Stazione TAV a Firenze: “Tra hard e light, la Foster non è un night”

 
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Comunicato stampa   -   7 gennaio 2010

Nero su bianco le responsabilità. Perché chi danneggia la città abbia un nome e cognome
Stazione TAV, De Zordo: "Tra hard e light, la Foster non è un night"
3 anni contro 12 per passare sopra. E c'è chi vuol convincerci che è necessario fare presto

Chiunque si sia occupato con un po' di serietà dell'attraversamento TAV di Firenze sa che parlare oggi di "Foster light", evidentemente contrapposta a una "Foster hard", è vendere fumo. Come ha del resto ribadito lo studio Foster, autore del progetto, non esistono possibili varianti da arrangiare all'ultimo momento; il progetto è e rimane quello, avvallato da più di 15 anni di accordi e protocolli politici, anche se privo delle necessarie verifiche tecniche.

A questo punto, visti gli innegabili problemi tecnici idrogeologici e ambientali, e le ripercussioni sul tessuto urbano, che la realizzazione di tunnel più stazione sotterranea comportano, e sui quali non a caso si stanno incartando governo, regione, ferrovie e comune di Firenze, la soluzione è una sola: un passaggio in superficie che non solo non crea impatto (e riduce a un decimo i costi) ma che può essere realizzato nell'arco di 3 anni. Anche la questione dei tempi, invocata sia da Matteoli che da Conti, rasenta infatti il paradosso: si dice di voler fare presto e intanto si conferma un progetto che comporta almeno 12 anni di lavori (salvo prevedibili imprevisti).

Adesso invece è tempo che ognuno si assuma le sue responsabilità, perché sia chiaro in futuro chi ha deciso cosa. E quando vi saranno inevitabili danni, ricorsi, denunce, azioni civili e penali, nessuno di quelli che oggi ha il potere di decidere possa chiamarsi fuori.