nel Piano è frutto di uno studio preliminare, finalizzato esclusivamente alla definizione delle priorità di intervento, alla pianificazione delle opere ed alla definizione del piano finanziario di Autostrade per l’Italia: nella futura fase di attuazione, da completarsi nei prossimi quindici anni, saranno effettuate le progettazioni di dettaglio, che potranno anche determinare soluzioni diverse da quanto oggi riportato nel PCAR.
Per facilitare la comunicazione con il pubblico, Autostrade per l’Italia ha realizzato un sistema innovativo di rappresentazione tridimensionale dei risultati ottenuti dalle attività di censimento e classificazione dei ricettori, identificazione aree critiche e pianificazione degli interventi.
Dalla sezione Il Piano nel tuo Comune è possibile scaricare un file per la visualizzazione 3D in ambiente Google Earth di entrambi gli scenari “Area Critiche” e “Piano di Risanamento”: sarà cioè possibile visionare e “navigare” in un ambiente virtuale le aree interessate.Nello scenario Area Critica, con diverse colorazioni, sono rappresentate le destinazioni d’uso (abitativa, non abitativa e sensibile) e l’eventuale superamento dei limiti di legge degli edifici presenti nella fascia di pertinenza acustica di Autostrade per l’Italia. Inoltre nello scenario dedicato al Piano di Risanamento sono rappresentati gli interventi di mitigazione acustica, sia sotto forma di barriera o copertura antirumore, sia nell’impiego di infissi silenti, attraverso i quali si consegue l’obiettivo del risanamento. I dati completi e di dettaglio sono consultabili sia in formato cartaceo che digitale presso tutte le Regione ed i Comuni interessati.
Inquinamento Acustico - Aree Critiche
Dal sito di Autostrade per l'Italia spa.
Il controllo dell'inquinamento acustico
Aree Critiche
All'interno della fascia territoriale di pertinenza dell'infrastruttura autostradale, sono stati censiti ed individuati tutti i ricettori e le principali fonti di rumore (autostrada e sorgenti concorsuali); successivamente sono stati individuati tutti gli edifici in corrispondenza dei quali i livelli sonori indotti dal traffico veicolare sono stimati superiori ai valori limite fissati dalla normativa nazionale vigente.
Lo studio è stato condotto secondo una metodologia finalizzata a valutare in modo oggettivo l'impatto acustico generato da un'infrastruttura viaria di trasporto: tale procedura, descritta negli allegati del Decreto del Ministero dell'Ambiente 29/11/2000, è stata sperimentata e validata nell'ambito del Progetto Pilota di Genova, sviluppato fra il 2000 ed il 2007 da Autostrade per l'Italia in collaborazione con il Comune e la Prefettura di Genova, la Regione Liguria e la divisione DSA del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
http://www.autostrade.it/risanamento-acustico/aree-critiche.html
http://snipurl.com/edtet
Risanamento Acustico - La normativa italiana
Dal sito di Autostrade per l'Italia spa. Risanamento acustico |
La Normativa Italiana
In Italia le problematiche dell’inquinamento acustico sono disciplinate dalla Legge del 26 ottobre 1995, n. 447 "Legge quadro sull’inquinamento acustico".
In particolare, per i gestori di infrastrutture autostradali, sono riportate le seguenti prescrizioni generali:
- i valori limite di esposizione al rumore e l’ambito territoriale entro cui sono applicati (fasce di pertinenza acustica) sono fissati da specifici decreti e regolamenti attuativi;
- l’inquinamento acustico causato dal traffico autostradale deve essere riportato entro i limiti di legge definiti dai decreti e regolamenti attraverso la predisposizione ed attuazione di piani pluriennali di risanamento;
- a partire dal 1995 per la realizzazione degli interventi di contenimento ed abbattimento del rumore, gli enti proprietari o concessionari di infrastrutture stradali sono obbligati ad impegnare, in via ordinaria, una quota fissa non inferiore al 5% dei fondi di bilancio previsti per le attività di manutenzione e di potenziamento delle infrastrutture; successivamente, la legge finanziaria del 1999 ha elevato tale valore al 7%.
Per le infrastrutture stradali il DMA del 29 novembre 2000 ed il DPR 142 del 30 marzo 2004 fissano i valori limite di rumorosità da rispettare e le modalità di realizzazione degli interventi di mitigazione.
Nel giugno del 2007, con la consegna del Piano di Risanamento, Autostrade per l’Italia ha adempiuto agli obblighi di legge che prevedevano di:
- individuare le aree in cui per l’effetto delle immissioni del rumore della propria infrastruttura si verifichi il superamento dei limiti di legge (Aree Critiche);
- formulare il piano per la riduzione dell’inquinamento acustico per tutte le aree critiche, indicando tempistiche, costi e modalità di intervento (Piano di Contenimento ed Abbattimento del Rumore).
