Il pozzo senza fondo del sistema Mo.S.E. e le cerniere per le paratoie

 
ASSEMBLEA  PERMANENTE  NO-MOSE  -  VENEZIA
 
IL POZZO SENZA FONDO DEL SISTEMA MO.S.E. E LE CERNIERE PER LE PARATOIE
 
Il ministro Brunetta e il presidente del Magistrato alle Acque stanno girando il mondo per presentare quello che secondo loro è la meraviglia dell'ingegneria italiana.   A Londra, a New York, a Parigi a presentare la grande opera che dovrebbe salvare Venezia dalle acque.
Le opere complementari al sistema, le lunate, i porti rifugio, le conche di navigazione, le spalle, l'isola artificiale davanti al Bacan, sono quasi completate; tutto quello che è in cemento e fuori dal livello del mare è quasi pronto.
I soldi per completare l'opera dovrebbero esserci, anzi il prezzo è già lievitato dai 4.270 milioni di euro iniziali, ai 4.700, autorizzati qualche settimana fa, e i lavori dovrebbero concludersi nel 2014, anziché nel previsto 2012.
La cifra finale (?) dovrebbe essere interamente reperita tra i finanziamenti del Cipe della Legge Obiettivo e un prestito della Banca Europea.
Ma i lavori veri e propri del Mo.S.E. devono ancora iniziare.
Anzi del cuore del Mo.S.E., della parte elettromeccanica più delicata, ancora non c'è un progetto esecutivo.
Per le cerniere, che dovrebbero collegare le enormi paratoie in acciaio ai cassoni in calcestruzzo, ancorati sul fondo delle bocche di porto, il Magistrato alle Acque ha concesso ancora due anni di proroga per studi e sperimentazioni per realizzarne il prototipo.
Avranno tempo ancora fino alla fine del 2010 per il progetto delle cerniere … ma intanto si continua a scavare e a buttare massi alle bocche di porto: gli appalti per la sabbia e il cemento sono assicurati.   Come pure per la realizzazione di barene artificiali, in zone lagunari dove non sono mai esistite – come al lato del Canale dei Marani, tra Murano e S. Erasmo -, dove collocare i milioni di metri cubi di fanghi scavati dalle bocche di porto per lasciar posto alle fondazioni per i cassoni del Mo.S.E..
Insomma stanno spendendo miliardi di euro per un'opera le cui parti più delicate, il cuore tecnologico dell'opera devono ancora essere progettate.
Quanto costerà in più questo scherzetto?
Saranno risolti i problemi delle cerniere? Potranno resistere, i connettori delle paratoie ai cassoni, all'immane forza del mare?
Perché non sono state scelte altre soluzioni, meno costose, più ecocompatibili e già sperimentate?
Forse perché è da oltre vent'anni che sono stati affidati in concessione unica, in monopolio assoluto, studi sperimentazioni e realizzazione delle opere di salvaguardia ad un unico soggetto: il Consorzio Venezia Nuova?
Come è stato stabilito anche da una sentenza della Corte dei Conti rimasta nel cassetto?
Venezia, 24 giugno 2009
 
Assemblea Permanente NoMOSE