Cosa si aspetta ancora per chiudere l'inceneritore di Montale (PT) ?

 
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Comunicato Stampa   -   Firenze-Prato-Pistoia,  28 Gennaio 2010
 

Sulle dichiarazioni rilasciate da ARPAT e Provincia in merito alle diossine trovate nel latte materno in area di ricaduta dell'inceneritore di Montale
 
Nel tentativo di fornire giustificazioni alle loro carenze sui controlli i rappresentanti degli Enti pubblici rischiano di fare un'ennesima brutta figura.
Risultano ad esempio sconcertanti le dichiarazioni del responsabile dell'ARPAT Claudio Coppi che immediatamente chiede di poter conoscere il contenuto delle analisi sul latte materno le cui spese si sono accollati singoli Cittadini, mentre non ha ancora reso pubbliche le analisi, eseguite a spese del contribuente toscano, che ARPAT ha effettuato molti mesi fa nelle acque e nei sedimenti dei laghetti della zona.
Altrettanto sconcertanti sono le affermazioni della presidente della provincia Federica Fratoni che dice di fare riferimento a "rilievi ufficiali" che però, per sangue e latte materno, non ci sono perché non si sono voluti fare nonostante le precise richieste di effettuare queste analisi presentate, sempre molti mesi fa, da alcuni partecipanti all'ultima riunione del tavolo istituzionale.
Si apprende sempre dalle dichiarazioni della Fratoni che l'indagine epidemiologica, che sapevamo da dichiarazioni fatte dal Dott. Biagini della ASL in un recente incontro ad Agliana essere appena iniziata, "finora non ha rilevato niente di preoccupante". Ci chiediamo allora se esiste un'altra indagine epidemiologica in corso da parte della Provincia di cui nessuno sapeva nulla, a parte la presidente Fratoni che rassicura?
Quello che è davvero drammaticamente preoccupante è che nella zona di ricaduta dell'inceneritore si possano continuare a consumare cibi contaminati da diossine e PCB, anche oltre ai limiti di legge, e che questi stessi contaminanti si ritrovino nel latte delle mamme, e che l'inceneritore possa continuare impunemente ad emettere quantità rilevanti di diossine e PCB.
Quegli stessi PCB che si ritrovano nei cibi e nel latte materno, cosi come aveva già denunciato il dirigente medico dell'ASL 3 dott. Bolognini in una lettera del 13 novembre 2009 indirizzata alla Provincia di Pistoia e che si può leggere sul sito internet della stessa Provincia, dove testualmente si legge "che esiste una significativa corrispondenza tra i congeneri che sono risultati essere maggiormente emessi dall'inceneritore dai dati analitici degli autocontrolli ed i congeneri di PCB risultati essere maggiormente presenti nei prelievi effettuati sui campioni biologici".
Presidente Fratoni che cosa si aspetta ancora per chiudere l'inceneritore?