Decreto Ministero Ambiente 29 novembre 2000 – “Criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore”
Tale decreto fissa le date entro cui il gestore dell’autostrada deve predisporre e successivamente attuare il piano di risanamento acustico della propria infrastruttura; tale piano specifica costi, priorità e modalità di intervento (barriere, pavimentazioni, eventuali interventi effettuati sui singoli ricettori, ecc.), nonché le tempistiche di attuazione: in particolare il periodo entro cui devono essere completate le opere di risanamento per tutta la rete è fissato in 15 anni, a partire dalla data di approvazione del piano stesso da parte del Ministro dell’Ambiente.
Secondo quanto predisposto dal Decreto, il gestore individua la priorità degli interventi, prendendo in considerazione il numero di persone esposte e la differenza fra livelli attuali di rumore e limiti ammissibili.
Il Decreto fissa i criteri di progettazione acustica degli interventi, individuando i requisiti dei modelli previsionali utilizzabili per la simulazione acustica ed il calcolo delle barriere; vengono riportati anche i criteri secondo cui valutare la concorsualità di più sorgenti, in modo da garantire ai ricettori esposti il raggiungimento dei valori considerati come ammissibili, anche in presenza di ulteriori fonti di rumore in aggiunta all’infrastruttura autostradale.
Decreto del Presidente della Repubblica 30 Marzo 2004 - Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell'inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare, a norma dell'articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447.
Questo Decreto completa lo scenario legislativo in merito al rumore da traffico stradale: in esso sono definiti i valori limite, differenziati in funzione della tipologia di infrastruttura stradale, della distanza dall’infrastruttura (fasce di pertinenza, all’interno delle quali non si deve tenere conto delle zonizzazioni acustiche comunali), della tipologia di edificio (abitazioni, scuole ed ospedali) e del periodo di esposizione (giorno e notte). Per ogni edificio viene preso in considerazione il punto più critico della facciata maggiormente esposta; in alternativa ai limiti di esposizione valutati all’esterno, vengono riportati anche i limiti ammissibili all’interno delle abitazioni. Per le infrastrutture esistenti i valori limite di immissione, devono essere conseguiti mediante l'attività pluriennale di risanamento di cui al DMA del 29 novembre 2000.
PM10 - Report del 4/6/2006
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione PM10 , domenica 22 marzo 2009
Paese in rivolta contro Autostrade - Repubblica 12 Febbraio 2009
Gli abitanti di Cornocchio, frazione di Barberino, dicono no alla mega stazione di servizio che spianerà l’intera vallata di Bellosguardo
Anche l’esame del sangue dei bambini per autotutelarsi contro le polveri
SI FARANNO le analisi del sangue, anche ai bambini. Si analizzeranno i torrenti e pozzi d’acqua.
Un mega check up per vedere lo stato di salute degli abitanti e dell’ambiente, verificarlo e certificarlo: prima che comincino i cantieri per la costruzione della maxi stazione di servizio che si porterà via la loro vallata e che potrebbe mettere a repentaglio la loro salute, appunto, e quella dell’ambiente in cui vivono, minacciato da polveri, traffico di camion, disseccamento delle sorgenti. Intende tutelarsi anche così, Cornocchio, frazione di Barberino del Mugello, che è in lotta contro Autostrade: si oppone alla realizzazione di quella stazione che cambierà la faccia della vallata di Bellosguardo. Oggi il consiglio comunale di Barberino discuterà di questo intervento, ma i giochi sembrano ormai fatti. Lunedì è fissata la Conferenza dei servizi ed è possibile che in quella sede il progetto venga approvato. Le famiglie di Cornocchio, che avevano fatto una scelta di vita - natura, verde, silenzio - tremano all’idea di ciò che le attende.
