Imputati e contenti
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Regime , lunedì 26 aprile 2010
"PASSAPAROLA" del 26 aprile 2010, di Marco Travaglio
Dio perdona, Equitalia no. Eccetto Forza Italia, AN e DS
Le bugie di Mondadori e la censura sui 'Padrini'
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Mafia , mercoledì 21 aprile 2010
PDL, volano gli stracci
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Regime , domenica 18 aprile 2010
Io sto con Emergency
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Guerra e Pace
Roma, Piazza San Giovanni
Vilipendio di cadavere
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Regime
Vilipendio di cadavere
IL FATTO QUOTIDIANO - 18 aprile 2010 pag. 1
Ieri mattina, sciaguratamente, ho acceso la tv e mi sono imbattuto su una rete Mediaset nella telecronaca diretta del funerale di Raimondo Vianello. Del grande attore scomparso, per sua fortuna, non c'era traccia, essendo già ben chiuso nella sua bara. In compenso imperversava dappertutto un altro comico, anzi un guitto tragicomico con le gote avvizzite e impiastricciate di fard fucsia e il capino spennellato di polenta arancione, che officiava la cerimonia, dirigeva le pompe funebri, smistava il traffico delle préfiche, abbassava il cofano del carro, salutava la folla come Gerry Scotti, poi nella chiesetta sbaciucchiava a favore di telecamera la povera vedova pietrificata in carrozzella e cercava di farla ridere con qualche battuta all'orecchio, chiamava i battimani associandosi ai cori da stadio "Raimondo Raimondo" sollecitati da Pippo Baudo: era il presidente del Consiglio. Sul pratone di Milano2, un maxischermo da concerto rock ingigantiva quelle immagini raccapriccianti esponendole al "bell'applauso" di una folla di curiosi armata di telefonini e videocamere per immortalare la sfilata dei "vip", come sulla banchina di Porto Rotondo e nel dehors del Billionaire a Ferragosto. Infatti, in quel festival di botulini e siliconi, incedeva persino Lele Mora (Luciano Moggi, altro magister elegantiarum, era passato il giorno prima in una pausa del suo processo). Ho sperato con tutto il cuore che al grande Raimondo, impegnato nell'ultimo viaggio, sia stata risparmiata la vista di quello spettacolo sguaiato, volgare, fasullo: l'esatto contrario della sua vita garbata, elegante, ironica e autoironica. L'estremo oltraggio. Vianello era, politicamente, un berlusconiano. Ma, antropologicamente e artisticamente, era l'antitesi vivente del berlusconismo. Infatti han dovuto aspettare che morisse per coinvolgerlo, ormai impotente e incolpevole, in una baracconata invereconda che ricorda il feroce episodio de "I nuovi mostri" firmato da Scola, in cui Sordi, guitto di provincia, recita l'elogio funebre del capocomico al cimitero, sul bordo della tomba, rievocandone le battute più grasse e pecorecce mentre tutt'intorno si applaude e si sghignazza. Gli storici del futuro che tenteranno di interpretare l'Italia di oggi non potranno prescindere da quelle immagini, perché difficilmente troveranno miglior reperto del nostro tempo: l'epoca dei senza pudore e dei senza vergogna. Una bara sequestrata da un anziano miliardario squilibrato, malamente pittato da giovanotto, che si crede Napoleone e monopolizza la scena con la stessa congenita volgarità con cui, proprio un anno fa, passeggiava sui cadaveri dell'Aquila accarezzando bambini, baciando vecchie, promettendo case e dentiere nuove per tutti. Una povera vedova incerottata e distrutta dalla malattia e dal dolore esposta alle telecamere e ai megascreen mentre mormora "Raimondo, io sono qua" senza neppure il diritto di farlo sottovoce, in penombra, lontano da microfoni, occhi e orecchi invadenti, pronti a trasformare tutto in "gossip". E, tutt'intorno, nessuno che notasse lo scempio. Nemmeno un consigliere che suggerisse al capo un po' di raccoglimento, di compostezza, di silenzio, o gli spiegasse che ai funerali non c'è niente da ridere nè da applaudire. Men che meno ai funerali di Vianello, al quale bastava e avanzava il bellissimo necrologio bianco dettato dalla sua Sandra. "Berlusconi – scrisse un giorno Montanelli – è talmente vanesio che ai matrimoni vorrebbe essere la sposa e ai funerali il morto". Infatti, anche per evitare di ritrovarselo cianciante alle sue esequie, il vecchio Indro lasciò detto nelle sue ultime volontà: "Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili". Forse Berlusconi non se n'è accorto, ma ieri ha seppellito sguaiatamente l'ultimo berlusconiano elegante e ironico rimasto in circolazione. Se lo capisse, se ne preoccuperebbe più che per il divorzio da Fini. Ma, se lo capisse, non sarebbe Berlusconi.