Il paese David contro il Golia Autostrade
No alla mega stazione: anche esami del sangue per certificare l’esposizione alle polveri
NEL Mugello segnato dai cantieri dell’alta velocità ferroviaria, della variante di valico e della terza corsia autostradale, gli abitanti di Cornocchio, frazione di Barberino,
si preparano a resistere a un altro colossale intervento sul territorio. La Società Autostrade si appresta a realizzare la più grande area di servizio d’Europa, spianando
un’intera vallata, Bellosguardo. «Traffico, polvere, cemento e discarica. Un altro duro
colpo al territorio del Mugello», denuncia da tempo il comitato dei residenti. E poiché la loro opposizione, per quanto seria e coraggiosa, non ha conseguito i risultati
sperati, poiché il progetto avanza e anziché ridursi si dilata a dismisura, le famiglie del posto stanno progettando una serie di passi per autotutelarsi. Alcune decine di persone, fra cui molti bambini, si sottoporranno a esami del sangue che documentino il loro stato di salute, per poter contestare ad Autostrade, dati certi alla mano, le eventuali e temute patologie che potrebbero colpirli a causa dell’enorme quantità di
polveri sollevate dai cantieri, dalle aree di betonaggio e frantumazione, dai 300 camion che percorreranno le piste di cantiere e poi dall’incessante andirivieni di mezzi pesanti e di macchine sull’immensa area di servizio. Memori dei dissesti causati dai lavori dell’alta velocità ferroviaria, gli abitanti della frazione stanno pensando inoltre di commissionare indagini e perizie sullo stato dei pozzi e delle costruzioni, per notificarli attraverso un legale alla Società Autostrade. Nella sola vallata di Bellosguardo ci sono una quindicina di sorgenti e di piccoli corsi d’acqua. Molte famiglie attingono dai pozzi, che potrebbero disseccarsi. Nella frazione non arriva l’acquedotto comunale. Stando ai progetti di Autostrade, uno dei corsi d’acqua, il Rio Torto, sarà tombato e le acque saranno rialzate di una trentina di metri. Il 19 settembre 2006 l’intero consiglio comunale di Barberino, all’unanimità, aveva detto sì, pur con osservazioni e richieste di ridimensionamento, all’area di servizio, per alleggerire la zona del casello. Poi è accaduto qualcosa che ricorda l’Apprendista Stregone. Il progetto si è rivelato incontenibile, stravolgente, straripante. Le osservazioni e le richieste di ridimensionamento sono rimaste
lettera morta. E ora il Decreto anticrisi voluto dal governo Berlusconi limita i poteri degli enti locali, per rendere più veloce l’iter dei progetti. I pareri dei Comuni non saranno vincolanti. Oggi il consiglio comunale di Barberino discute del nuovo colossale intervento, ma i giochi sembrano ormai fatti. Lunedì è fissata la Conferenza dei servizi ed è possibile che in quella sede il progetto venga approvato. Le famiglie di Cornocchio, che avevano fatto una scelta di vita — natura, verde, silenzio —, tremano all’idea di ciò che le attende. Alla richiesta di «forte ridimensionamento» pervenuta dal consiglio comunale, la Società Autostrade ha risposto con un progetto ancora più esteso, passato da meno di 23 a 36 ettari (pari a 75 campi di calcio), con aree di sosta,
distributori di benzina, ristoranti, negozi, fast food, albergo, svincoli e viadotti. Ci saranno due aree distinte, una a servizio della carreggiata nord e una a servizio della carreggiata sud. I posti di sosta per i mezzi pesanti saranno circa 230 e quelli per le auto circa 360. Alberi saranno piantati in ambedue le aree. Secondo il progetto, il verde occuperà circa metà dei 36 ettari. Fra qualche anno gli autoveicoli parcheggeranno all’ombra, ma questo appare una ben magra consolazione di fronte alla scomparsa di una vallata bellissima, che sarà colmata con due milioni
di metri cubi di terra e roccia scavata dalle gallerie e portata all’altezza delle corsie di marcia. Secondo Società Autostrade, il progetto «è la scelta più equilibrata», condivisa da Regione e Ministero dell’Ambiente. Si vedrà. Intanto le famiglie del Cornocchio si preparano al peggio. Una casa colonica, in una località chiamata forse profeticamente La Sciagura, verrà a trovarsi fra la corsia di decelerazione e l’autostrada. I proprietari hanno speso un sacco di soldi per eliminare al suo interno ogni barriera architettonica e renderla agibile a un invalido, e non
hanno alcuna certezza che Autostrade si accolli la spesa di assicurare loro un’altra abitazione di pari valore economico e ambientale. A San Crispino quattro famiglie, di cui tre con bambini, si troveranno sul bordo della stazione di servizio, a un passo dall’autogrill, e ancora prima, per anni, saranno tormentate dall’andirivieni dei camion sulle polverose piste di cantiere, con il rischio di danni per le loro case e per la salute dei loro polmoni. L’unica opera di mitigazione
che sembra garantita consisterebbe in barriere di legno che proteggono poco o niente da polveri e rumori.
Società Autostrade spiega che la vasta area di servizio è necessaria anche a fini di protezione civile, per accogliere i mezzi in circolazione in caso di blocco del tratto appenninico per neve. Ma in questi casi in genere l’autostrada si blocca già appena sopra Calenzano, per cui molti sostenevano che sarebbe stato eventualmente più opportuno progettarla un po’ più a sud, magari in una zona già un po’ trafficata e non in una valle intatta. La scelta di Bellosguardo ha alimentato il sospetto che il fine vero sia quello di smaltire senza troppi problemi l’enorme quantità di materiale di risulta delle gallerie. L’allarme degli abitanti riguarda anche la viabilità sulla strada provinciale 8, che collega Calenzano a Barberino, dato che quando l’autostrada è intasata già non riesce a sostenere il traffico per l’outlet e il lago di Bilancino. Timori anche per il lago. Tutti i corsi d’acqua trascinano da anni nel grande invaso materiali di risulta dei cantieri, spesso inquinati da oli minerali. Nella valle di Bellosguardo scorre uno degli affluenti del lago. Anche da lì arriveranno materiali inquinati a Bilancino. Mettendo a rischio — avverte il comitato — anche l’acqua che poi sarà bevuta a Firenze e a Prato.
Inceneritore di Montale è scontro Comuni-comitati
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Inceneritori
Polo estrattivo ribocciato per l'ennesima volta
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Comunicato stampa, Polo Estrattivo , sabato 21 marzo 2009