TAV, Grandi Uffizi, Teatro della Musica, Scuola Marescialli Carabinieri: "Vince chi ha più amici". Parola di Riccardo Fusi. E se lo dice lui ...
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Fusi - Verdini, Scandalo Protezione Civile, TAV Firenze , giovedì 15 aprile 2010
Esposto contro il ministero
«Siamo di fronte a una grande ingiustizia: nell'assegnazione degli appalti vengono usati due pesi e due misure, sempre a danno del popolo italiano». Sulle anomalie nelle gare Riccardo Fusi promette scintille. «Chi ha fatto il miglior prezzo per il il tunnel dell'alta velocità ferroviaria a Firenze? La Btp. Ma la commissione ha scelto Coopsette. Per loro io non riuscivo a giustificare il 13% di ribasso e Coopsette ha vinto con il 26%: offerta prima giudicata anomala e poi rivalutata. E come è stato vinto l'appalto per i Grandi Uffizi? Con il 43% di ribasso. Se la legge che esclude le offerte anomale fosse applicata funzionerebbe bene e le opere verrebbero completate in tempo. Ma non è così». Sui Grandi Eventi, poi, regna la più totale discrezionalità, accusa Fusi: così per il Teatro della Musica di Firenze, il Palazzo del Cinema di Venezia, l'aeroporto di Perugia, il Petruzzelli di Bari, le opere per il G8. «Il dato di fatto è che ultimamente in Italia vincono le cooperative. Con i governi di sinistra vince la destra e viceversa. Pare contraddittorio ma secondo me è un disegno politico», dice Fusi, che promette battaglia contro chi, come l'amministratore di Grandi Stazioni, lo ha accusato di piantare grane. «Ho rinunciato a quell'appalto, non era possibile eseguirlo». Poi ci sono i ritardi, insopportabili. «Il contratto della tramvia l'abbiamo firmato nel 2003. Siamo nel 2010 e della linea 2 non c'è traccia. E' ovvio che da 7 anni i miei ingegneri iscrivono riserve e che i costi aumentano. Non è che noi costruttori siamo tutti ladri e assassini che mandano gli operaia morire nei cantieri. E' che non possiamo lavorare in perdita».
La Grecia è vicina ...
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Economia , martedì 13 aprile 2010
Io sto con Emergency
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Guerra e Pace , lunedì 12 aprile 2010
Arresti in Afghanistan. Gino Strada: "Emergency colpita perché testimone scomodo"
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Guerra e Pace , domenica 11 aprile 2010
Afghanistan
Gino Strada: "I volontari di Emergency sono stati sequestrati"
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Guerra e Pace
Emergency sotto arresto
Oggi 11 aprile 2010 alle ore 20,10 Gino Strada sarà ospite della trasmissione "Che tempo che fa" su Rai Tre. Per rivedere la puntata: www.chetempochefa.rai.it .
"Sangue e cemento", documentario sul terremoto in Abruzzo
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Terremoto Abruzzo
Inceneritore di Montale (PT): i Comitati diffidano Regione, Provincia e Comuni
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Inceneritori , sabato 10 aprile 2010
Viene richiesto inoltre che le amministrazioni si facciano carico di indennizzare e risarcire i produttori agricoli della zona per i danni subiti.
Ci rubano perfino le tasse
Il trionfo del crimine
Pubblicato da CCCPEC.IT Sezione Regime , martedì 6 aprile 2010